Regione Umbria: si ripete la solita ammucchiata

In Regione Umbria imperversa l’ammucchiata selvaggia di sempre. Chiediamostop alla spartizione e all’inciucio, le istituzioni devono funzionare. La ventilata nomina di Raffaele Nevi alla ex Commissione Vigilanza e Controllo del Consiglio Regionale dell’Umbria non rappresenta affatto una garanzia per il MoVimento 5 Stelle.
 Intanto dirigenti nazionali del suo partito, duramente punito dagli elettori, un giorno sì e l’altro pure sono favorevoli a un sostegno talora occulto, talora plateale ai governi succedutisi dopo il 2011, a voler tacere del contenuto di intercettazioni emerse recentemente sulla stampa in merito al gradimento di Berlusconi per Renzi, con ovvie ricadute sulle relazioni tra maggioranza e opposizione anche a livello regionale: anche così nasce e si alimenta ovunque l’opposizione di sua maestà.
Non a caso il Prof. Alessandro Campi osserva come nella stessa Umbria la ‘logica consociativo-spartitoria’ ammorbi un centrodestra fin qui ‘accomodante’ perché ‘si è accontentato delle briciole di potere che la sinistra gli concedeva’.
Raffaele Nevi, al suo terzo mandato in Regione, è stato per cinque anni capogruppo del PDL prima e di Forza Italia poi, parte rilevante del desco consociativo, con esiti infausti anzitutto sul piano della legalità istituzionale, come dimostreremo domani in conferenza stampa.
Occorre oggi recuperare una sana distinzione dei ruoli: basta ad ammucchiate selvagge. Stop agli inciuci. Le istituzioni fondate su simili dinamiche non funzionano. Basta allora a compagni & compari che spartiscono tutto lo spartibile, briciole incluse.
Né l’opposizione ha bisogno di quinte colonne di questa vecchia sinistra umbra: una semplice ricerca su Google dimostra che Raffaele Nevi non ha MAI pronunciato una sola parola su politica & affari, materia eletta della vigilanza, né un lemma si è avvertito su certi capi di cooperative che, gonfiate a dismisura, rappresentano la porta girevole del PD, nell’intorbidimento del pubblico interesse. Dirigenti coop con cui viceversa lo stesso Nevi coltiverebbe ottimi rapporti sin dai tempi del governo Berlusconi.
L’indicazione di Nevi appare dettata dalla stessa Catiuscia Marini, ben consapevole così di poter proseguire con la vulgata dell’Umbria da Mulino Bianco grazie a quella ‘logica consociativo-spartitoria’ -per dirla con le parole del Prof. Campi– utile soltanto a consolidare un sistema profondamente marcio.
Invito perciò coloro che rifiutano l’opposizione della regina, coloro che intendono mantenere le promesse elettorali, a valutare un nome diverso.
Il Movimento 5 Stelle, lista più votata dell’opposizione e seconda dell’Umbria, è la forza politica più adatta a ricoprire quell’incarico: l’investitura di un pentastellato segnerebbe la svolta rispetto a corrivi connubi e durature melasse.
Nel chiedere discontinuità netta con le logiche del passato, il M5S è comunque disponibile a esaminare un nome, purché nuovo. Purché la sua storia non sia d’intralcio con le funzioni di vigilanza e controllo
Purché non sia in fondo… a destra. Questa destra.
Andrea Liberati,
Capogruppo M5S
Consiglio regionale Umbria

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