Il Programma completo del Movimento 5 Stelle per la Regione Umbria
(fonte: www.liberatiumbria.it)
INDICE
Comunità
– Welfare pag. 4
– Salute pag. 8
Economia
– Sviluppo Economico pag. 18
– Umbria Smart Region pag. 22
– Industria pag. 27
– Agricoltura pag. 31
– Artigianato e commercio pag. 35
– Turismo pag. 40
– Trasporti pag. 43
Cultura
- La Regione della Cultura pag. 47
– Istruzione e Università pag. 52
Ambiente
– Ambiente pag. 57
Legalità
– Legalità pag. 67
WELFARE
Da: Il mercato del lavoro provinciale (CPI di Terni) – 3° trimestre 2014:
A fronte delle difficoltà d’inserimento lavorativo sopra evidenziate, continua ad aumentare il numero delle persone in cerca di occupazione, iscritte ai Centri per l’Impiego di Terni e Orvieto. Il dato rilevato al 30/09/2014 è di 35.989 unità, di cui 8.512 stranieri. L’incremento complessivo degli iscritti rispetto alla stessa data dello scorso anno è del 14,2%. La crescita riguarda principalmente i giovani al di sotto dei 30 anni (+20,0%) e gli over 40 (+14,3%). L’aumento degli stranieri è del 17,8%.
Dati Save The Children. Nel 2013 la percentuale di minori in povertà assoluta in Umbria era pari al 13, 8 (raffronto: Campania 14,1%, ).
Il rilancio delle Politiche sociali, in Umbria, passa attraverso la scrittura di un nuovo Piano Sociale. Siamo scandalosamente fermi al 1° Piano Sociale (1999) che è l’unico che ha dato delle direttive sensate e precise. Il secondo (del 2010) non è mai partito visto che era incentrato sul passaggio del personale deputato al Sociale in ATI. Cosa che, puntualmente, non si è mai realizzata.
Insomma siamo fermi al 1999. Nel frattempo tutto è cambiato. L’Umbria si è trasformata, non solo dal punto di vista demografico. La crisi ha stravolto la nostra Regione e la nostra vita. Dal punto di vista di molti indicatori (disoccupazione, minori in povertà assoluta), dal centro Italia siamo scivolati al sud. Siamo davanti ad una nuova e pericolosa povertà. La disoccupazione è aumentata in modo vertiginoso e colpisce giovani, donne ma anche uomini nella fascia 50- 60 anni che difficilmente troveranno un’altra occupazione e che non riescono ad ottenere la Pensione. E nel frattempo le famiglie sono restate a galla grazie ai risparmi accumulati in passato che però adesso stanno finendo. La povertà avanza drammaticamente.
Molte famiglie hanno: 1) Problemi di utenze domestiche: ci sono famiglie (anche con minori) che non si possono più permettere di riscaldare la propria abitazione 2) Problemi sfratti: le famiglie che non pagano l’affitto vengono naturalmente sfrattate 3) Problemi mensa: i bambini non mangiano più a scuola perché la mensa costa troppo 4) Problemi medicine: costano troppo e molti non se le possono permettere 5) Problemi cibo: non ci sono soldi neanche per mangiare. Ormai, davanti a tutto questo, i Comuni, a causa degli sciagurati tagli del Governo, possono fare ben poco. Non ci sono soldi. Insomma i cittadini sono lasciati soli davanti alla loro povertà e alla loro disperazione.
Tutto è cambiato e non abbiamo una programmazione sociale in grado di fronteggiare i problemi della “nuova” Umbria. Bisogna prendere atto della trasformazioni sociali dei nostri territori e cambiare il modo di affrontare i problemi. E fare delle scelte. La Regione in questi ultimi anni ha scelto di non scegliere e non ha più guidato e governato i processi di progettazione e realizzazione delle Politiche Sociali nel nostro territorio.
Ciò che noi proponiamo è che la Regione torni protagonista redigendo un nuovo Piano Sociale che dia nuovi indirizzi partendo dalla realtà. E, prima di scrivere, è fondamentale che essa sappia ascoltare chi nelle istituzioni si occupa del disagio sociale e del personale del Privato Sociale.
LEGGE REGIONALE PER IL REDDITO DI CITTADINANZA
PERCHÉ NESSUNO DEVE RIMANERE INDIETRO. LA POVERTÀ NON È UN REATO.
REDDITO MINIMO GARANTITO. Sperimentazione del Reddito Minimo Garantito, partendo da una dotazione annuale di 250 mln (€ 70 mln da adeguamento canoni concessori idroelettrico e acque alimentari) risparmiati dai costi della politica e garantendo da subito 780 € al mese a 120.000 Umbri per tre anni secondo i parametri che verranno stabiliti. Questa forma di sostegno dei redditi delle famiglie andrà sicuramente ad incrementare i consumi e sostenere, quindi, la crescita economiche delle imprese.
RIFORMA DEI CENTRI PER L’IMPIEGO. Il Movimento 5 Stelle si prefigge di riformare l’attività dei Centri per l’Impiego, nell’ottica di una maggiore efficienza ed efficacia, favorendo concretamente l’incontro tra aziende e lavoratori e razionalizzandone la struttura organizzativa e gestionale. Tramite una moderna piattaforma regionale verranno adeguate le attività di formazione professionale alle reali necessità delle aziende per aumentare le competenze professionali e colmare il divario tra domanda e offerta di lavoro specializzato.
BILANCIO SOCIALE PARTECIPATO
LA REGIONE DEVE ESSERE IN GRADO DI CONOSCERE IL GRADO DI SOFFERENZA DEI PROPRI CITTADINI.
Il Bilancio Sociale Partecipato Regionale è uno strumento che consente di mappare e programmare interventi chirurgici mirati ed efficienti così da garantire una più equa distribuzione delle risorse e parte dal principio di Responsabilità Sociale delle Istituzioni. Il progetto, che prendiamo a riferimento si articola in quattro fasi e prevede un incremento graduale del coinvolgimento dei portatori d’interesse nelle scelte dell’Amministrazione al fine di:
– Riuscire a raggiungere il vero disagio
– Ridurre gli sprechi
– Includere le categorie a tutt’oggi non considerate
– Garantire procedure ufficiali di accesso ai servizi, semplificate e trasparenti Il percorso di dialogo sociale deve essere costruito su misura, nell’ottica di creare legami proficui tra le Istituzioni, i cittadini e le organizzazioni sociali presenti sul territorio. Un processo a tappe, da compiere con consapevolezza, motivazione e professionalità.
FASE 1: COMUNICAZIONE Comunicare con i propri interlocutori per rendere conto delle scelte di attività e dei risultati raggiunti. Il Bilancio Sociale deve essere lo strumento con cui la Regione Umbria analizza le informazioni contenute nei documenti contabili e le rilegge in un’ottica diversa, quella dei portatori d’interesse. Obbiettivo principale è quello di rendere trasparente l’attività dell’Ente Regione ed offrire gli strumenti necessari per poter formulare ed esprimere opinioni e giudizi sull’attività svolta dalle Amministrazioni. È sulla base di un’informazione completa, attendibile e chiara che possono nascere spazi per consultare i cittadini e recepire le loro esigenze, aspettative ed opinioni. Di cruciale importanza per noi è trovare dei nuovi indicatori che possano aiutarci a tracciare una diagnosi puntuale dello stato di salute della comunità Umbra.
FASE 2: CONSULTAZIONE Dalla comunicazione si passa alla consultazione dei cittadini, una fase di ascolto e di studio funzionale ad avere una visione a 360 gradi, una panoramica fedele sullo scenario sociale, creata dall’apporto dei vari portatori d’interesse.
FASE 3: CONFRONTO Si passa pertanto all’organizzazione ed alla gestione degli spazi di discussione, nei quali gli assunti di partenza di Amministrazione e portatori d’interesse si confrontano, si integrano, fino a contaminarsi. Nuovi luoghi della democrazia, attraversando i territori, concepita come processo continuo di costruzione dell’opinione pubblica, del consenso e delle decisioni.
FASE 4: CODECISIONE Infine, il bilancio sociale partecipato trova la sua più completa realizzazione nel momento in cui l’Amministrazione è in grado di coinvolgere i propri portatori d’interesse e, quindi, di decidere insieme e condividere obiettivi, interventi, investimenti. Ciò significa attivare un processo di dialogo e discussione nel quale si realizza una reale apertura dell’Amministrazione alla partecipazione diretta ed effettiva della comunità, che viene chiamata non solo ad esprimersi ma anche ad assumere decisioni.
PRIMO ANNO DI INTERVENTO IN RETE CON LE AMMINISTRAZIONI LOCALI
LA MAPPA DELLA POVERTÀ valutare secondo specifici indicatori le nuove povertà. Si trova ad esempio in questa condizione, chi non trovando lavoro o avendolo perso decide di investire i propri risparmi o la liquidazione in attività commerciale o artigianale, e si trova invece a fallire con l’aggravio di esposizione debitoria nei confronti di banche o pubblici servizi.
CREARE UNA RETE DI DATI CONDIVISA TRA SERVIZI SOCIALI. Ai dati dei servizi sociali devono venir aggregati i dati socio-economici: Camere di Commercio, Associazioni di categoria, Equitalia e altri enti preposti, Agenzia delle entrate, Centri per l’impiego, altri enti pubblici e del privato sociale
RENDICONTAZIONE DELL’ESISTENTE secondo le categorie ufficialmente istituzionalizzate: Persone con disabilità, soggetti psichiatrici, anziani, disoccupati, migranti, famiglie disagiate, minori a rischio.
CONTROLLO capillare del rapporto utente-servizio erogato
FONDO D’EMERGENZA Predisporre un fondo per affrontare le emergenze sociali durante il primo anno.
WELFARE INCLUSIVO
Tutela e supporto delle famiglie monoparentali, giovani coppie, coppie di fatto e famiglie numerose, attraverso sgravi fiscali, sostegno economico diretto ed indiretto, politiche abitative, conciliazione dei tempi di vita e lavoro ed agevolazioni nella partecipazione a bandi.
Interventi e potenziamento dei servizi e strumenti diretti a ridurre ed eliminare tutte le discriminazioni, sostanziali, dirette ed indirette, e violenze di genere.
POLITICHE GIOVANILI: AGENDA 0-18
PERCHÉ DOBBIAMO GARANTIRE IL FUTURO A SE’ STESSO
Conversione della Convenzione ONU sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza in un piano integrato regionale delle politiche giovanili che copra l’intera fascia di età che va da zero fino alla maggiore età.
I GIOVANI PROTAGONISTI DELLE DECISIONI. Agenda 0-18 è’ un partecipato di programmazione delle politiche pubbliche rivolte all’infanzia e all’adolescenza, basato sul coinvolgimento dei diretti interessati e sulla diagnosi della comunità locale come prerequisito per l’assunzione delle decisioni, allo scopo di prevenire il disagio minorile ed educare e sensibilizzare i destinatari alla cittadinanza attiva.
MONITORAGGIO DEL TERRITORIO. Agenda 0-18 avrà come primo obiettivo quello di monitorare la realtà territoriale ed attivare tavoli tematici di concertazione e di programmazione con le pubbliche amministrazioni, le istituzioni e i cittadini o altri enti che operano con obiettivi analoghi. L’azione di sviluppo dell’Agenda dovrà obbligatoriamente coinvolgere i giovani cittadini innanzitutto, le loro famiglie, la rete associativa, la rete scolastica (dagli insegnanti ai dirigenti scolastici).
LA RETE DEI CONSIGLI COMUNALI DEI RAGAZZI. La regione a 5 stelle sosterrà i comuni che hanno istituito o istituiranno il Consiglio Comunale dei Ragazzi da integrare in Agenda 0-18.
OSSERVATORI DELL’INFANZIA E DELL’ADOLESCENZA. Creazione di Osservatori sull’infanzia e l’adolescenza che raccolgano dati sulla popolazione giovanile, sulla qualità della vita, sulla salute, sulla formazione e che soprattutto facciano emergere i bisogni e le esigenze di un mondo in continua trasformazione.
DARE NUOVA LINFA ALLA RETE DI ASSOCIATIVAUMBRA
PERCHÉ SERVE UNA RETE DI SALVATAGGIO IN CASO DI CROLLO SOCIALE
L’emergenza che sta affrontando la popolazione umbra in termini di disagio sociale è un prezzo elevatissimo che si paga ogni giorno sotto ogni aspetto: la perdita del lavoro, la dismissione o il depotenziamento di servizi importanti alla collettività, la mancanza di strumenti di sostegno e di promozione da parte delle istituzioni.
Per questo motivo il sostegno del mondo associativo tra il volontariato, la promozione sociale e i buoni esempi anche di professionisti che mettono a disposizione competenze necessarie è fondamentale. E’ la realtà associativa quella in grado di tamponare quelle situazioni di disagio, dai singoli casi a quelli che coinvolgono intere comunità, in cui le persone sarebbero lasciate sole in condizioni inaccettabili per chiunque.
La regione Umbria ha il dovere, oggi più che mai, di essere attore istituzionale del mondo associativo, senza campanilismi e contro i “cartelli associativi”, sostenendo e alimentando i principi di solidarietà e mutuo-aiuto.
RIFORMA DEL TERZO SETTORE Il M5S in Umbria, anche in virtù del fatto che sta per essere varata una nuova riforma del terzo settore, dei centri di servizi per il volontariato, si farà promotore istituzionale per animare la rete associativa attraverso la conduzione di filoni tematici importanti come la lotta contro le dipendenze, il contrasto al disagio sociale soprattutto giovanile, l’educazione civica e tutti quei temi che il Partito Democratico ha prontamente evitato nel dialogo con i cittadini.
ZERO PRIVILEGI Sappiamo che per anni “i cartelli associativi” hanno concentrato risorse economiche e non, verso i centri di potere politico locale e verso il bacino di voti più conveniente. In un’Umbria a 5 stelle la rete associativa non avrà attori privilegiati se non attraverso la presenza, l’impegno, la competenza e la peculiarità che soprattutto piccole realtà associative hanno.
SALUTE
SIAMO PER UNA SANITÀ PUBBLICA
“La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti. Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana.” ART.32 DELLA COSTITUZIONE ITALIANA.
La sanità è erogata da personale che presta la propria opera in un ampio spettro di specialità che spaziano dal neonato all’anziano, dall’ospedale al territorio. Per realizzare qualsiasi progetto d’innovazione e trasformazione è fondamentale una nuova visione culturale nella quale la condivisione, il senso di responsabilità per il raggiungimento degli obiettivi, la partecipazione, coinvolgono sia il personale sanitario che i cittadini:
LA DIGNITÀ, LA QUALITÀ DELLA VITA E IL BENESSERE PSICO-FISICO DELLA PERSONA COME ELEMENTI IMPRESCINDIBILI DELLE DECISIONI. Poniamo la persona al centro delle decisioni che riguardano la progettazione dell’assistenza sanitaria e desideriamo che questi principi siano fatti propri da tutti gli attori coinvolti nel mondo della sanità, prima di riuscire a trasmetterli all’utente, considerato oggi, un collaboratore centrale e non un ricevente passivo. La medicina è oggi in grado di curare sempre di più, ma non sempre di guarire; pensiamo ad esempio ai dializzati, trapiantati, cardiopatici, diabetici, oncologici, ecc. Esiste una moltitudine di persone che convive, a lungo, con una più o meno buona qualità di vita, con la malattia e ha bisogno di cure e monitoraggi continui. Occorre quindi un rinnovato sistema (ospedale-territorio) sufficientemente integrato per fornire risposte appropriate alle aspettative attuali in termini di emergenza-urgenza, accesso, diagnosi, terapia, continuità assistenziale.
LA QUALITÀ COME CONCETTO MULTIDIMENSIONALE. È necessario tenere conto delle profonde rivoluzioni in atto nella sanità conseguenti ad una straordinaria evoluzione delle tecnologie: dalla diagnostica di laboratorio a quella per immagini, dalle tecniche chirurgiche a quelle anestesiologiche e rianimatorie, dalla genetica ai trapianti, etc.
EFFICACIA ED EFFICIENZA. Noi crediamo che il concetto di efficacia si traduca in qualità del servizio offerto e si misuri con le adeguate risorse umane, le competenze, la formazione continua, un’adeguata comunicazione, le migliori dotazioni tecnologiche, l’attenzione al cliente interno ed esterno, un buon clima relazionale tra il personale. Riteniamo che l’efficienza si traduca nella buona gestione dei servizi e si misuri con la capacità di rendere tanto più snella, quanto fruibile e trasparente l’organizzazione sanitaria e amministrativa con i suoi Atti e le sue Delibere Regionali e Aziendali. Recuperare risorse senza incidere sulla qualità del servizio si può, basta far fronte a tutte quelle situazioni e comportamenti di natura clientelare che in tutti questi anni hanno generato un fiorire di scatole cinesi inutili per la qualità delle cure, ma necessarie per “ingrassare” il sistema massonico- mafioso attraverso nomine dirigenziali, primariati, strutture complesse, posizioni organizzative, coordinamenti, appalti, consulenze etc. Per un utile ed efficiente consolidamento, riteniamo fondamentale la creazione della Centrale Unica Regionale di acquisti di beni e servizi, sanitari e non sanitari, nonché un Centro Unico per i concorsi e la selezione del personale sanitario e amministrativo.
LISTE D’ATTESA E INTRAMOENIA
BASTA CON LE ATTESE INFINITE E GLI APPUNTAMENTI FISSATI A DISTANZA DI ANNI. I PROBLEMI VANNO RISOLTI QUI ED ORA.
Nonostante i proclami che spesso leggiamo sulla stampa, quello delle liste d’attesa per eseguire esami o essere sottoposti a visite di tipo specialistico nelle strutture sanitarie umbre rappresenta un vero e proprio una problema. Le liste d’attesa estenuanti sono dovute a più fenomeni concomitanti:
– sottodimensionamento del numero degli ambulatori - sottoutilizzazione delle apparecchiature radiologiche - scarsa appropriatezza delle prescrizioni dei medici di base - sfiducia della popolazione nella qualità del servizio di alcune strutture periferiche – importante flusso di mobilità sanitaria da alcune regioni del sud
Se la regione Umbria, con innovato spirito concorrenziale liberista ritiene di poter sopperire alla mancanza di offerta di servizi sanitari di alcune regioni limitrofe, senza prima aver risolto importanti problemi regionali come il ricovero nei corridoi di numerosi pazienti, SBAGLIA. Le prescrizioni dei medici di base e di reparto dovrebbero essere sottoposte al vaglio, predisponendo una opportuna filiera di controllo con provvedimenti concreti contro quei medici che si ostinassero a non valutare con la necessaria attenzione clinica i pazienti sottoposti loro ad indagine.
CREAZIONE DI UN LABORATORIO REGIONALE DI FORMAZIONE SANITARIA in modo da garantire agli operatori un adeguato aggiornamento su linee guida, e raccomandazioni utili al miglioramento dell’appropriatezza prescrittiva, diagnostica e terapeutica. Promuovere, inoltre, forme d’interscambio tra professionisti di aziende sanitarie diverse, ancora meglio se di altre regioni, allo scopo di favorire, tramite il confronto, la nascita di una rete di informazioni su esperienze, comportamenti e modelli diversi, verso aspetti comuni, al fine di migliorare la qualità assistenziale.
INTERRUZIONE DELL’ATTIVITÀ INTRAMOENIA DI FRONTE ALLE CHILOMETRICHE LISTE D’ATTESA così come previsto dalla normativa. Ad oggi, al contrario, si è pensato invece di compensare invece, i tagli del governo alle regioni, aumentando del 20% il costo degli esami eseguiti in libera professione all’interno delle strutture pubbliche.
ADOZIONE DI INDICATORI COSTO-QUALITÀ PER IL MONITORAGGIO DEI SERVIZI EROGATI e messa sotto controllo dell’efficienza ed dell’efficacia. Efficacia significa qualità delle cure, Efficienza significa opportuna gestione dei processi di erogazione del servizio. Prendiamo a riferimento le strutture virtuose per adottare modelli funzionanti.
INTEGRAZIONE DEI SISTEMI INFORMATIVI E COMPLETA DIGITALIZZAZIONE DELLE PRESCRIZIONI. Pretendiamo modalità e risorse per l’integrazione dei sistemi informativi tra ospedali e territorio attraverso la digitalizzazione completa delle prescrizioni, delle prenotazioni, dei referti e la creazione di una cartella sanitaria elettronica unica, in dotazione agli ospedali, intercomunicabile con il territorio.
OSPEDALE E TERRITORIO
FUORI DAL MODELLO “OSPEDALOCENTRICO” VERSO UN SISTEMA DI ASSISTENZA INTEGRATO IN UN’ORGANIZZAZIONE ARMONIZZATA E SINERGICA DELLA RETE DEI SERVIZI.
L’Ospedale, come nodo importante di una rete (network), che garantisca pari dignità alle altre strutture e agli altri nodi del sistema. In una catena la forza finale è quella data dall’anello più debole, bisogna agire quindi su tutti i livelli al fine di evitare che l’ospedale sia subissato di richieste improprie e soffocato dall’erogazione di prestazioni a bassa complessità erogabili meglio, con minor disagio dei cittadini e a minor costo, in altre strutture del sistema, dislocate sul territorio, in stretto collegamento sinergico.
SPOSTARE IL BARICENTRO DAL’OSPEDALE AL TERRITORIO, sviluppare e valorizzare i percorsi di continuità tra la fase acuta di ospedalizzazione ed il post ricovero, fornire ai servizi di assistenza territoriale gli adeguati strumenti e risorse per migliorare il livello di efficienza e di capacità di presa in carico dei cittadini, garantendo loro un processo efficace di supporto sociale ed assistenza sanitaria che punti all’equità, alla fruibilità e alla loro partecipazione nella programmazione dei servizi, alla valutazione delle attività e dei risultati di salute.
ORGANIZZAZIONE TERRITORIALE COME UNICO PUNTO DI ACCESSO AL DI FUORI DELLE EMERGENZE. Tranne che per le emergenze-urgenze, l’organizzazione territoriale deve essere il punto unico di accesso, attraverso il quale si realizza la presa in carico da parte del SSN e l’affido dell’utente all’equipe che ne ha la specifica competenza.
EMERGENZA URGENZA
STOP AL SOVRAFFOLLAMENTO E ALLE ATTESE INTERMINABILI NEI PRONTO SOCCORSO.
Il sovraffollamento dei pronto soccorso, le forti tensioni che spesso si innescano per le estenuanti attese prima della visita, le astanterie stracolme di persone in attesa di valutare il loro ricovero, accalcati ovunque, anche nei corridoi, come lazzaretti, perché nei reparti non c’è posto; sono tutti indicatori del problema. Tagli lineari scellerati, su posti letto dei reparti, sul personale, sulle attrezzature; accessi impropri perché spesso i cittadini, consigliati anche dal proprio medico, non trovano un’adeguata risposta ai loro bisogni sul territorio: le case della salute aperte H 24 con medici, pediatri, personale infermieristico e ostetrico e gli ospedali di comunità, pensasti per quei cittadini che hanno bisogno di prolungare per un periodo limitato la permanenza in un ambiente clinicamente protetto, per completare i cicli di terapia e per la stabilizzazione delle condizioni cliniche si tratta per lo più di pazienti fragili, affetti da più malattie, con compromissione delle funzioni cognitive e motorie, sono rimasti sino adesso, sulla carta del “Patto di Salute”(3), lettera morta; la logica conseguenza è che le famiglie che se ne fanno carico, abbandonate a se stesse a causa di una inefficace assistenza domiciliare diretta o indiretta, sono costretti, in breve tempo, a rivolgersi, di nuovo, al pronto soccorso.
Quali le proposte? In attesa del reale potenziamento del territorio previsto, esistono modelli organizzativi e procedurali che coinvolgono il personale medico ed infermieristico, utilizzati già in altre regioni, e in grado, se ben governati, di abbattere i tempi d’attesa almeno al pronto soccorso:
PROGETTO “SEE & TREAT” riduce in modo sostanziale i tempi d’attesa, destinando i cosiddetti “codici minori” in un percorso assistenziale rapido ma efficace gestito interamente dall’infermiere competente. Un altro semplice progetto, una variante del “Fast-track di pronto soccorso” utilizzato per gli accessi diretti nelle emergenze specialistiche (oculistica, otorino, ostetricia), prevede che al momento del “Triage”, l’infermiere addetto e competente, riconoscendo l’utente in un profilo diagnostico stabilito, definito e condiviso in precedenza con i medici, possa lui stesso richiedere gli eventuali esami ematici e di diagnostica per immagine appropriati, in modo tale che, al momento della visita, gli esami siano già a disposizione del medico con un notevole risparmio di tempo.
POLITICHE ADEGUATE PER LE PERSONE CON DISABILITA’ E LE LORO FAMIGLIE
LA LIBERTÀ DI SCELTA VERSO LA PRESA IN CARICO GLOBALE E LA CONCRETA APPLICAZIONE DELLA DICHIARAZIONE ONU DEI DIRITTI DELLE PERSONE CON DISABILITÀ.
Applicheremo la Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità(6), del 13 dicembre 2006, ratificata con legge dallo Stato italiano, con Legge n.18/ 2009, la quale sancisce il diritto di tutte le persone con disabilità a vivere nella società, con la stessa libertà di scelta delle altre persone e che impone l’adozione di misure efficaci ed adeguate al fine di facilitare il pieno godimento da parte delle persone con disabilità di tale diritto e la loro piena inclusione e partecipazione nella società.
DIRITTO ALLA VITA INDIPENDENTE ad ogni persona con disabilità come sancito dalla dichiarazione ONU dei diritti delle persone con disabilità: Il M5S proporrà una legge regionale per la vita indipendente progettata con le persone con disabilità e le loro famiglie e con la rete associativa.
PROMUOVERE LA DEISTITUZIONALIZZAZIONE ( il ritorno a casa da istituti ,casi di riposo, Rsa e case famiglia ) per chi desidera e può rientrare nella propria famiglia di origine o intraprendere un percorso di vita indipendente.
LIBERTÀ DI SCELTA garantendo il diritto di scelta per l’assistenza sia essa diretta, indiretta o mista. Tale scelta deve essere esercitata dalla persona con disabilità (qualora non potesse) dai familiari e dai servizi sanitari che si occupano della presa in carico
ASSISTENZA DOMICILIARE DIRETTA Riassegneremo le adeguate risorse al territorio per l’assistenza domiciliare diretta alle persone con gravi disabilità allo scopo di ridurre le cause che limitano la loro autonomia e per evitare, inoltre, il ricovero in strutture residenziali o i numerosi accessi impropri ai pronto soccorso su decisioni del medico di famiglia, degli stessi disabili o dei propri familiari abbandonati a stessi dalle strutture sanitarie. Il territorio che prende in carico il disabile, con personale dedicato secondo le esigenze, provvederà, a casa della persona disabile, a garantire le prestazioni assistenziali opportune.
ASSISTENZA DOMICILIARE INDIRETTA come scelta in alternativa della assistenza domiciliare indiretta. L’assistenza domiciliare indiretta è sancita dalla legislazione nazionale e consiste nell’erogazione di un contributo economico per l’autogestione dell’aiuto personale della persona con handicap sia da parte di un familiare -“Caregiver”- sia mediante l’instaurazione di un rapporto di lavoro con un operatore di fiducia. La Regione Umbria è una delle pochissime regioni italiane a negare l’assistenza indiretta; abbiamo ascoltato il grido di molte persone disabili e delle loro famiglie e lo porteremo in Regione, perché sia ascoltato e soddisfatto. Flessibilità assoluta degli Interventi (unica garanzia per evitare il ricorso agli istituti) assegno di cura – per coloro (cargivers) che decidono di affrontare in autonomia l’assistenza dei propri cari. assegno badante -per chi delega ad assistenti di libera scelta (libera scelta è da intendersi in senso assoluto). Non è accettabile che per ottenere i finanziamenti pubblici si debba obbligatoriamente attingere ad elenchi predeterminati.
APRIREMO TUTTI I CASSETTI E LE PORTE: quanti piani personalizzati vengono finanziati e con quali e quanti fondi? Nessuna scadenza per accedere ai finanziamenti. Come vengono impiegati i fondi pubblici dai cittadini? Controlli e verifiche continue nelle realtà residenziali per evitare maltrattamenti e arbitri ai danni dei soggetti più indifesi.
ADOZIONE DEL FASCICOLO BIO-PSICO-SOCIALE(7) .
PROPOSTA DI COMMISSIONE UNICA SPERIMENTALE
INVALIDITA’ CIVILE PER LA REGIONE UMBRIA
L’invalidità Civile comprende domande di:
Invalidità Civile
104/92 ( valutazione del grado di Handicap)
68/99 (disabilità per iscrizione liste speciali di collocamento)
Cecità Civile
Sordità
Preambolo
Per la presentazione delle domande d’invalidità è necessario un certificato medico inviato telematicamente dal medico CERTIFICATORE che è solitamente il proprio medico curante. Il medico rilascia un numero univoco di certificato stampando l’attestato di trasmissione e il certificato che rilascerà al richiedente. I cittadini possono inviare personalmente con PIN richiesto all’INPS o tramite patronato le domande telematicamente all’Inps, che dal 1 Gennaio 2010 con la L.102/2009 ha preso in carico l’invalidità civile nella sua interezza.
In realtà chi effettua la visita in prima istanza sono le commissioni ASL che svolgono l’attività FUORI dall’orario di lavoro. I verbali vengono redatti su una procedura informatica messa a disposizione dall’INPS condivisa con le commissioni ASL.
Una volta definito un primo verbale definitivo ASL questo passa alla commissione INPS che decide se avallare il giudizio medico legale espresso dalla commissione ASL o sospendere per visita diretta il verbale da rivalutare. Nell’attività dell’invalidità civile erano comprese anche le revisioni dei verbali in cui c’è una scadenza, appunto per revisione.
Queste visite di revisione venivano effettuate fino al 9 Marzo 2015 sempre in prima istanza dalle commissioni ASL seguendo lo stesso iter descritto sopra. Si è voluto presentare un po’ la situazione per poi cogliere le differenze. Cosa è cambiato da 11/08/2014?
Con la L.114/2014 le competenze per le revisioni sanitarie in invalidità civile sono di esclusiva competenza dell’Inps, questo già significa un risparmio economico e un miglioramento del servizio. Rimangono ancora in carico le prime istanze alle commissioni ASL. In alcune realtà regionali come per esempio la Campania in particolare la provincia di Avellino, ancora prima dell’arrivo di questa legge, attraverso un accordo Regione/INPS è stato possibile fare al livello sperimentale la Commissione Unica.
Qui di seguito c’è la parte del documento che è stato sottoscritto dalle due parti.
PROTOCOLLO SPERIMENTALE D’INTESA TRA LA REGIONE CAMPANIA E L’INPS PER L’AFFIDAMENTO DELLE FUNZIONI RELATIVE ALL’ACCERTAMENTO DEI REQUISITI SANITARI IN MATERIA DI INVALIDITA’ CIVILE
La Direzione Regionale Inps per la Campania e la Regione Campania hanno sottoscritto, in data 27 giugno 2013, un protocollo d’intesa in base al quale, a partire dal 1° luglio 2013 l’accertamento e la rivedibilità dei requisiti sanitari di invalidità civile, cecità civile, sordità civile, handicap e disabilità di competenza dell’Azienda Sanitaria Locale di Avellino saranno affidati all’Inps, che subentrerà nell’esercizio di tutte le funzioni di accertamento e di rivedibilità dei requisiti sanitari finora di competenza delle Commissioni mediche della Asl di Avellino e anche nella gestione delle domande di accertamento tuttora giacenti.
Le attività di accertamento sanitario, oggetto del protocollo d’intesa, si svolgeranno presso la sede provinciale INPS di Avellino, via Roma n° 17, 83100 Avellino (www.inps.it)
Che cosa significa? Creando una commissione unica viene eliminata la prima visita da fare presso le commissioni ASL, ne consegue un risparmio sotto il punto di vista economico non indifferente si parla in ordine di milioni di euro in un anno. Inoltre il cittadino non deve più fare doppia, tripla trafila di visite, in quanto tante più domande ha presentato più visite dovrà sostenere, poiché le commissioni sono una per ogni domanda, in molte realtà ASL. La visita effettuata presso la commissione unica INPS quindi darebbe luogo alla velocizzazione del rilascio del verbale non solo di una domanda ma di tutte le istanze che il cittadino ha precedentemente inviato, dato che i verbali vengono redatti in un’unica visita. Si può immaginare la differenza di servizio che consegue ed il risparmio per le casse della regione e dei cittadini. Il risparmio economico c’è poiché chi paga indennizzo economico è l’INPS quindi oltre che dalla modalità di visita, che by passa le commissioni ASL determinando un risparmio, evita tutte quelle forme di clientelismo e accondiscenda e favoritismo che possono insinuarsi nei troppi passaggi di una attività come questa. Inoltre c’è da segnalare che per le domande in cui è presente una patologia oncologica, questa è regolata dalla L.80/2006 che impone una tempistica di 15 giorni per l’invio del verbale all’interessato rispetto ai 30 per le altre domande ordinarie. Questi tempi spesso e volentieri non vengono rispettati e di conseguenza si viola la legge. Le cause di questo vanno analizzate più dettagliatamente poiché non tutte le realtà regionali lavorano allo stesso modo al livello di ASL o non sono al passo con la tempistica. Concludendo la nostra proposta può essere quella di avviare per la regione Umbria la Commissione Unica Sperimentale, in modo che a distanza di un anno, si possa verificare il risultato e magari dare una spinta affinché si possa profilare una legge nazionale, che sancisca il passaggio totale delle competenze all’INPS.
PROGETTO GRAVIDANZA FISIOLOGICA
PER AVVICINARE LA DONNA ALLA FIGURA APPROPRIATA E COMPETENTE ALL’ASSISTENZA DEL PERCORSO DI NASCITA
Qui in Umbria la potente “casta” dei medici ginecologi ha devastato, con un’informazione distorta, il naturale percorso assistenziale che trova il suo fondamento nel concetto che la gravidanza e la nascita sono eventi fisiologici basati sulla naturale capacità della donna di vivere l’esperienza della nascita, accompagnata dalla quantità minima di interventi necessari. Spesso invece, grazie a questo tipo d’informazione, le gestanti si sottopongono, senza una adeguata informazione, a test diagnostici, anche invasivi, inappropriati per numero e per specificità (ecografie e amniocentesi) che comportano un maggiore rischio di complicanze durante la gravidanza, con sforzi economici notevoli, per le giovani coppie, a causa delle consulenze private dei medici e i test eseguiti in centri privati. Quello che ne consegue è che ricorrono ai consultori ostetrici solo famiglie extracomunitarie o famiglie italiane con problemi economici. La figura dell’ostetrica, in questo contesto, è rilegata al mero compito di “collaborante” fuori e dentro la sala parto.
IL PROGETTO GRAVIDANZA FISIOLOGICA avvicina la donna alla figura appropriata e competente all’assistenza del percorso nascita nella gravidanza a basso rischio; rappresentata dall’ostetrica(5) e non dal medico ginecologo come molti sono propensi a credere. L’accoglienza da parte dell’ostetrica – presente nel consultorio – costituisce un momento privilegiato sia per la donna che per l’ostetrica stessa: La gestante, trova uno spazio e una persona a lei dedicata per l’ascolto dei suoi bisogni di utente, nel contempo, l’operatore ha la possibilità di presentare l’offerta dei servizi, completamente a carico del SSN, ed orientare alle scelte assistenziali più appropriate. Ciò rappresenta un passo fondamentale di educazione alla salute e alla consapevolezza delle scelte giuste, anche nel rispetto sociale della spesa pubblica e privata.
UMBRIA REGIONE CARDIOPROTETTA
LA DIGNITÀ, LA QUALITÀ DELLA VITA E IL BENESSERE PSICO-FISICO DELLA PERSONA COME ELEMENTI IMPRESCINDIBILI DELLE DECISIONI.
Non tutte le strutture pubbliche della Regione sono dotate di defibrillatori e, laddove presenti, spesso mancano le persone che lo sappiano o che lo possono utilizzare. Il progetto si prefigge l’obiettivo di sensibilizzare l’opinione pubblica su un argomento sempre più attuale: esso consiste nel capillare posizionamento dei defibrillatori nei punti strategici della Regione (scuole di ogni ordine e grado, uffici pubblici, ecc) prevedendo anche corsi di formazione e di certificazione all’uso degli stessi dispositivi. Tale progetto si rivolge non solo ai dipendenti pubblici ma anche a chi, con il proprio lavoro assistenziale, è spesso in contatto con persone, più a rischio di altre, di morte cardiaca improvvisa. Questi operatori, devono essere messi in grado di poter effettuare delle manovre salvavita di base e, se ne hanno la possibilità, di poter utilizzare un dispositivo di defibrillazione.
IL PROGETTO UMBRIA REGIONE CARDIOPROTETTA. Una volta formate e certificate le persone individuate nel progetto stesso, si occuperà anche del loro aggiornamento affinché le conoscenze acquisite non vadano perdute. Non si limita solo al problema dell’adulto, ma affronta anche questioni di primo soccorso pediatrico come le manovre opportune da mettere in atto per la improvvise ostruzioni delle vie aeree del bambino.
PREVENZIONE
LA DIGNITÀ, LA QUALITÀ DELLA VITA E IL BENESSERE PSICO-FISICO DELLA PERSONA COME ELEMENTI IMPRESCINDIBILI DELLE DECISIONI.
CONSUMO CONSAPEVOLE E AUTOGESTIONE DELLA SALUTE. Promuovere stili di vita e scelte di consumo consapevoli per sviluppare l’autogestione della salute attraverso campagne informative sulla prevenzione e attraverso personale sanitario come infermieri, farmacisti, ostetriche e coinvolgendo anche medici di medicina generale, pediatri e istituzioni scolastiche.
EDUCAZIONE ALL’USO DEI FARMACI. Creazione di un programma di educazione permanente sul corretto uso dei farmaci come ad esempio antibiotici (sui loro rischi e benefici) specialmente quelli da banco a cui c’è libero accesso.
EDUCAZIONE SESSUALE. Creazione di un programma di informazione e prevenzione riguardante il proprio corpo, l’educazione sessuale, l’affettività ed i temi correlati a malattie sessualmente trasmissibili (MST), HIV ed altre malattie infettive (ad es.: tubercolosi) già a partire dalle scuole primarie. Programmi di prevenzione nei luoghi di aggregazione giovanile (ad esempio il test CBT – HIV).
RIDUZIONE DEL DANNO E INFORMAZIONE SUGLI EFFETTI DELLE DIPENDENZE. Incentivare l’informazione riguardante gli effetti e i sintomi collaterali delle varie tipologie di sostanze stupefacenti naturali e sintetiche, alcool e fumo, radiazioni UV, dispositivi cellulari, gioco d’azzardo a partire dalle scuole e nello stesso tempo promuovere campagne pubblicitarie per disincentivarne l’utilizzo.
EDUCAZIONE ALIMENTARE nelle scuole di ogni ordine e grado inserendo la materia nei programmi scolastici e in ambito più ampio rivolto anche agli adulti/genitori con l’obiettivo di creare una consapevolezza ed un’educazione alimentare diffusa mediante, ad esempio, progetti quali peer-education sfruttando la rete da casa o mediante incontri programmati presso i distretti. Individuare le criticità più importanti dal punto di vista delle cattive abitudini in modo da consentire un intervento mirato su di esse (es. distributori automatici nelle scuole/uffici/lavoro) e favorire lo sviluppo di modelli commerciali con offerta di alimenti di qualità dal punto di vista nutrizionale, possibilmente tipici e di stagione.
FAVORIRE, INCENTIVARE E PROMUOVERE L’ATTIVITÀ FISICA sia per i bambini che per gli adulti magari prevedendo la detraibilità di parte delle spese e creando collaborazioni con società sportive e federazione per facilitare la pratica sportiva( magari attraverso sgravi fiscali o altre agevolazioni per le società). Incentivare e favorire l’uso della bicicletta e il piedi bus dove possibile, organizzare giornate di attività fisica gratuite nel proprio territorio in collaborazione con palestre. Ampliare l’attività ginnico sportive nelle scuole di ogni ordine e grado per esempio attraverso tornei tra scuole, giochi della gioventù… in modo da favorire anche l’aggregazione sociale.
SICUREZZA NEI LUOGHI DI LAVORO. Incentivare maggiormente le imprese che investono e che si impegnano per la sicurezza attraverso agevolazioni fiscali e assistenza gratuita. Diminuire gli oneri che le aziende devono sostenere per la sicurezza in modo tale da reinvestirli in sicurezza obbligatoriamente. Informare e preparare i lavoratori riguardanti le malattie professionali a cui possono andare incontro durante lo svolgimento delle proprie mansioni e far capire loro l’importanza dei dispositivi di protezione e le norme di comportamento per proteggersi. Promozione della sicurezza in ambito casalingo.
SCREENING. Continuare con i programmi di screening già attivati come efficaci nel panorama scientifico nazionale ed europeo (Pap test, screening senologici, del colon retto). Informare la popolazione in modo tale da far aderire il maggior numero di persone-Monitoraggio di eventuali nuove malattie e riacutizzarsi di altre come tubercolosi.
SICUREZZA ALIMENTARE E CONTROLLO DELLA FILIERA. La Sorveglianza Epidemiologica è essenziale per la gestione, prevenzione e controllo delle malattie degli animali, delle zoonosi e della sicurezza alimentare, per cui è importante monitorare e sorvegliare tutta la filiera a partire dalle stalle e passare per la salute e alimentazione degli animali fino ad arrivare al cibo messo in tavola.
MEDICINA NON CONVENZIONALE
LIBERTÀ DI SCELTA TERAPEUTICA DEL CITTADINO E LIBERTÀ DI CURA DA PARTE DEGLI OPERATORI SANITARI.
Nel nostro paese sta crescendo l’attenzione alla medicina non convenzionale (MNC) e attualmente tale forma di medicina non si pone più in termini di assoluta contrapposizione con la medicina convenzionale. Da qui parte la proposta di integrare le terapie non convenzionali nel Piano del Servizio Sanitario Regionale. L’esigenza nasce dal principio della libertà di scelta terapeutica da parte del cittadino e di cura per gli operatori sanitari; queste terapie possono anche essere valutate come uno strumento per la promozione/produzione di salute, del progressivo cambiamento degli stili di vita in senso salutista, della riduzione del consumo dei farmaci e come prospettiva di una sempre maggiore umanizzazione delle cure. Dall’altro lato è opportuno vigilare e garantire la qualità della prestazione e individuare chi fa che cosa e come.
INDAGINE SULLA RICHIESTA E SULLE ATTIVITÀ ESISTENTI. Valutare la richiesta di questo tipo di terapia nella Regione Umbria, censire le attività esistenti sul territorio, censire la documentazione scientifica e legislativa, la presenza di servizi di agopuntura, omeopatia e fitoterapia nelle strutture del servizio sanitario regionale, appoggiare la formazione e l’aggiornamento degli operatori del servizio sanitario pubblico e la sperimentazione di terapie non convenzionali in strutture pubbliche.
FONDO A SOSTEGNO E ALLO SVILUPPO DELLA MEDICINA NON CONVENZIONALE una volta presenti nel servizio sanitario regionale sulla base di progetti specifici e di destinare dei fondi reperibili, anche tra soggetti privati, e coinvolgendo le università, per progetti di studio e di ricerca per verificare l’efficacia delle terapie non convenzionali in patologie specifiche.
DEFINIZIONE LINEE GUIDA ALL’USO per i medici di medicina generale sul loro uso e delle linee guida per la formazione degli operatori in collaborazione con gli ordini dei medici. Un altro ambito che si deve tener presente e regolamentato, li dove si hanno delle carenze, è quello delle Discipline Bio- Naturali che includono pratiche come la naturopatia, la pranoterapia, la riflessologia, lo shiatsu le quali stimolano le risorse naturali dell’individuo e sono mirate al benessere e a migliorare la qualità della vita.
LEGGE REGIONALE DELLA MEDICINA NON CONVENZIONALE. Riconoscimento, promozione e l’utilizzo terapeutico di ambulatori di medicina non convenzionale (MNC) come: l’agopuntura l’omeopatia e la fitoterapia, la regolamentazione delle discipline del benessere naturale (DBN), in una collaborazione sinergica di medicina integrata (MI) e medicina convenzionale. L’approccio integrato viene utilizzato per il trattamento di molte malattie croniche quali: malattie reumatiche, esiti di traumi e di ictus, riabilitazione ortopedica e neurologica, dolore cronico, patologie respiratorie, gastrointestinali; dermatologiche, allergie, asma e per contenere gli effetti collaterali della chemioterapia in oncologia e nelle cure palliative, riducendo l’assunzione di farmaci, riducendo la spesa farmaceutica e migliorando la qualità della vita. Implementando attraverso l’inserimento di quelle discipline riconosciute, ma non ancora regolamentate l’espressione di un reale pluralismo di approcci scientifici, con la semplicità di poter accedere a questo tipo di cure attraverso la ricettabilità da parte del medico di medicina generale e la prenotazione attraverso CUP e FarmaCup mantenendo altresì l’esenzione Ticket per quei malati che necessitano di cure per patologie croniche ed oncologiche. Un esempio importante da prendere in considerazione e quello dell’Ospedale di Medicina Integrata dell’ospedale di Pitigliano in provincia di Grosseto(11) .
ZERO WASTE HEALT
PER UNA SANITÀ ECO-COMPATIBILE E PER
L’APPLICAZIONE DELLA STRATEGIA RIFIUTI ZERO.
Il M5S ha la volontà di ricercare sempre soluzioni innovative e di buon senso: abbattendo i costi di gestione di processi non direttamente collegati all’erogazione dei servizi sanitari, creando un plus-valore da reinvestire in salute, con una gestione, inedita per le aziende sanitarie umbre, delle tonnellate di rifiuti ospedalieri infetti prodotti ogni anno.
PLASTICA ZERO, UN PROGETTO ECOSOSTENIBILE PER GLI OSPEDALI DELL’UMBRIA. Cambiare la modalità di somministrazione d’acqua ai degenti, passando dalle bottiglie di plastica all’acqua corrente dell’acquedotto comunale e fornire i pasti utilizzando stoviglie riutilizzabili. L’acqua del rubinetto è sottoposta al controllo quotidiano del gestore e ai controlli periodici dell’ASL, è sicura e disponibile tutti i giorni dal rubinetto. La proposta prevede l’installazione nei reparti di distributori automatici collegati alla rete idrica dell’acquedotto comunale. L’acqua erogata, raccolta in una brocca di vetro o di altro materiale riutilizzabile viene portata direttamente al letto del paziente. Vengono inoltre usate stoviglie di materiale riutilizzabile (come ceramica, metallo, vetro) per la distribuzione dei pasti. Con l’acqua in brocca e le stoviglie riutilizzabili, stop alle tonnellate di materiale plastico prodotto ogni anno. Per 1kg di plastica occorrono 2kg di petrolio e 17 litri di acqua. Il costo medio che l’ASL paga al fornitore per 1 litro di acqua è di circa 0.70 euro. L’acqua del rubinetto ha un costo medio di circa 2 euro ogni 1000 litri.
NO INCENERIMENTO RIFIUTI OSPEDALIERI. Attualmente questo tipologia di rifiuti può essere smaltita ad un costo di circa 1.5 euro circa al Kg esclusivamente tramite incenerimento ad un costo di trasporto di circa 90 euro. Un macchinario apposito, una sorta di sterilizzatore-trituratore,(2) con un procedimento chimico-fisico, consente l’abbattimento della carica microbica e la riduzione del peso del 30% e del volume del 60-70%. Il materiale di risulta che ne deriva è una matrice sterile, assimilabile ai rifiuti urbani, differibile in discarica al costo di circa 0.30 euro al Kg. Al vantaggio sul piano economico si somma quello sul piano ambientale, perché, attualmente i rifiuti sanitari speciali non trattati, vanno solamente inceneriti con emissioni di fumi nell’ambiente altamente inquinanti. Pensiamo ad un unico centro regionale di trattamento dove possono afferire, oltre ai rifiuti sanitari degli enti pubblici, quelli di tutte le attività private del territorio umbro. (laboratori privati, ambulatori veterinari, studi odontoiatrici, ecc).
TRASPARENZA E PARTECIPAZIONE
LE PUBBLICHE AMMINISTRAZIONI APERTE AL CONTROLLO DEI CITTADINI ED INCLUSIVE NEI PERCORSI DI PROGRAMMAZIONE.
Per garantire la trasparenza dell’operato delle pubbliche amministrazioni i controlli esterni a carattere partecipativo sono necessari. La Commissione sui Determinanti Sociali della Salute dell’OMS ha dichiarato che “…l’assistenza sanitaria non è una merce da mercato ma un common”. Per ‘common’ la tradizione giuridica anglosassone intende “Beni che sono proprietà di una comunità e dei quali la comunità può disporre liberamente Nell’ottica di incoraggiare un contrasto di tipo preventivo alla cattiva gestione del bene pubblico il ruolo del controllo civico assume un rilievo fondamentale. Del resto trasparenza, partecipazione e collaborazione sono i capisaldi di una “amministrazione aperta”. Quindi, se da un lato la Pubblica Amministrazione deve consentire la verificabilità del proprio operato e porre le basi per una politica inclusiva, dall’altro ogni cittadino, in virtù del principio costituzionale di sussidiarietà orizzontale, ha il diritto ma anche il dovere di informarsi partecipare e interrogare chi lo amministra, pretendendone la rendicontazione e la partecipazione alle scelte strategiche e decisionali. La trasparenza è ormai considerata un diritto di cittadinanza e uno strumento di crescita e di autodeterminazione della società civile ma, come tutti i diritti, deve essere esercitato altrimenti perde di valore e significato. In Italia l’attuale disciplina sulla trasparenza non è adeguata agli standard europei. Nel 2014 il Governo Italiano è stato bocciato, dall’OGP (organismo formato da ministri e capi di stato europei) perché giudicato “chiuso alla partecipazione e alla società civile” e “non in grado di assicurare sanzioni adeguate nei confronti dei funzionari pubblici inadempienti”.
COINVOLGIMENTO DEI COMITATI DI CITTADINI competenti su varie tematiche sanitarie e amministrative al fine di partecipare attivamente alle scelte strategiche delle Aziende Sanitarie Umbre. Avranno potere decisionale sulla redazione del contenuto della carta dei servizi, di atti e delibere aziendali riguardo servizi, gestione del personale, aspetti premianti, avanzamenti di carriera, organigramma aziendale, spesso gestiti in modo squisitamente clientelare. inoltre, faranno parte delle commissioni tecniche specifiche per l’acquisto di risorse tecnico-strumentali e per l’edilizia sanitaria.
SELEZIONE PARTECIPATA DELLE CARICHE APICALI. La decisione dei cittadini deve essere tenuta in considerazione anche per la valutazione e la selezione della cariche apicali della dirigenza che non dovrà più avvenire a porte chiuse con l’uso di criteri esclusivamente politici e con scelte unilaterali.
PUBBLICAZIONE DEI CURRICULA. Dovranno essere pubblici i curricula dei direttori generali, dei dirigenti e del personale del comparto nonché gli obiettivi assegnati e quelli raggiunti. Lo stipendio e la componente premiante dovranno essere necessariamente collegati al raggiungimento degli obiettivi di efficienza si, ma soprattutto di efficacia, in termini di qualità prodotta.
SVILUPPO
BILANCIO PARTECIPATO
PER UNA GESTIONE PARTECIPATA E LA PIENA EQUITÀ DE TERRITORI NELLA REDISTRIBUZIONE DELLE RISORSE
Attraverso il bilancio partecipato il M5S vuole introdurre a livello strutturale la partecipazione dei territori e di ogni singolo cittadino nelle scelte di politica economica, delle priorità di spesa al fine di garantire equità nella redistribuzione delle risorse e una piena realizzazione delle esigenze dei cittadini.
ISTITUZIONE DELLA DELEGA ALLA PARTECIPAZIONE. Istituiamo una delega alla partecipazione ed ai rapporti con i territori il cui responsabile si occuperà di gestire degli incontri interlocutori tra l’Amministrazione e i cittadini. Incontri che facciano emergere le problematiche legate alle diverse realtà territoriali. Ad ogni incontro registrato e archiviato on-line verranno raccolti dei questionari che consentiranno all’Amministrazione regionale di individuare e migliorare progressivamente il percorso partecipativo. Gli incontri che vedranno la partecipazione di figure istituzionali (assessori, questori, dirigenti, ecc) saranno funzionali alla promozione delle varie fasi che porteranno alla stesura di un bilancio partecipativo.
FASE ESPOSITIVA E DI RACCOLTA DELLE OSSERVAZIONI successivamente alla stesura del documento e alla pubblicazione all’interno del sito istituzionale si darà atto ad una fase di raccolta delle proposte e osservazioni. Una volta pervenute, il documento sarà illustrato alla Giunta regionale e trasmesso alla commissione consiliare competente e al Consiglio regionale.
PUBBLICAZIONE DEL BILANCIO TRASPARENTE E ACCESSIBILE successivamente all’approvazione definitiva, sia del bilancio preventivo sia del rendiconto di gestione, all’interno del sito istituzionale della Regione Umbria verranno pubblicate e rese scaricabili la versione estesa e puntuale delle varie voci e una versione trasparente e accessibile ad ogni cittadino, al fine di rendere chiare e palesi le scelte e le priorità di spesa intraprese dall’Amministrazione.
FONDI STRUTTURALI E PROGRAMMAZIONE TERRITORIALE
Il Movimento 5 Stelle intende favorire una maggiore trasparenza e accessibilità dei Fondi di Finanziamento, europei e nazionali, gestiti dalla Regione, eliminando il vincolo di presentazione dei progetti da parte degli organismi accreditati e snellendo i processi burocratici. Intendiamo facilitare l’incontro tra le reali esigenze delle aziende sul territorio e i diversi finanziamenti esistenti.
SMART SPECIALIZATION STRATEGY. Lo scopo prioritario di questa linea guida europea e far si che i bandi aderiscano quanto più possibile alle esigenze del territorio e al tessuto economico e produttivo specifico della Regione stessa, in maniera tale da creare una corrispondenza tra la domanda e l ́offerta di finanziamento così da da poter attuare una integrazione tra le varie tipologie di fondi a cominciare dal Fondo Sociale Europeo, al Fondo Europeo Agricolo di sviluppo rurale includendo anche i Fondi Diretti come Horizon2020 e quelli strutturali.
TRASPARENZA, CORRETTA GESTIONE E ACCESSIBILITÀ DEI FONDI EUROPEI. Se il compito primario della Regione è di rappresentare l’autorità di gestione di tali fondi, diventa imprescindibile il principio di trasparenza, buona gestione, indipendenza, apertura e soprattutto monitoraggio di tali risorse, che non dimentichiamo sono frutto di quanto i cittadini versano annualmente all’Europa. È inoltre necessario creare un circuito di buona gestione della spesa, che garantisca l ́efficacia degli strumenti e diventi un’opportunità aperta a tutti, valutando sempre le caratteristiche territoriali ed i settori produttivi e di sviluppo.
DATABASE ACCESSIBILE DE BANDI E DEI FINANZIAMENTI. Al fine di garantire la realizzazione di un sistema regionale virtuoso occorre prevedere la creazione di un Database che raccolga tutte le informazioni in materia di bandi e finanziamenti, diretti ed indiretti, che possa essere fruibile immediato che raccolga oltre le offerte anche le esigenze che possono pervenire dai singoli comuni, collegando quindi domanda ed offerta, a tale proposito renderebbe più efficace la sua comunicazione anche la creazione di una App per cellulari e smart phone che renda la comunicazione immediata efficiente efficace e raggiunga le persone in maniera immediata.
POTENZIAMENTO DELLO SPORTELLO REGIONALE E DELLA COMUNICAZIONE. È indispensabile che lo Sportello regionale dedicato a questo scopo, sia potenziato, e soprattutto reso visibile a tutti ed utile non solo per individuare bandi nazionali e comunitari, ma anche come informazione e sostegno a chi vi accede. La regione inoltre promuove iniziative mirate su informazione e formazione aperte a tutti e condivise con una comunicazione efficace, dividendole a seconda dei settori di interesse valorizzando le specificità territoriali e coinvolgendo attivamente tutte le parti sociali. Il personale di questo ufficio competente aggiornato e formato deve avere riconoscibilità sul territorio, stabilendo un circuito virtuoso regionale che permetta la condivisione delle buone pratiche la sinergia tra i vari comuni.
RETI E DISTRETTI. Promozione e sviluppo di distretti e reti d’impresa, anche attraverso incentivi fiscali ai consorzi, nonché contrasto alla delocalizzazione.
AREA DI CRISI COMPLESSA TERNI-NARNI. Avviamento e completamento delle procedure di attivazione dell’iter ministeriale di competenza regionale per il riconoscimento di area di crisi industriale complessa Terni – Narni, avviando un concreto percorso partecipato di presentazione dei progetti fra tutti i soggetti economici e sociali del territorio che si sviluppi sui seguenti assi: - RICONVERSIONE E INNOVAZIONE AMBIENTALE - SVILUPPO DI PIATTAFORME E INFRASTRUTTURE PER LO SVILUPPO E L’INCUBAZIONE DI IMPRESE DELLA BIOECONOMIA, DELLA ZEROWASTE ECONOMY E DELLA MANIFATTURA ADDITIVA - RIMOZIONE DEGLI OSTACOLI ALLA COMPETITIVITÀ ENERGETICA E INFRASTRUTTURALE DEL TERRITORIO .
ACCESSO AL CREDITO E CONTRASTO ALL’USURA BANCARIA
DIFENDIAMO LE IMPRESE DALLA CRISI
Il nostro obiettivo è di alleviare i problemi finanziari che vivono le PMI in questo momento storico a causa della stretta creditizia (credit crunch) messa in atto dal sistema Bancario, mirando al consolidamento dei debiti e facendo leva per nuovi finanziamenti che diano spinta alla crescita e allo sviluppo.
REVISIONE DELLE ATTIVITÀ CONFIDI quale ente di garanzia collettiva dei fidi che agevola le imprese nell’accesso ai finanziamenti. Il finanziamento di un fondo permanente che ha l’obiettivo di razionalizzare il complesso degli interventi regionali in materia di sostegno all’accesso al credito delle Piccole e Medie Imprese.
FONDO REGIONALE PER IL MICROCREDITO. Rifinanziamento e riorganizzazione del fondo, cioè il c.d. “credito di piccolo ammontare” che è finalizzato all’avvio di un’attività imprenditoriale o per far fronte a spese d’emergenza, nei confronti di soggetti vulnerabili dal punto di vista sociale ed economico, che generalmente sono esclusi dal settore finanziario formale. Sostegno alle vertenze delle PMI e non solo contro l’usura bancaria.
PRESSIONE FISCALE E BUROCRAZIA ZERO
DIFESA DELLA PICCOLA E MEDIA IMPRESA E DIRITTO ALL’INIZIATIVA IMPRENDITORIALE
RIMODULAZIONE IRAP E INCENTIVI ALLE NUOVE ASSUNZIONI. Profonda analisi del bilancio regionale, il cui esito renderemo pubblico e trasparente, volta alla ricerca di risorse da destinare alla rimodulazione dell’Irap entro 3 anni (NON per banche ed aziende la cui attività è considerata inquinante ed a forte impatto ambientale). Possibilmente, tutte le risorse recuperate verranno utilizzate anche per sostenere ed incentivare nuove assunzioni delle PMI.
PRIVILEGI E INCENTIVI FISCALI. Eliminazione di tutti i privilegi e di tutte le agevolazioni fiscali rivolte alle aziende e alle multinazionali che delocalizzano le produzioni e inducono danno sociale e ambientale sul territorio. Sviluppo di incentivi fiscali alle aziende virtuose e che sviluppano modelli di imprenditorialità strettamente connessi con la nostra regione e che diventano modelli di impresa da esportare nel mondo.
BUROCRAZIA ZERO. Automatizzeremo, tramite l’utilizzo di una piattaforma unitaria, tutti i processi ripetitivi. Non esisteranno più procedure interne alla Regione e sito esterno: unificheremo le procedure, i processi ed il sito internet in un sistema ERP esperto (enterprise resource planning), che sarà parte integrante della piattaforma regionale. Il tempo e le energie risparmiate saranno utilizzate per la prestazione dei servizi non ripetitivi, che saranno ridisegnati nell’ottica del cittadino-utente e non dell’Ente-erogatore: procedure interne snelle e trasparenti, riduzione massima del lead time intercorrente tra la richiesta e la risposta, fino alla previsione del fabbisogno dei cittadini ed all’offerta di soluzioni prima ancora della nascita delle esigenze.
INTERNAZIONALIZZAZIONE E PROMOZIONE DEL MADE IN UMBRIA
PER UN PIANO DI SVILUPPO CHE METTA AL CENTRO DELL’ATTENZIONE GLI INTERESSI DELLE PICCOLE MEDIE IMPRESE, DELLE START UP TECNOLOGICHE E DEI DISOCCUPATI
La crisi che stiamo attraversando ormai da molti anni è frutto di molteplici problemi in parte esterni e in parte interni. Senza voler ora qui disquisire su quali siano stati più importanti o meno è ora di volgere lo sguardo verso il futuro e cercare di trovare quelle soluzioni che secondo il M5S sono più pregnanti e maggiormente significative sia per efficienza che per efficacia. La bellissima Umbria esige un cambiamento radicale che dia agli Umbri nuova dignità, nuovo slancio produttivo, nuove emozioni e gioia di vivere che vediamo sempre più scemare tutti i giorni tra i nostri vicini, i nostri amici, i nostri colleghi di lavoro. La politica ha un grande scopo ma anche una grande responsabilità: determinare gli indirizzi di base che andranno a decidere la strada che una intera comunità seguirà negli anni a seguire sia nella vita lavorativa che sociale. È ora di cambiare modo di operare, occorre ritornare ad agire a favore dei Cittadini, degli artigiani, dei piccoli commercianti, dei lavoratori e di coloro che hanno perso il proprio lavoro. Il M5S intende supportare le PMI della Regione che costituiscono la vera spina dorsale del nostro sistema economico, perché fermamente convinto che esse siano la componente vitale per l’economia Regionale ed intende far diventare l’istituzione Regionale un partner effettivo, attivo ed efficiente delle aziende nell’ambito delle competenze che attengono loro. Il M5S è convinto che il supporto alle aziende si tramuti anche in un supporto al lavoro, perché aziende floride e in crescita necessariamente alimenteranno il mercato del lavoro.
SUPPORTO ALL’INTERNAZIONALIZZAZIONE DELLE PMI. La finalità è di incrementare la crescita delle PMI Umbre agevolandone l’espansione verso mercati esteri, con particolare attenzione alle piccole imprese (aventi un numero di dipendenti inferiore a 50) che a causa della loro dimensione hanno meno capacità di dotarsi di strutture interne dedicate ed hanno più difficoltà ad accedere ad informazioni e studi di mercato. Il ruolo che si vuole fare assumere alla Regione è quello di promotore e coordinatore, un partner a cui un’azienda che abbia la potenzialità di affacciarsi e/o crescere all’estero possa rivolgersi perché la possa accompagnare. Promotore perché avrebbe il compito di diffondere il “know-how” sull’internazionalizzazione indicando all’azienda a quali fonti rivolgersi per ricevere le informazioni e/o il supporto necessario per il proprio programma di espansione verso Paesi specifici.
MADE IN UMBRIA. Creazione di un brand del Made in Umbria sia per l’Artigianato che per l’Agroalimentare volto al sostegno dell’export e ai consumi interni a “km 0”, attraverso un disciplinare regionale che detti le regole a cui si atterranno tutte le imprese umbre che ne vorranno godere, in termini di: residenza, lavoro impiegato, materie prime e metodi di lavorazione.
SVILUPPO DELL’IMPRENDITORIALITÀ. Promozione delle start up innovative in sinergia con i singoli Comuni. Incentivare la nascita, ovunque, di Fab-Lab nonché di laboratori di Co-working settoriali (green economy, IT, meccanica di precisione, robotica, ecc.).
SEMPLIFICAZIONE E RIORGANIZZAZIONE
Il nostro obiettivo è quello di snellire l’organizzazione, semplificare l’utenza e ridurre gli sprechi di tempo e personale, rivedendo completamente tutte le direzioni e le procedure, ovviamente nei limiti della legge attraverso la logica KAIZEN. KAIZEN è una parola formata da due termini giapponesi: KAI, che significa “cambiamento” e ZEN, che significa “buono”. Il termine fu coniato negli anni ’80 del secolo scorso per sintetizzare una filosofia organizzativa aziendale, sviluppata in Toyota fin dagli anni ’50 partendo dal c.d. “ciclo di Deming” – o PDCA (pland, do, check, act). Dal KAIZEN discendono modelli organizzativi di prim’ordine, quali il JIT (just-in-time) ed il TQM (total quality management), da cui poi derivò il sistema di certificazione della qualità noto come ISO.
FRONT OFFICE UNICI. I cittadini e le imprese accederanno alla Regione attraverso front office (F.O.) unici, fisici (uno presso il capoluogo ed uno per ogni territorio) o virtuali (accesso tramite piattaforma Smart Region.
FASCICOLI ELETTRONICI UNIVOCI (con numero univoco) per ogni pratica: saranno gli unici interlocutori dei cittadini e potranno chiedere agli stessi i documenti necessari per l’evasione delle pratiche solo in assenza di basi informative pubbliche o private alternative, riducendo al minimo le incombenze per l’utente. I cittadini riceveranno le risposte direttamente dal Front Office presso cui avranno presentato la richiesta. I Front Office saranno responsabili delle proprie pratiche, che saranno o evase immediatamente, ovvero inoltrate ad uffici interni ridisegnati come dei back office, posti a servizio dei Front Office (quindi, i Back Office non saranno gerarchicamente sovraordinati, ma saranno fornitori di servizi per i Front Office ).
DEMATERIALIZZAZIONE. I documenti cartacei presentati dai cittadini saranno dematerializzati dai Front Office e caricati nei fascicoli elettronici, mentre gli originali saranno inviati ad un’unica struttura di stoccaggio. I fascicoli saranno lavorati telematicamente dai Front Office e dai Back Office attraverso un sistema automatico di indirizzamento, attraverso cui sarà sempre possibile monitorare lo stato delle pratiche. La dematerializzazione, unita alla piattaforma unica interna-esterna all’Ente, consentiranno anche sperimentazioni di telelavoro.
VISUALIZZAZIONE ONLINE DELL’ITER DEI PROCESSI. I cittadini (ma anche le imprese ed i professionisti) potranno, in qualsiasi momento, visionare telematicamente lo stato delle pratiche e l’iter che esse stanno seguendo.
STANDARD E MONITORAGGIO DEL SERVIZIO. Saranno stabiliti SLA (service level agreement) che consentiranno ai cittadini di avere conoscenza dei tempi massimi di risposta. La definizione precisa dei processi e dei tempi-obiettivo di evasione consentiranno di calibrare in modo ottimale i carichi di lavoro, la quantità di personale necessaria, il fabbisogno formativo di ogni lavoratore e di ogni team.
UMBRIA SMART REGION
La rete delle città intelligenti. Costruiamo e sviluppiamo un piano integrato delle Smart City in un continuo scambio di informazioni tra le città, nelle loro progettualità autonome, mettendo al centro il cittadino. Una smart-city non può essere decisa e disegnata da poche persone, ma va costruita all’interno di un percorso di partecipazione che punti all’eccellenza. Reti, brand, filiera: gli assi secondo cui declinare la smart-region sono open data, aperti alla partecipazione e al contributo di aziende e pubblica amministrazione. Questo permetterà alle aziende, sia del territorio che nazionali e internazionali, di inserirsi in una filiera virtuosa di sviluppo e di scambio di esperienze, know-how e soluzioni in grado di produrre prodotti condivisi, immediatamente sperimentabili all’interno del sistema smart-city della città di Terni.”
Una rete delle città rivolta all’eco sostenibilità dello sviluppo urbano, alla diminuzione degli sprechi energetici ed alla riduzione drastica dell’inquinamento grazie anche ad un miglioramento della pianificazione urbanistica e dei trasporti. Una rete delle città verso la democrazia diretta e verso la cancellazione di ogni barriera architettonica fisica e virtuale.
Una rete delle città a misura di ogni cittadino.
INCLUSION, E-DEMOCRACY E INTERNET LIBERO
DEMOCRAZIA DIRETTA E PARTECIPAZIONE COME AVANGUARDIA GLOBALE DELLA CITTADINANZA DIGITALE.
Il M5S vuole trasformare la Regione Umbria e poi l’Italia nel più avanzato laboratorio di democrazia digitale del pianeta. L’obiettivo è superare i limiti della democrazia rappresentativa così come la conosciamo, per coinvolgere i cittadini in tutti i processi decisionali e legislativi.
E-DEMOCRACY, LA PIATTAFORMA REGIONALE DELLA DEMOCRAZIA DIRETTA. Una piattaforma digitale open source e gratuita per ascoltare la voce dei cittadini in un sistema democratico dove ogni cittadino vale uno. La piattaforma avrà le seguenti caratteristiche:
– OPEN SOURCE in un sistema verificabile ogni istante da tutti i cittadini al fine di garantire la massima trasparenza e democraticità.
– VOTO PALESE al fine di consentire al cittadino di poter verificare personalmente la validità e la veridicità del proprio voto. Invertendo ogni meccanismo di controllo politico e sociale.
– TRASPARENZA, database leggibile via API PUBBLICA eliminando ogni rischio di intromissione da parte di virus consentendo un monitoraggio continuo e indipendente da parte di tutti.
– NESSUNA MODERAZIONE incentivando l’utilizzo di ogni mezzo esistente per presentare e discutere le proprie proposte favorendo la possibilità di collegamento alle piattaforme Social garantendo massima trasparenza e libertà di espressione per tutti.
– SICUREZZA fornendo un security token fisico che genera una password casuale a tempo, rendendo inutile il furto delle password da parte di keylogger e garantendo al contempo l’identità della persona in possesso del security token.
– INTERFACCIA NON DISPERSIVA. Stream sequenziali e ordinati aggiornabili progressivamente e senza perdite di informazioni, semplice e minimalista, adatto all’uso soprattutto per le persone non avvezze all’ uso del computer.
– APP MOBILE per garantire l’accessibilità ai cittadini che accedono ad internet attraverso gli smartphone.
– ASSENZA DI RANKING per un sistema democratico dove uno valga uno, senza discriminazioni.
– DIVIETO DI PROPOSTE ANONIME al fine di evitare ogni possibile conflitto di interesse e rendere verificabile ogni proposta.
– CERTIFICAZIONE DEGLI UTENTI ttraverso la possibilità di investire sul territorio cittadini incaricati alla verifica dell’identità degli utenti per la consegna dei token di sicurezza.
DIGITAL DIVIDE ZERO E ADESIONE AL PROGETTO FREE WIFI- ITALIA. Accrescere la diffusione del Wi-Fi pubblico e gratuito, favorendo la nascita di nuove reti e promuovendo la cultura digitale e il diritto di accesso a internet presso le pubbliche amministrazioni italiane. Potenziamento delle linee sino a coprire entro il 2030 il 90% degli utenti della Regione con una linea adeguata. Tramite l’installazione in piazze, biblioteche e luoghi di ritrovo del territorio di apparati Wi-Fi per l’accesso gratuito ad Internet (Stazioni di Hot Spot).
Adesione al progetto “Free Italia Wi-Fi” per la realizzazione della prima rete federata nazionale di accesso gratuito ad Internet senza fili. Con il progetto “Free Italia Wi-Fi” è possibile navigare gratis non solo nelle aree Wi-Fi pubbliche della propria città, ma anche nelle altre reti Wi-Fi delle amministrazioni che hanno aderito alla rete nazionale.
ENERGY. L’ENERGIA INTELLIGENTE
EFFICIENZA E RISPARMIO ENERGETICO ATTRAVERSO L’USO E L’INTEGRAZIONE DELLE RETI ELETTRICHE INTELLIGENTI.
Un Piano Strategico di crescita per l’intera regione per uno sviluppo omogeneo e all’avanguardia. Nella creazione di una rete di città modulabili e applicabile anche a differenti realtà urbanistiche e sociali.
SMART GRID. L’obiettivo è l’incremento della produzione da fonti di energia rinnovabile e la migliore integrazione e un aumento dell’affidabilità del sistema elettrico e della sua efficienza energetica. La riduzione del consumo di energia e delle emissioni di CO2 e una migliore efficienza del mercato dell’energia. Questo è possibile attraverso la realizzazione di un centro di ricerca regionale per lo sviluppo, test, prove, certificazione nel campo dell’efficientamento energetico, in partnership con soggetti privati interessati e collegato in rete con i laboratori dell’Università. Il futuro passa attraverso l’autonomia energetica e gestionale dell’utenza singola e dell’industria, attraverso l’ottimizzazione dei consumi. Un futuro che guarda verso la domotica e l’autoproduzione energetica.
EFFICENZA ENERGETICA. Sviluppo e promozione di strumenti ICT utili all’audit energetico, la diagnostica a scala di edificio e la pianificazione urbana sostenibile. Indicazione dei livelli di consumo/produzione di energia e dei parametri ambientali degli edifici pubblici e privati e la loro visualizzazione su specifici sistemi di indicatori energetici geografici in tempo reale(ad es. Geographic Information System (GIS)) che sfruttino banche dati integrate e il loro monitoraggio e controllo mediante sistemi di automazione ICT. Non solo efficienza ma anche riduzione della bolletta energetica per gli edifici privati attraverso l’attuazione del Protocollo ITACA come strumento di valutazione della sostenibilità degli edifici sviluppato dall’Istituto peri Trasparenza degli Appalti e la Compatibilità Ambientale (organo tecnico della Conferenza delle Regioni) con il supporto tecnico-scientifico di ITC- CNR e IISBE Italia.
RISPARMIO ENERGETICO. Coinvolgere e sensibilizzare i cittadini al risparmio energetico, sia mediante identificazione, promozione e incentivazione dell’utilizzo consapevole dell’energia e dei comportamenti “smart” nelle community, sia mediante una gestione efficace delle informazioni necessarie a ridurre i consumi negli edifici pubblici. Sistema di labeling degli edifici, tale per cui venga applicata una “targa agli edifici smart”, smart labeling sviluppo e impiego di strumenti ICT per responsabilizzare gli utenti all’efficienza energetica (per studenti e turisti) e per ottimizzare la gestione delle informazioni tecniche (per energy manager, facility manager, manutentori).
INFRASTRUTTURE PUBBLICHE. Sviluppare e sperimentare un’illuminazione pubblica urbana ed extraurbana intelligente e realizzare una semaforica stradale efficiente, attraverso l’impiego di lampade a LED, la telegestione dei lampioni, la regolazione dell’intensità luminosa in funzione dell’illuminazione naturale oppure a fronte di comandi provenienti dal sistema di controllo centrale, l’erogazione di servizi a valore aggiunto (es. videosorveglianza, monitoraggio sostanze inquinanti, monitoraggio acustico, monitoraggio informazioni ambientali e meteorologiche, connettività Internet.
MOBILITY. LA MOBILITÀ ALTERNATIVA E SOSTENIBILE
VIVERE E MUOVERSI SENZA POSSEDERE UN
VEICOLO PRIVATO È POSSIBILE
L’Umbria è una regione caratterizzata per la prevalenza da territorio collinare e montuoso, quindi con un territorio difficile da collegare al suo interno ed anche con le regioni limitrofe. Alcune delle aree umbre presentano tali difficoltà in modo peculiare, alcuni esempi sono le aree della Valnerina, la zona dello Spoletino, la zona Orvietana, l’area dell’alto Tevere, la zona del lago Trasimeno e la zona appenninica. Le altre zone della Regione hanno difficoltà ad ottimizzare i collegamenti presenti.
UN’AUTOSTRADA CICLABILE DELL’UMBRIA. Sviluppo, ove il territorio locale lo consente, di piste ciclabili, integrabili con trasporti locali, e con parcheggi dedicati. Incremento della mobilità eco- sostenibile e l’aumento della sicurezza stradale, attraverso il miglioramento dell’efficienza della viabilità e rendendo accessibili in sicurezza le strade extraurbane con mezzi non motorizzati. Promozione di un coordinamento regionale come nodo essenziale per la presentazione della richiesta di fondi comunitari e per massimizzare lo stanziamento dei fondi europei per il ciclismo, dovrà essere redatto il Piano Regionale della Mobilità Ciclistica (PRMC). Completamento della pista ciclabile Terni- Spoleto-Assisi. per il completamento del tratto umbro del progetto Europeo Eurovelo7 Capo Nord-Malta, che attraversa l’Umbria da Città della Pieve a Giove). Promozione e sostenere le strutture dedicate, i cosiddetti bike-hotel e tutte le altre realtà turistico-sportive con alberghi che offrono dei servizi dedicati al cicloturista, come un’officina attrezzata per le riparazioni a disposizione dei clienti, o informazioni. Promozione ed incentivazione dell’uso della bicicletta come mezzo di trasporto anche coinvolgendo il mondo delle scuole attraverso specifici percorsi didattici, come ad esempio corsi di educazione stradale ed educazione alla mobilità. Promozione del trasporto combinato BICI-TRENO per superare parte di percorsi più impegnativi per le famiglie o per i bambini A questo, in una vera visione Smart, non può che essere indispensabile il potenziamento delle infrastrutture di supporto alla mobilità ciclabile a disposizione di cittadini e turisti, sia in termini di infrastrutture fisiche (es. rete di itinerari ciclabili, soste ciclabili e rastrelliere, segnaletica verticale e orizzontale, ecc.) che informatiche (integrazione con applicazioni di infomobilità, sistemi ICT di supporto per il bike sharing, sistemi per la sicurezza dei ciclisti). Lo sviluppo e l’estensione delle infrastrutture di supporto alla mobilità ciclabile in città saranno accompagnate dalle azioni di promozione e incentivazione all’uso della bicicletta, sia come servizio di Bike Sharing che come uso privato, in linea con gli indirizzi di sviluppo della rete ciclabile. Le principali linee d’azione previste potrebbero essere le seguenti: - Infrastruttura di rete ciclabile urbana ed extraurbana – Infrastrutture per la sosta ciclabile - Potenziamento del servizio di bike sharing - Infomobilità ciclabile - Servizi per la sicurezza della mobilità ciclabile - Attività di comunicazione, promozione e incentivazione.
EMISSIONI ZERO. Il nostro obiettivo è quello di imprimere all’Umbria una visione che guardi all’esaurimento delle risorse petrolifere e punti alle future forme energetiche disponibili per la mobilità. L’azione prevede il supporto al rinnovamento del parco circolante nelle aree urbane tramite lo sviluppo di infrastrutture e servizi per la mobilità elettrica e combustibili alternativi, in un’ottica di sostenibilità ambientale del trasporto. Lo spostamento verso una mobilità basata su mezzi elettrici o a combustibili alternativi rappresenta il fattore chiave per la radicale riduzione dell’inquinamento atmosferico e la limitazione delle emissioni rumorose nei centri cittadini. Favorire lo sviluppo, nei punti di snodo dei trasporti pubblici, di car sharing e car pooling (impiego di autovetture in condivisione e a tempo), con vetture ecologiche e implementazione di mobilità alternativa elettrica. Favorire l’implementazione e lo sviluppo in tutto il territorio umbro di colonnine per la ricarica veloce per auto elettriche multistandard, sostenendo così una mobilità urbana ed extraurbana sostenibile.
LOGISTICA E TRASPORTO DELLE MERCI. Un servizio integrato per la distribuzione delle merci in ambito urbano e, contestualmente, di gestione della filiera distributiva da origine a distribuzione, dovrà prevedere l’identificazione di hub logistici di riferimento e di aree urbane di sperimentazione. L’HUB logistico dovrà essere operativamente coerente con i processi dei principali corrieri operanti sul territorio ed in grado di traguardare sviluppi futuri. Attraverso lo sviluppo di infrastrutture fisiche ed informatiche per la distribuzione urbana delle merci, con servizi a disposizione degli operatori del settore in un’ottica di ottimizzazione di carichi e percorsi dei flussi nell’area metropolitana. Le infrastrutture dovranno includere impianti e sistemi elettromeccanici al servizio della distribuzione delle merci nelle aree urbane e metropolitana, articolato su 3 componenti primarie: - Hub logistici intermodali - Centri di distribuzione urbana delle merci - Green area, ovvero zone urbane di accesso controllato dei mezzi. Il sistema complessivo dovrà gestire il flusso delle merci da e per le aree urbane e metropolitane, gestendo sia i trasporti ferroviari che quelli stradali, garantire le operazioni di staffing & stripping e le rotture di carico, anche attraverso appropriati sistemi elettromeccanici di smistamento colli e pacchi.
COMUNICAZIONE E CONSAPEVOLEZZA DEI CITTADINI. Un potenziale progetto dimostrativo prevede l’installazione di Smart Poster che integrano applicazioni multimediali e interattive nei confronti di cittadini e turisti (ISMB), inoltre è prevedibile una adeguata campagna di pubblicità che richiami anche sponsor che operano nei settori presi in considerazione. L’azione prevede lo sviluppo di tutti gli strumenti necessari a promuovere, formare, informare, coinvolgere e incentivare gli utenti della mobilità a comportamenti e spostamenti più sostenibili dal punto di vista degli impatti ambientali e sociali. Tutte le tecnologie evidenziate nelle precedenti azioni dedicate alle infrastrutture, ai servizi e ai mezzi di trasporto, risultano efficaci solo se accompagnate da precisi piani di promozione, incentivazione e formazione alla mobilità sostenibile. Le tecnologie ICT stanno profondamente cambiando il panorama della comunicazione personale, sociale ed istituzionale. Nell’ambito della mobilità sostenibile è possibile cogliere un’occasione unica che consiste nello sfruttamento delle potenzialità delle applicazioni ICT con una doppia valenza. Da un lato infatti è possibile usare la tecnologia per risolvere i problemi tecnici, quali ad esempio ottimizzazione della mobilità personale e merci, progettazione e personalizzazione dei servizi di mobilità pubblica; dall’altro è possibile inserire strumenti di informazione e promozione nell’ambito delle stesse piattaforme tecnologiche. In altre parole le applicazioni ICT offrono l’occasione di rendere più efficace e sostenibile la mobilità urbana creando allo stesso tempo un innovativo canale di comunicazione da e verso gli attori coinvolti.
LIFE&HEALT. LA REGIONE DEL BENESSERE
DIFESA DELLA PICCOLA E MEDIA IMPRESA
E DIRITTO ALL’INIZIATIVA IMPRENDITORIALE
Il nostro obiettivo è di alleviare i problemi finanziari che vivono le PMI in questo momento storico a causa della stretta creditizia (credit crunch) messa in atto dal sistema Bancario, mirando al consolidamento dei debiti e facendo leva per nuovi finanziamenti che diano spinta alla crescita e allo sviluppo.
LA REGIONE MISURA LA SUA SALUTE. L’azione ha l’obiettivo di sviluppare un monitoraggio della qualità dell’aria a dettaglio locale e la caratterizzazione sotto il profilo acustico ed elettromagnetico delle aree urbane, per la valutazione dello stato dell’ambiente urbano. Sviluppo di reti di sensori a basso costo per ampliamento delle reti di monitoraggio esistenti e lo sviluppo di modelli di elaborazione dei dati acquisiti finalizzata a:
– rappresentazione dello stato di contaminazione a scala ridotta - analisi o previsione degli effetti ambientali di politiche locali - pianificazione e progettazione urbana, riqualificazione e valorizzazione del territorio - studi epidemiologici sugli effetti dell’inquinamento atmosferico, acustico ed elettromagnetico sulla salute - strumenti e modalità di informazione della cittadinanza in relazione allo stato dell’ambiente urbano - strumenti e modalità di educazione ambientale per aumentare conoscenza sulle condizioni ambientali, qualità ambientale percepita e consapevolezza circa le conseguenze dei propri comportamenti.
TURISMO SOSTENIBILE E CULTURA 2.0. L’azione è rivolta alla qualificazione della destinazione turistica, allo sviluppo di modalità innovative e diversificate di accesso a servizi turistici, adattive rispetto alla domanda e ai diversi momenti di fruizione dell’esperienza turistica, alla promozione e diversificazione dei servizi disponibili e all’incentivazione della cultura dell’accoglienza. Monitoraggio del fenomeno turistico (su dati statistici e qualitativi), della sostenibilità della destinazione secondo indicatori riconosciuti a livello internazionale e qualità dell’offerta turistica primaria e secondaria. Miglioramento della competitività del sistema turistico attraverso integrazione dell’offerta turistica primaria e secondaria (hot-spot wi-fi per turisti, piattaforma di offerte turistiche, segnaletica turistica, guide, sistema di guida virtuale tramite QR Code o Realtà Aumentata dislocata per la città.), strumenti e iniziative a supporto dello sviluppo della cultura dell’accoglienza, piattaforme di scambio informazioni tra attori della programmazione turistica dinamica e modernizzazione delle imprese, iniziative e strumenti per il miglioramento dell’accessibilità fisica, anche per fasce deboli, non ultima l’ipotesi di individuare uno stabile comunale per la creazione di un punto di degustazione collettivo con promozione del turismo e dei prodotti locali.
LA RETE DEL CIBO A KM ZERO. L’azione è volta alla creazione, valorizzazione e promozione di un Sistema territoriale del cibo attraverso: - la realizzazione di una piattaforma fisica e virtuale per l’erogazione di servizi (di produzione, conservazione e trasformazione, distribuzione) specificatamente destinati ai piccoli e piccolissimi produttori della Regione. Altre iniziative che si ritiene interessante approfondire in relazione a questo tema sono direttamente correlate con il programma agricoltura e il programma sviluppo economico. ·
INDUSTRIA
Le continue crisi che si sono succedute negli scorsi anni e in particolar modo nell’anno passato hanno scosso profondamente il tessuto economico e sociale dell’Umbria. Le responsabilità non possono che essere ricondotte ad una totale assenza di progettualità e pianificazione industriale nel nostro territorio ed a un totale svuotamento della sovranità nazionale, accompagnato da una condotta di asservimento alla volontà delle multinazionali da parte delle istituzioni locali. Di fronte al culmine dell’integrazione dei mercati mondiali e all’impossibilità di competere con paesi che hanno fagocitato gli spazi occupati precedentemente dalle nostre aziende, spesso decuplicando nel giro di pochi anni le produzioni come la Cina nel caso dell’acciaio, la risposta non può essere cercata altrove che nella ricerca, nell’innovazione puntando nell’investimento delle risorse al fine di diventare una vera e propria avanguardia tecnologica europea e nella rimozione di quegli ostacoli strutturali che impediscono la competitività delle produzioni nei nostri territori.
MANIFATTURA ADDITIVA
L’INNOVAZIONE DELLE POSSIBILITÀ OPEN SOURCE
E DELL’ARTIGIANATO 3.0.
La stampa 3D è la quarta rivoluzione industriale, la svolta epocale dell’inizio del nostro secolo. La fabbrica del futuro sarà un hub di cervelli, dove a contare sarà il talento e la capacità delle umane risorse. Nello sviluppo di progetti basati sull’uso delle nuove tecnologie produttive open source attraverso sistemi di produzione o prototipazione basati su stampanti, scanner e frese 3D ad utilizzo industriale o artigianale ci sono possibilità infinite di produzione e sviluppo. Un occasione da non perdere per proiettare la nostra Regione verso il futuro.
MAKERS. La manifattura additiva offre possibilità senza confini a qualsiasi settore industriale. Significa che si può ridurre la fase di industrializzazione, tagliare la spesa in materiali grezzi e al tempo stesso lavorare con materiali difficili da trattare con i procedimenti tradizionali, come leghe di titanio o di nichel. La possibilità di produrre forme geometriche nuove e complesse significa inoltre che è possibile contenere volume e numero di parti prodotte, il che spiega il grande potenziale esistente per aeronautica e aerospazio. Permette flessibilità nelle iterazioni di progetto senza dover investire in nuova strumentazione e messa a punto e senza dover aspettare. Invece di avere uno stabilimento di produzione il futuro sarà la presenza di microfabbriche diffuse in tutto il mondo, che permetteranno ai clienti di personalizzare al massimo il proprio acquisto di un’auto.
OPEN SOURCE. Il termine “Open source” è il termine più diffuso associato ai software disponibili gratuitamente è stato applicato al design di prodotti fisici, attraverso la condivisione del pubblico. Ciò rende possibile ai lavoratori di piccole imprese, specialmente coloro che non hanno a disposizione risorse economiche, di costruire prodotti complessi virtualmente senza investimenti di capitale.
INGEGNERIA BIOMEDICA. Nel campo della medicina le stampanti 3D stanno portando la vera ed enorme rivoluzione, convertendosi a vere e proprie “mani divine” utili alla creazione di elementi biologici umani. Attraverso l’uso delle cellule staminali embrionali umane che sta conducendo alla realizzazione di tessuti bioingegnerizzati compatibili a quelli organici.
ZERO WASTE INDUSTRY
MIGLIAIA DI POSTI DI LAVORO DALLE FILIERE DEL RICICLO. LE MATERIE PRIME SECONDE, UNA MINIERA D’ORO DAI NOSTRI RIFIUTI.
L’applicazione e lo sviluppo di un Piano regionale Rifiuti Zero diviene fase imprescindibile per la creazione e lo sviluppo di filiere industriali del riciclo come vero e proprio traino per l’economia. I rifiuti non saranno più un costo per le imprese ma al contrario potremo autosostenere la raccolta e la gestione dei rifiuti eliminandolo totalmente. Oggi nel nostro paese esistono aziende che riciclano ogni tipo di scarto compreso lo spazzamento e il famigerato indifferenziato con cui si vorrebbe produrre CSS.
VERTICALIZZAZIONE DELLE MATERIE PRIME SECONDE. Il nostro paese da sempre soffre la totale mancanza di materie prime come un ostacolo insormontabile. Puntare sulle materie prime seconde non vuol dire soltanto abbattere i costi ambientali ma vuol dire affrancare definitivamente il nostro paese da questa condizione apparentemente sfavorevole. Sviluppare piattaforme finalizzate alla filiera corta dei rifiuti, di concerto con i soggetti gestori della raccolta, elimina direttamente l’intermediazione dei consorzi. Aziende che rendono i rifiuti/scarti materie prime seconde e aziende che verticalizzano e producono prodotti di ogni genere. I rifiuti non solo come risorsa ma come vera e propria risposta al dramma occupazionale che affligge il nostro territorio.
LE DISCARICHE COME NUOVE MINIERE URBANE. Non solo raccolta ma anche vere e proprie operazioni di bonifica nel recupero delle materie direttamente nei luoghi dove da decenni vengono stoccati. Una vera e propria operazione di svuotamento delle discariche ora in piena fase di emergenzialità.
BIOECONOMIA
L’ECONOMIA DEL FUTURO È RINNOVABILE E CIRCOLARE. UNA NUOVA VISIONE ECOSISTEMICA DEI TESSUTI INDUSTRIALI.
Una regione in transizione che punta sul passaggio a una società fondata su basi biologiche invece che fossili, utilizzando i motori della ricerca e dell’innovazione. Una società a emissioni ridotte che concilia l’esigenza di un’agricoltura sostenibile e della sicurezza alimentare con l’uso sostenibile delle risorse biologiche rinnovabili per fini industriali, tutelando allo stesso tempo la biodiversità e l’ambiente.
BIOPLASTICHE E BIOPOLIMERI ottenuti da sorgenti naturali rinnovabili, spesso biodegradabili e non tossici da produrre. Una “plastica” prodotta dalla natura con cui attuare una vera e propria rivoluzione rifiuti zero. La creazione di packaging e imballaggi completamente biodegradabili e di buste per la raccolta differenziata. La creazione di fibre tessili, collanti, resine fino ad arrivare alle applicazioni biomediche più avanzate come ad esempio sistemi di rilascio dei medicinali, le protesi, materiali biocompatibili e in alcuni casi assorbibili. L’obiettivo è quello di promuovere una filiera che vada dalla produzione agricola sostenibile di materie prime, una filiera che si inserisca all’interno di un ecosistema territoriale e un processo economico virtuoso.
RIMOZIONE DEGLI OSTACOLI ALLA COMPETITIVITÀ
UNA NUOVA VISIONE INDUSTRIALE PER INNOVARE IL NOSTRO TERRITORIO A TUTELA DELLE PRODUZIONI UMBRE E DEI NOSTRI SITI INDUSTRIALI
Impedire le delocalizzazioni e lo spacchettamento delle nostre industrie è possibile solo rendendo la nostra Regione terreno fertile per la crescita e lo sviluppo.
INFRASTRUTTURE. Completamento degli snodi ferroviari e stradali e delle infrastrutture utili a rendere la nostra Regione integrata con i porti del tirreno e dell’adriatico. Opere ormai in attesa da decenni come la Terni-Civitavecchia, prediligendo un rafforzamento e un ammodernamento del trasporto su rotaia e portando sul tavolo del Governo queste opere come alternativa obbligatoria ad opere inutili come la trasformazione della E45 in autostrada.
INTEGRAZIONE. Difesa dell’integrazione dei siti industriali e incentivazione allo sviluppo di nuove filiere locali per la verticalizzazione dei prodotti. Sostegno allo sviluppo di distretti e piattaforme per l’incubazione di start-up e l’insediamento di nuove produzioni.
ENERGIA. Sviluppo di un piano energetico regionale attraverso una ricognizione degli impianti esistenti, conferendo un ruolo centrale alla produzione di energia dalle rinnovabili a servizio delle imprese energivore, al fine di favorire la competitività del costo dell’energia nel nostro territorio.
MERCATO. L’industria deve operare nel mercato e sul mercato, ma questo deve essere autenticamente trasparente. La Regione Umbria deve farsi capofila di politiche attive, in sede europea, a difesa delle nostre produzioni, come fanno gli altri players globali.
DOMANDA. La Regione Umbria deve farsi capofila di politiche a sostegno alla domanda europea e nazionale delle nostre produzioni Made in Italy. Valorizzazione del prodotto di qualità attraverso l’ imposizione di standard normativi e di produzione ferrei e inoppugnabili, soprattutto negli appalti pubblici, volti all’ utilizzo di materiale creato con le migliori tecnologie e nel pieno rispetto delle direttive di salvaguardia ambientale e di sicurezza.
RICERCA E INNOVAZIONE
L’UMBRIA COME AVANGUARDIA TECNOLOGICA DEL PAESE, ATTRAVERSO L’INTEGRAZIONE UNIVERSITÀ E IMPRESE.
Restituiamo un ruolo centrale alla ricerca nel nostro territorio, collegando la ricerca e l’università direttamente con i luoghi dove esistono i saperi.
UNIVERSITÀ E FORMAZIONE. Ritorno ad una collaborazione diretta con gli istituti tecnici, professionali e scientifici per formazione diretta sui processi produttivi e delle innovazioni nei vari campi produttivi e ambientali legato all’ industria. Creazione di borse di studio Italiane ed Europee, finalizzate alla ricerca on site su processi produttivi, progetti pilota e gestione d’ impresa all’ avanguardia.
RICERCA. Istituzione e riprogettazione di istituti pubblici di ricerca in sinergia con le aziende del territorio. Quello che è accaduto con l’esperienza ISRIM a Terni non deve più accadere.
COMPATIBILITÀ E INNOVAZIONE AMBIENTALE
UNA NUOVA INDUSTRIA CHE METTA AL CENTRO LA COMPATIBILITÀ AMBIENTALE COME VOLANO PER LO SVILUPPO ECOSOSTENIBILE.
Il M5S vuole trasformare la Regione Umbria in un’avanguardia europea per la sostenibilità ambientale. Per una nuova visione dello sviluppo che metta sul piano della discussione i diritti dei cittadini e dei lavoratori, fuori dal ricatto salute-lavoro.
EMISSIONI. Investimenti attraverso i fondi europei destinati all’innovazione ambientale come l’implementazione delle migliori tecnologie a disposizione in materia di abbattimento delle emissioni, controlli della produzione e minimizzazione dell’impatto ambientale attraverso la pianificazione di vere e proprie Strategie Impatto Zero.. Una visione a vent’anni per volgere lo sguardo verso il futuro. Il nostro obiettivo è far diventare i nostri poli industriali un esempio mondiale di sostenibilità e compatibilità ambientale. Questo è possibile solo volgendo lo sguardo oltre il mandato elettorale e sviluppando una visione verso le future generazioni.
ZERO INDUSTRIAL WASTE. Incentivazione e sostegno concreto allo sviluppo di soluzioni che prevedano la creazione di filiere di riciclo degli scarti delle produzioni al fine di impedire l’ampliamento delle discariche industriali e del consumo di nuovo territorio. Produrre rifiuti deve essere molto più oneroso dei percorsi di riciclo che danno vita a ricchezza e a posti di lavoro.
BONIFICHE. Avviare il finanziamento della totale messa in sicurezza e dell’avvio dei progetti di bonifica per le aree SIR (siti di interesse regionale) e pressione concreta sul Governo per la bonifica delle aree interne al SIN (siti di interesse nazionale) come lo stabilimento e la discarica di Papigno, l’ex Lanificio Gruber e la discarica di Voc. Valle, favorendo progetti che prevedano la fitorimediazione dei terreni contaminati, al fine di dar vita ad un percorso di reindustrializzazione e di riconversione delle aree industriali dismesse anche usufruendo dei fondi europei a disposizione.
UNA NUOVA GOVERNANCE NEI RAPPORTI CON LE
MULTINAZIONALI
STOP ALL’ASSERVIMENTO, SI AL RISPETTO DELLE LEGGI. L’UMBRIA DEVE ESSERE UNA REGIONE ATTRATTIVA A NUOVI INVESTIMENTI, DOVE ESSERE VANTAGGIOSO PRODURRE.
La presenza delle multinazionali nel nostro territorio deve essere vantaggiosa grazie alla competitività del territorio, alla semplificazione e all’integrazione delle produzioni, non grazie all’immunità garantita dalla politica che spesso sviluppa rapporti di connivenza basati su rapporti di interesse individuale.
I DIRITTI DEI LAVORATORI FUORI DAL RICATTO OCCUPAZIONALE. Il reddito di cittadinanza conduce il mondo del lavoro fuori dal ricatto occupazionale e dal clientelismo dei soggetti politici e sociali. La strada da perseguire è quella di progetti di crescita integrata dei dipendenti all’interno delle aziende, con specializzazione sempre maggiore delle mansioni e delle professionalità, volta a creare on site capacità tecniche di altissimo livello e know how umano di valore inestimabile.
I DIRITTI DEI CITTADINI E IL COINVOLGIMENTO DI TUTTI GLI STAKEHOLDER. A partecipare all’interno dei tavoli decisionali saranno coinvolti tutti i soggetti portatori di interesse. I cittadini e i lavoratori devono poter portare la loro voce all’interno degli spazi di discussione. Il diritto alla salute e il diritto alla difesa del territorio, dei patrimoni sociali come nuovo paradigma della società.
AGRICOLTURA
AGRICOLTURA BIOLOGICA E BENESSERE ANIMALE
PER UN’AGRICOLTURA DEGLI ECOSISTEMI A DIFESA DEL NOSTRO PATRIMONIO AMBIENTALE.
Il futuro del nostro sistema agricolo è nella qualità e nella virtuosità delle produzioni e nella capacità di valorizzare il contesto culturale ed ambientale in cui si sviluppano.
Ecco perché il M5S vuole portare avanti i seguenti punti:
PROMUOVERE E FAVORIRE SISTEMI DI AGRICOLTURA SOSTENIBILE, RISPETTOSA DELL’AMBIENTE, DEL PAESAGGIO E DELLA BIODIVERSITA’. La Regione deve poter incentivare un’agricoltura senza “chimica” che rispetti e valorizzi la biodiversità locale tramite detassazione, canali preferenziali di commercializzazione, promozione e quanto altro di efficace e al contempo contrasti con tutti gli strumenti possibili le coltivazioni O.G.M.
SOSTEGNO ALL’INNOVAZIONE E AGLI INVESTIMENTI NEL SETTORE ZOOTECNICO. La zootecnia ha un impatto ambientale negativo, per via della grande quantità di reflui rilasciati dagli allevamenti stabulati. Emerge così il fabbisogno di trovare una nuova mediazione tra le esigenze produttive e quelle climatico-ambientali. Allo stesso tempo però il settore è di fondamentale importanza per la nostra regione. Risulta, dunque, utile sostenere pratiche di gestione ed investimenti nel settore zootecnico, anche di tipo innovativo, a basso impatto ambientale al fine di mantenere e/o riconvertire la zootecnia umbra verso pratiche compatibili con l’ambiente e il territorio rurale umbro.
TUTELA DELL’ALLEVAMENTO ZOOTECNICO ALLO STATO BRADO-SEMI BRADO CON CAPIENZA ZOOTECNICA DI STALLA E ALL’APERTO CHE RISPECCHI I VINCOLI MINIMI DELLA ZOOTECNICA BIOLOGICA. In una regione così piccola e orograficamente complessa le poche vallate e pianure presenti sono state invase in maniera selvaggia da certe strategie industriali e agricole che hanno portato ad un impatto negativo sull’ambiente e sul paesaggio. Tutelando gli allevamenti con i requisiti minimi di stalla e all’aperto dell’agricoltura biologica si contribuisce al benessere dell’animale, alla riduzione dell’inquinamento delle falde da accumulo di nitrati, alla diminuzione dei gas serra e non per ultimo ad un prodotto merceologico qualitativamente migliore. Attraverso misure apposite, sostenere il recupero delle zone agricole marginali e riportare l’agricoltura in montagna, recuperando altresì vecchie varietà.
SENSIBILIZZARE LE MENSE PUBBLICHE DELL’UMBRIA ALL’ACQUISTO DI MATERIE PRIME LOCALI TIPICHE DANDO PREFERENZA A QUELLE BIOLOGICHE INVESTIRE NELLE SCUOLE DI OGNI ORDINE E GRADO SULLA CULTURA DELL’ ALIMENTAZIONE attraverso la piena attuazione e applicazione della legge Regionale sulla filiera corta.
Realizzazione di CENTRI AGROALIMENTARI UMBRI dislocati in tutto il territorio in cui i produttori possano vendere i propri prodotti locali. Tramite una riqualificazione delle strutture in disuso si vuole mettere al centro dell’attenzione la produzione agroalimentare locale di qualità dando preferenza ai produttori certificati.
Promuovere la fertilità dei suoli agrari mettendo al centro dell’attenzione l’ ”HUMUS” come sostanza fondamentale per prevenire il dissesto idrogeologico e al contempo vitale per qualsiasi tipo di produzione vegetale. Esiste una imponente bibliografia scientifica sull’importanza dell’humus nel terreno come fattore principale per la nutrizione vegetale e per la tutela del territorio dal dissesto idrogeologico visto che 1gr di humus trattiene 20 gr di acqua, considerando che l’humus sta mano a mano diminuendo nei terreni “grazie” alla cattiva gestione agronomica (utilizzo sconsiderato di concimi chimici, pesticidi ecc..).
FILIERA CEREALICOLA. In Umbria è molto importante la filiera cerealicola, in particolare per le aree non irrigue interne, che tra l’altro hanno poche ragionevoli alternative. L’ampia presenza di trasformatori e di industrie agroalimentari che completano la filiera all’interno e all’esterno dei prodotti, rende necessario realizzare un’azione di innovazione, qualità, organizzazione di filiera, e promo- commercializzazione delle relative produzioni agroalimentari.
PROMUOVERE CENTRI DI COMPOSTAGGIO DI SCARTI AGRICOLI E AGROALIMENTARI. Si intende valorizzare tale pratica invogliando qualsiasi agricoltore/trasformatore, tramite agevolazioni di qualsiasi tipo, intento a valorizzare gli scarti facendoli diventare ottimo compost per la fertilizzazione del terreno.
TUTELA DELL’AMBIENTE E DEL PAESAGGIO RURALE CON AZIONI SPECIFICHE PER PRESERVARE E MIGLIORARE I SITI NATURALISTICI PROTETTI (S.I.C., Z.P.S., S.I.R. ecc) E GLI ELEMENTI CARATTERISTICI DI RILEVANZA PAESAGGISTICA. La Regione ha recepito da diversi anni la Direttiva Habitat 92/43/CEE ed ha individuato tutte quelle zone umbre di rilevanza naturalistica per tutelare gli ecosistemi caratteristici di pregio, peccato che in queste aree sottoposte a tutela ci si possa coltivare utilizzando prodotti chimici ( fertilizzanti e pesticidi) senza nessun vincolo a riguardo. Si devono altresì tutelare e valorizzare tutte quegli elementi paesaggistici che rendono peculiare un territorio rivalutando vecchi elementi di paesaggio rurale in abbandono e valutando attentamente qualsiasi input capace di modificare l’assetto paesaggistico rurale.
RIPRISTINO DELLE TARTUFAIE DI PROPRIETÀ DELLE COMUNITÀ MONTANE. In Umbria le Comunità Montane avevano zone di riserve dedicate alle tartufaie, prodotto tipico di molte zone umbre. Queste riserve sono in stato di abbandono. La proposta si basa sul ripristino di tali zone , dandone la gestione ad associazioni competenti in materia, che rispettino vincoli ambientali precisi. Si propone di dare accesso a dette associazioni per il riordino delle tartufaie sperimentali impiantate negli anni dalle comunità montane, riattivarle ove non produttive con l aiuto di agronomi competenti in materia, riattivare come Regione e tutelare il prodotto fonte di possibilità lavorativa x via dell’ indotto che produce, con il mantenimento di ciò che esiste e l’aggiunta di piantine da immettere tramite fondi destinati o dai bollettini dei tartufai che vengono pagati annualmente come tassa (circa 111,54 euro a tesserino x circa 5000 tartufai). Questo potrebbe ridurre il rischio che attraverso il taglio dei costi si passi ad una gestione completamente privatistica favorendo i grandi commercianti e le grandi aziende produttrici di questo prodotto naturale.
BIODIVERSITÀ
DIFENDIAMO IL NOSTRO PATRIMONIO NATURALE, I NOSTRI PARCHI E LE NOSTRE VARIETÀ ANTICHE.
L’Umbria è il cuore verde dell’Italia ed è compito di noi umbri difendere il nostro patrimonio. La diversità di varietà, la coesistenza delle varie specie ci ha permesso di conservare fino ad oggi spazi di vero e proprio paradiso naturalistico e all’interno di questa diversità è possibile riconoscere la matrice e la robustezza delle nostre radici culturali. Ecco perché il M5S vuole portare avanti i seguenti punti:
NO ALLA COLTIVAZIONE DEGLI ORGANISMI GENETICAMENTE MODIFICATI. Contrastiamo la coltivazione a salvaguardia della salute umana, dell’ambiente e della biodiversità agraria, dichiarando la Regione Umbria OGM Free e ponendo in essere tutte le azioni di controllo e di informazione necessarie.
TUTELA DEI SEMI DELLE VARIETÀ ANTICHE. Sosteniamo la conservazione delle specie antiche e difendiamole dagli interessi delle multinazionali, la biodiversità è un bene comune.
STOP AI PESTICIDI E DISERBANTI DANNOSI PER LA SALUTE. Impediamo per legge l’uso dei prodotti genotossici, favoriamo e incentiviamo l’uso di prodotti e tecniche alternative.
DIRITTO ALLA DERIVA “0”DA PESTICIDI. I Danni da Pesticidi, che con difficoltà riescono ad essere divulgati nonostante una moltitudine di lavori scientifici a riguardo, non possono essere più trascurati sia dal punto vista della salute umana sia dal punto di vista ambientale. Quando due realtà agricole, una utilizzatrice di pesticidi e l’altra no, si trovano a confine, l’azienda utilizzatrice dovrà adottare delle fasce di rispetto tali da assicurare la non contaminazione all’azienda che non usa pesticidi. Tali fasce di rispetto si pensa possano essere di un’ampiezza minima di 150 mt.
ECONOMIA SOLIDALE
DIFENDERE IL POTERE D’ACQUISTO DELLE FAMIGLIE TUTELANDO L’AMBIENTE E LA BIODIVERSITÀ. SOSTENIAMO LA NASCITA DI UN DISTRETTO DI ECONOMIA SOLIDALE DELL’UMBRIA.
Un Distretto di Economia Solidale (DES) è una rete di cittadini, associazioni, gruppi informali, imprese e produttori locali. Il suo scopo è lo scambio reciproco per soddisfare quanto più possibile le proprie necessità di acquisto, vendita, scambio e dono di beni, servizi e saperi. Facendo riferimento ed adesione alla CARTA PER LA RETE ITALIANA DI ECONOMIA SOLIDALE (RES) redatta nel 2007 dalla Rete di economia solidale. All’interno della nostra Regione ci sono numerose associazioni e numerosi soggetti spontanei nati per perseguire i principi dell’economia solidale. L’Umbria è decisamente attiva sul fronte del consumo critico. La proposta del M5S è quella di costruire e supportare una piattaforma al cui interno i soggetti possano interagire e svilupparsi:
TERRA BENE COMUNE, PER IL DIRITTO DI ACCESSO ALL’AUTOPRODUZIONE ALIMENTARE attraverso una piena applicazione della Legge regionale sul “Banco della Terra”. Basta ostruzionismo da parte dei comuni e pieno via libera al piano attuativo che dà possibilità a giovani e disoccupati di far nascere imprese locali e virtuose. Ogni individuo ha diritto a provvedere alla propria autosussistenza alimentare, a garantire la salute e il benessere proprio e della sua famiglia anche attraverso l’autoproduzione e il libero scambio di beni e servizi, a promuovere reti sociali che difendano il diritto alla sicurezza in caso di perdita dei mezzi di sussistenza per circostanze indipendenti alla sua volontà.
GRUPPI D’ACQUISTO SOLIDALI attraverso una piena attuazione della L.R. n°1 de 10/02/2011. Riconosciamo i gruppi informali di cittadini non costituiti in associazione come soggetti interlocutori, spazi pubblici per lo svolgimento dello scambio e delle attività di carico e scarico dei Gruppi d’Acquisto e messa a disposizione di uno spazio digitale per l’installazione di un software gestionale open source sul modello di quello sviluppato dalla Regione Marche per lo sviluppo di un database condiviso dei produttori per lo svolgimento degli ordini.
MERCATI CONTADINI. Sostegno alla crescita dei mercati contadini a km 25-50 anche attraverso l’attuazione della legge L.R. n°1 de 10/02/2011. Agricoltura contadina e artigianato manuale per la difesa del territorio, dei saperi e della biodiversità.
GARANZIA PARTECIPATA. Sostegno e promozione di meccanismi di certificazione partecipata da parte dei cittadini tramite un sistema di feedback, autocertificazione e possibilità di controllo e verifica diretto del consumatore attraverso la sottoscrizione dei patti di solidarietà.
BANCHE DEL TEMPO attraverso una piena attuazione della L. n° 53/2000 nell’art. 5 e 27 e del DGR n°1399 del 9/12/2013. Promuoviamo l’adesione degli enti locali come soggetti attivi all’interno della rete delle banche del tempo, in primo luogo la Regione.
SPRECO ZERO attraverso l’adesione concreta alla “Carta Spreco Zero”. Promuoviamo e sosteniamo la nascita di Swap shop (negozi senza soldi) e di circuiti del baratto.
AGRICOLTURA CONTADINA
UN AGRICOLTURA A ZERO IMPATTO AMBIENTALE DIMENSIONATA SUL LAVORO CONTADINO E L’ECONOMIA FAMILIARE. PER L’AUTOCONSUMO E LA VENDITA DIRETTA.
Un’agricoltura invisibile alle enormi produzioni ma da cui non è possibile prescindere al fine di mantenere fertile la nostra terra, difendere il territorio, per la conservazione del paesaggio rurale e per il mantenimento dei saperi e delle tecniche tradizionali della campagna e della montagna.
INCENTIVARE L’AGRICOLTURA FAMILIARE di piccole o piccolissime dimensioni Si mettono a disposizione dei lotti di terreno demaniali altrimenti non utilizzati per far spronare i giovani aspiranti agricoltori e non solo, alla coltivazione dei prodotti agricoli all’insegna della genuinità e del “KM 0”(Si redige un progetto di convenienza economica tramite un piano aziendale che permetta la costituzione minima di lotti di terreno su ciascun Comune da affidare preferibilmente ai giovani in modo da ricavare un sostentamento dignitoso per chi ci lavora).
CONSORZI DI BONIFICA
BASTA TASSE INIQUE E DISPARITÀ DEI TERRITORI. PROMUOVIAMO UNA LEGGE PER IL RIORDINO DEI CONSORZI E L’ABOLIZIONE DELLA TASSA.
Il MoVimento 5 Stelle vuole dare voce a chi non ce l’ha e, nell’ambito di questa materia, vuole eliminare una disparità che colpisce cittadini e imprese (di alcune parti della nostra Regione) che pagano due volte per lo stesso servizio. Pur riconoscendo l’importanza delle opere che sono state effettuate dai consorzi di bonifica regionali, si deve dare atto che, negli anni, si sono verificati degli abusi, al limite di legge, sia nella gestione della cosa pubblica e degli appalti, sia nei procedimenti amministrativi riguardanti, ad esempio, le procedure elettorali per l’elezione dei nuovi consigli di amministrazione. Poiché la materia è di stretta competenza regionale, cosi come recita l’art. 117 della Costituzione che afferma che il “governo del territorio” è una di quelle materie di legislazione concorrente in quanto spetta alla Regione la potestà legislativa, il M5S Stelle Umbria, una volta al governo provvederà a: –
SOPPRESSIONE DEI CONSORZI COSI’ COME OGGI COSTITUITI e trasferimento delle competenze e del personale presso gli uffici regionali, operando una razionalizzazione del personale soprattutto dirigenziale.-
ABOLIZIONE DELLA TASSA DI BONIFICA. Abolire il tributo (tassa) di bonifica: la difesa idrogeologica verrà sostenuta dalla fiscalità generale in tutta l’Umbria.
ARTIGIANATO E COMMERCIO
Nonostante il testo unico del commercio e quello dell’artigianato siano stati approvati nell’ultimo biennio di questa legislatura, sono legati ancora ad una visione obsoleta e a vecchi paradigmi di sviluppo economico. I buoni spunti quando ci sono speso vengono vanificati dalle amministrazioni locali. In una regione come l’Umbria con una forte vocazione turistica è fondamentale che questi settori siano regolamentati secondo una visione nuova che metta a sistema e premi: le attività storiche di chi con coraggio mantiene ancora vitali i nostri centri storici.
La grande distribuzione unitamente alla crisi economica ha inflitto un grave colpo alle piccole attività commerciali a conduzione familiare. Lo stesso vale per il settore dell’artigianato. L’artigianato e le attività commerciali storiche, come quelle di nicchia sono un contenuto prioritario del marketing territoriale,
Le problematiche legate alla difficile convivenza fra le zone a traffico limitato e le esigenze dei commercianti all’interno dei centri storici, si svolgono su un piano di dialettico che è smentito dal boom degli outlet in tutta la penisola. Comparando le aree a traffico limitato delle nostre città con quelle degli outlet è possibile vedere come siano meno vaste e più facilmente percorribili a piedi. Si costruiscono da capo pseudo-centri al fine di ricordare la familiarità con le aree urbane, mentre i nostri centri vengono sempre di più svuotati e spersonalizzati. La mancanza di competitività dei centri storici ha una sola radice: l’assenza di servizi, la mancanza di un marketing unitario e la mancanza di accoglienza.
L’approccio ai centri commerciali naturali da parte di chi ne usufruisce deve essere quello esperienziale basato sulla gradevolezza e sul divertimento, sviluppato intorno a percorsi costruiti intorno ai target di riferimento. Ciò è possibile solo valorizzando le tipicità e le peculiarità tradizionali dell’eterogeneità dei territori. La regione deve creare i prerequisiti per cui i bandi pubblici siano sempre più trasparenti e premino sempre più quelle idee che possono rappresentare un valore aggiunto in un’ottica di rilancio del territorio che parta dal servizio ai cittadini alla creazione di una cornice capace di attirare turisti e consumatori da fuori regione.
Il Made In Umbria legato alle produzioni artigianali e alle eccellenze eno-gastronomiche Mantieni: vivi i centri storici (Servizio ai cittadini Marketing territoriale).
Proteggi: tutela delle tradizioni e delle attività storiche( defiscalizzazione, bandi trasparenti, abbattimento della burocrazia).
Sostieni le attività commerciali e artigianali (marketing territoriale, formazione, supporto informatico, promozione del made in Umbria e delle sue eccellenze).
Sviluppa: la regione è un servizio non una zavorra, recuperiamo questa vocazione ed impieghiamo le nostre energie per far crescere l’economia locale ed il Made in Umbria, è possibile farlo tagliando gli sprechi, usando le risorse senza disperderle ma dandosi l’obiettivo reale di considerare il commercio e l’artigianato dei nostri borghi come quello dei grandi centri urbani una risorsa fondamentale per il marketing territoriale, spendiamo i soldi della Regione per tutelare e rilanciare questo patrimonio.
LA RETE DEI CENTRI COMMERCIALI NATURALI
OLTRE IL CAMPANILISMO VERSO UNA VISIONE INTEGRATA DEI CENTRI STORICI E LA MESSA A SISTEMA DELLE PECULIARITÀ TERRITORIALI
SINERGIA CON GLI ATTORI ECONOMICI E SOCIALI DEL TERRITORIO. Stretta collaborazione con le associazioni di categoria, le pro loco, le associazioni culturali, l’Università, le istituzioni locali.
UNA PROGETTUALITÀ REGIONALE INTEGRATA. Sviluppiamo una progettazione integrata degli strumenti che non si limiti al ragionamento sulla singola città ma apra lo scenario ad una nuova ottica che metta al centro la comunità Umbra. L’Umbria come soggetto unitario, valorizzato nell’eterogeneità delle singole identità locali.
TIPICITÀ E TRADIZIONE
CONSERVARE LE NOSTRE RADICI, I NOSTRI SAPERI, LE IMPRESE E LE PRODUZIONI TRADIZIONALI. LE ATTIVITÀ CHE HANNO FATTO LA STORIA DELLE NOSTRE CITTÀ.
TUTELA DELLE ATTIVITÀ COMMERCIALI, RISTORATIVE E ARTIGIANALI STORICHE che costituiscono il patrimonio identitario delle nostre città. Imprese spesso centenarie che compenetrano indissolubilmente l’immaginario collettivo e rappresentano un baluardo di fronte alla spersonalizzazione dilagante della globalizzazione. Sono queste eccellenze che l’Umbria deve promuovere. Una regione a servizio di chi sta portando avanti l’identità del nostro territorio escludendo tutte quelle offerte commerciali di facciata che non hanno nulla a che vedere con i concetti di territorialità, basta mercati pieni di produzioni “Made in China”. Facilitare l’accesso agli incentivi riservati alle attività storiche abbassando la soglia dei requisiti previsti dal testo unico del commercio Art. 11 comma 4/b.
SVILUPPO DI UN MARCHIO E DI UN ALBO DELLE ATTIVITÀ STORICHE E DELLE ECCELLENZE UMBRE. Promozione e sviluppo attraverso un concorso di idee per la realizzazione di un marchio delle attività che hanno raggiunto i 30 anni di storia o che si identificano per delle produzioni che fanno parte del patrimonio identitario delle città.
CONSERVARE I SAPERI E L’IDENTITÀ UMBRA. Creare eventi mirati, conferenze, convegni, mostre legate ai saperi antichi e alla tipicità, alla promozione del turismo regionale. L’idea di creare corsi specifici ed eventi culturali sempre legati fortemente al territorio e alla sua storia, anche in sinergia con l’Università di Perugia.
LE SCUOLE DEI MESTIERI. Diamo vita ad una nuova visione del futuro, restituendo ai giovani la tradizione culturale dell’artigianato. Promuoviamo percorsi di formazione mettendo in rete le imprese, i singoli artigiani e gli istituti presenti nel territorio.
EVENTI E CULTURA
RIVITALIZZARE I CENTRI STORICI ATTRAVERSO LA VALORIZZAZIONE E LA PROMOZIONE CULTURALE INTEGRATA.
UN CARTELLONE UNICO DEGLI EVENTI NEI CENTRI STORICI UMBRI. Sviluppo di un calendario unico degli eventi, integrato con un App Mobile, all’interno del sito istituzionale turistico della Regione.
PACCHETTI TURISTICI INTEGRATI CON GLI EVENTI. Sviluppo di pacchetti turistici integrati con eventi, rievocazioni storiche, concerti, per i weekend e non solo che includano una strategia di marketing finalizzata alla promozione dei centri storici.
BRAND MADE IN UMBRIA E MARKETING TERRITORIALE
UNA NUOVA COMPETITIVITÀ DEL TERRITORIO PER UN UMBRIA IN GRADO DI TENERE TESTA ALLE GRANDI METE DEL PAESE. RAGIONARE DA UMBRI PER ESSERE VINCENTI.
CREAZIONE DEL BRAND “MADE IN UMBRIA”. Creazione di un concorso di idee nazionale aperto a tutti gli studenti e ai professionisti del Graphic Design, con premio economico, promosso su tutte le più importanti piattaforme di discussione e informazione del settore, per la realizzazione di un logo che esprima in maniera diretta ed essenziale la natura del “Made in Umbria”. La Regione si occuperà di costituire una commissione coinvolgendo tutti i migliori professionisti Umbri al fine di delineare il Concept e selezionare il migliore elaborato.
SVILUPPO DI UN MARKETING INTEGRATO DEI CENTRI COMMERCIALI URBANI. Sviluppo di una strategia di marketing che sappia focalizzare le tipicità dei diversi territori individuandone le possibili correlazioni e connessioni, valorizzando l’eterogeneità culturale. Lo sviluppo di un marketing elaborato su una visione unitaria dell’Umbria garantisce la possibilità di inserirsi con un poker d’assi in mano all’interno del mercato turistico internazionale.
PROMOZIONE WEB E APP MOBILE DEDICATA. Sviluppo di una piattaforma integrata di tutti i centri commerciali naturali dell’Umbria che verta su una App Mobile in grado di georeferenziare le diverse tipologie di offerta merceologica all’interno di percorsi sviluppati sui vari target di consumatori.
DECORO URBANO E SEGNALETICA
I CENTRI STORICI DELL’UMBRIA SICURI, PIACEVOLI, ACCOGLIENTI E ACCESSIBILI. PER UN’ESPERIENZA DA RACCONTARE.
SVILUPPO DI PERCORSI FOCALIZZATI SUL TARGET. Nell’ottica di una vera e propria strategia di marketing esperienziale è necessario sviluppare percorsi che immergano il visitatore della nostra regione nel bem-vivir umbro. La spiritualità, il gusto, il divertimento, la storia, il lavoro, la natura, la ricerca del benessere. Attraversare l’Umbria e la sua miriade di identità attraverso dei fili conduttori per un esperienza indimenticabile.
SEGNALETICA INTER-URBANA. Per condurre il consumatore attraverso i percorsi e imprescindibile la progettazione di una segnaletica, urbana e fra le varie città, che tenga conto della messa a sistema dei servizi e dell’offerta commerciale. Una segnaletica stradale, con informazioni chiare e accessibili in cui vengano comunicate in modo comprensibile, tutte le nozioni riguardo la logistica: trasporti, distanze, parcheggi, presenza di navette o servizi pubblici.
DECORO URBANO E SICUREZZA. Il sostegno attraverso lo stanziamento di risorse sulla manutenzione e la sicurezza del centri cittadini sono presupposti imprescindibili per garantire la necessaria accoglienza e piacevolezza nei confronti del consumatore. Una città sporca, brutta, decadente e poco sicura è una città che si evita di visitare.
TURISMO ACCESSIBILE. L’accessibilità è oggi presupposto imprescindibile per essere una regione in grado di definirsi civile. Gli interventi urbanistici della pubblica amministrazione devono assolutamente andare oltre il semplice rispetto della legge, lavorando in sinergia con le associazioni e le cooperative che hanno maturato competenze in materia. Va favorito un processo pubblico-privato per la creazione di luoghi ricettivi interamente accessibili come primo passo verso la creazione di una filiera che attinga ad un indotto turistico di caratura mondiale. Verso la stessa direzione devono andare progetti legati all’intrattenimento accessibile, sport, percorsi nella montagna ternana, laboratori per corsi enogastronomici.
SERVIZI, MOBILITÀ E INFRASTRUTTURE
VIVERE L’UMBRIA MUOVENDOSI FACILMENTE ATTRAVERSO L’UMBRIA. LA COMPETITIVITÀ CON LA GRANDE DISTRIBUZIONE CHIEDE SERVIZI, ACCOGLIENZA, SEMPLICITÀ.
MOBILITÀ ALTERNATIVA INTEGRATA. É impossibile immaginare la completa realizzazione di tutto questo senza concepire una nuova idea di mobilità sostenibile costruita intorno a questa nuova visione di un’Umbria integrata. La costruzione di piste ciclabili urbane ma soprattutto extraurbane che permettano di potersi spostare all’interno della regione, ridisegnare e potenziare il trasporto su rotaia diminuendo i tempi di percorrenza e l’accessibilità, navette elettriche gratuite che attraversino i centri cittadini permettendo di parcheggiare e spostarsi comodamente all’interno delle città. La piattaforma Umbria Smart Region permetterà di poter conoscere all’istante le varie possibilità e i vari mezzi a disposizione per spostarsi all’interno della regione.
INFRASTRUTTURE E SERVIZI. La possibilità di concepire i centri cittadini come veri e propri centri commerciali naturali verte soprattutto sulla capacità di offrire servizi in grado di rendere l’esperienza dell’acquisto comoda e semplice, così come all’interno di un vero e proprio centro commerciale. A fare la differenza sono cose decisamente semplici come i bagni pubblici accessibili o degli spazi nursery dedicate alle mamme e ai papà.
STRUMENTI FISCALI E ORGANIZZATIVI
SUPERARE LE CRITICITÀ ATTRAVERSO LE LEVE ECONOMICHE DISPONIBILI. ORGANIZZARE IN MANIERA MANAGERIALE ED EFFICENTE I CENTRI COMMERCIALI NATURALI.
UNA PROGRAMMAZIONE PARTECIPATA E CONDIVISA. All’interno di questa grande progettazione ad essere chiamati in causa dovranno essere i singoli imprenditori e commercianti, dando modo ad ognuno di loro di poter apportare parte del proprio bagaglio di esperienza professionale. Tutti devono avere il diritto di poter dire la propria ed il diritto di essere informati sulle opportunità prendendo consapevolezza dei pregi e delle criticità dello strumento del centro commerciale naturale.
PROMOZIONE DELLE ASSOCIAZIONI TEMPORANEE D’IMPRESA. Lo strumento che intendiamo proporre al fine di costituire i centri commerciali naturali nelle varie città dell’Umbria è quello delle associazioni temporanee di imprese. La possibilità di inquadrare il tutto all’interno di uno schema coordinato da figure di carattere manageriale è l’unica che possa permettere la reale e concreta riuscita di questi strumenti, così come dimostrano le altre esperienze in Italia e in giro per il mondo.
IL PROGETTO URBAN. Le principali leve finanziarie sono costituite dalle risorse del bilancio da importanti progetti comunitari, come, ad esempio, l’iniziativa comunitaria URBAN, la quale rivolgendosi ai quartieri urbani “in crisi”, pare particolarmente adatta al recupero e alla rivitalizzazione, a fini abitativi e di sfruttamento economico e commerciale, dei centri storici. Tra il 2014 e il 2020 le città italiane dovrebbero quindi accedere a fondi europei per la rigenerazione urbana per almeno 1,05 miliardi (pari al 5% del totale atteso), a cui si andrà ad aggiungere una quota di cofinanziamento nazionale ancora da definire. Le risorse andranno concentrate su quattro obiettivi qualificanti: abbattere le emissioni di Co2 nelle aree urbane, migliorare l’ambiente urbano rigenerando aree dismesse, promuovere la mobilità sostenibile, sostenere la rigenerazione strutturale ed economica dei quartieri più disagiati.
TURISMO
Il marketing di una destinazione turistica è un marketing integrato, ovvero la commercializzazione di un prodotto è dato dalle azioni delle amministrazioni pubbliche, ma la fruibilità del prodotto è data dalle azioni di imprese private (Strutture ricettive, ristorative, Agenzie e Tour Operators). Gli operatori privati gestiscono la promozione e vendita dei servizi, gli operatori pubblici devono garantire la promozione turistica del territorio.
L’Umbria deve diventare una DESTINAZIONE. Una destinazione che offre molteplici Prodotti turistici. Quanto più saremo in grado di rispondere alle richieste di servizi quanto più daremo impulso economico al territorio. Il sito geografico diventa località turistica in quanto comunicato come destinazione. Il viaggio diventa esperienza turistica solo se comunicato come spostamento finalizzato a realizzare le attese di allontanarsi dall’ordinario e dal quotidiano. Il soggiorno temporaneo in una determinata area acquista un significato turistico solo se lo spazio fisico e il contesto sociale sono in grado di emettere un messaggio di accoglienza e di gratificante fruizione.
Un buon piano Turistico regionale deve NECESSARIAMENTE prevedere di poter garantire al territorio lo sviluppo di adeguati servizi e infrastrutture, indispensabili per poter poi promuovere un prodotto di qualità anche tramite la programmazione di manifestazioni ed eventi.
DESTINAZIONE UMBRIA. OFFERTA TURISTICA REGIONALE
UMBRIA META INTERNAZIONALE. UNA REGIONE PIENA DI BORGHI E DI TESORI NASCOSTI DA METTERE A SISTEMA E VALORIZZARE.
È impossibile gestire ciò che non è definito (almeno a grandi linee). Ad esempio cosa significa “promuovere la destinazione Umbria”? Non si dà promozione effettiva se non è chiaro quale sia l’oggetto della promozione. Gestire una destinazione in termini di business significa gestire la sua offerta turistica, cioè i prodotti che la compongono, magari organizzati per linee d’offerta (turismo degli eventi sportivi, degli eventi musicali, turismo religioso, turismo enogastronomico, turismo artistico, congressuale, wedding, ecc). La definizione precisa e completa (ingegnerizzazione) dei prodotti turistici che compongono la gamma d’offerta del territorio regionale è il passaggio preliminare ed ineludibile che sostanzia la governance territoriale. È sulla base di tale definizione che è possibile distribuire effettivamente ruoli e responsabilità tra soggetti pubblici e privati ed attivare collaborazioni efficaci.
I TESORI DA SCOPRIRE. Sostegno a progetti pilota per lo sviluppo delle potenzialità turistiche di località meno note ma non per questo meno interessanti, e creazione di circuiti turistici locali che ne includano la visita insieme a luoghi più conosciuti della stessa area.
MOBILITÀ. Miglioramento del servizio di trasporto pubblico di modo da rendere il territorio accessibile anche senza mezzi privati.
CARD TURISTICA REGIONALE. Redazione di una tessera turistica valida su tutto il territorio umbro o in macro aree del territorio che sia funzionale ad incentivare la distribuzione del flusso turistico
OLTRE LA STAGIONALITÀ. Superamento della stagionalità turistica, con la creazione di un’offerta alternativa e sostenibile che permetta all’Umbria di essere potenzialmente attrattivo durante tutto l’anno.
EVENTI E INTRATTENIMENTO. Promozione di eventi e manifestazioni che diano visibilità ai territori e alle loro peculiarità.
NUOVO SITO ISTITUZIONALE TURISMO DELLA REGIONE UMBRIA. Razionalizzazione della promozione turistica online dell’Umbria tramite la raccolta in un unico sito multilingua di tutte le informazioni turistiche e da cui sarà possibile accedere ai siti degli enti locali.
SEMPLIFICAZIONE. Semplificazione della normativa per l’apertura di nuove realtà turistiche e degli adempimenti burocratici in carico agli operatori del settore.
GOVERNANCE DEL TERRITORIO E PROGRAMMAZIONE PARTECIPATA
UN PERCORSO DI GESTIONE CONDIVISA PER UNA PIANIFICAZIONE CHE VEDA GLI OPERATORI DEL MONDO DEL TURISMO E NON SOLO AL CENTRO DELLA DISCUSSIONE.
La governance turistica della destinazione, pubblica o privata che sia, richiede l’assunzione del punto di vista del business turistico della destinazione cioè della sua dimensione economico-produttiva. Infatti una governance deve assumere un indirizzo e, in questo caso, quello più adeguato è quello che interpreta la missione dello sviluppo del fenomeno turistico in termini sostenibili, sia in termini ambientali che in termini economici. La prima conseguenza dell’affermazione precedente è che il turismo deve essere interpretato come un’attività economica e produttiva e non ludica, quindi la sua gestione non può essere associata ad assessorati non profit (tipicamente la cultura) ma a quelli profit al pari della metallurgia, l’agricoltura, la GDO, l’edilizia etc. Il turismo deve ricevere l’attenzione di una qualsiasi altra attività economica ovviamente in base al peso della sua contribuzione al PIL regionale e tenendo conto delle sue caratteristiche.
ISTITUIRE TAVOLI DI CONCERTAZIONE CON GLI OPERATORI BASATI SUI PRODOTTI. La necessaria collaborazione con gli operatori finalizzata alla produzione dell’offerta turistica deve trovare definiti e sistematici punti di confronto e progettazione. Risulta, dunque, fondamentale costituire dei tavoli di concertazione che, per essere effettivi, devono essere focalizzati sulla gestione del catalogo dell’offerta. Ogni incontro deve verificare gli impegni presi da ciascuna parte, pubblica e privata, e progettare, riassegnando obiettivi e compiti, il lavoro che sarà verificato nel successivo tavolo di concertazione. Occorre superare la logica dei tavoli inconcludenti e fumosi che troppo spesso hanno caratterizzato la gestione pregressa. Creazione di un Tavolo regionale permanente con lo scopo di coordinare attività e iniziative turistiche e di programmare la promozione tramite manifestazioni ed eventi.
LA REGIONE SI FA CARICO DEI BISOGNI INFRASTRUTTURALI. L’Istituzione regionale non produce da sola l’offerta turistica, ma ne è coproduttrice insieme ad altri soggetti, primariamente gli operatori turistici (hotel, ristoranti, agenzie di viaggio, ecc). In particolare essa ha la responsabilità di alcune componenti d’offerta quali attrattori (musei, parchi, paesaggi, ecc) ed infrastrutture (mobilità, monitoraggio ambientale, ecc). È su questi aspetti che essa deve concentrare la propria attenzione e la propria politica. Deve farlo in maniera selettiva (causa scarsità di risorse e, dunque, impossibilità di fare tutto) dove i criteri di selezione sono offerti dal predetto catalogo dell’offerta turistica territoriale. Sono le emergenze relative ai prodotti in catalogo, concordate con gli operatori, che individuano le cose da fare. La definizione dei propri ruoli e responsabilità al riguardo delimita, per differenza, anche ruoli e responsabilità degli operatori privati. Vanno ridiscussi organicamente, sulla base del catalogo dell’offerta, i consueti supporti, anche finanziari, che l’ente regionale ha tradizionalmente fornito ad istituzioni per la realizzazione di eventi.
RIORGANIZZARE L’OSSERVATORIO TURISTICO. La progettazione, l’implementazione ed il controllo dello sviluppo dell’offerta turistica non può essere gestito senza un adeguato sistema informativo: il tradizionale osservatorio deve essere riorganizzato come sistema decisionale e di controllo per il destination management. Le ordinarie rilevazioni ISTAT su arrivi e presenze vanno integrate con altre rilevazioni, più o meno sofisticate, ma tutte indirizzate ad alimentare opportuni sistemi di indicatori (cruscotti) in grado di fornire ad amministratori e manager informazioni di qualità, complete e tempestive, per supportare adeguatamente la governance del fenomeno turistico. Gli indicatori “pubblici” devono essere estesi (p.e. con i dati della bigliettazione museale pubblica, dell’impiego dei parcheggi, della qualità dell’aria …) ed integrati, con la collaborazione degli operatori, con indicatori di business (quali, ad esempio, il REVPAR, ricavo per camera disponibile) così da ottenere sistemi delle informazioni realistici e multidimensionali, cioè significativi. I predetti tavoli di concertazione sono il luogo dove discutere periodicamente tali risultati al fine di attivare efficaci cicli della qualità (Pianificare-Fare- Controllare-Agire) in grado di misurare performance, rilevare criticità ed implementare pratiche di miglioramento continuo. Tali dati dovranno poi essere resi pubblici in modalità open data al fine di perseguire politiche di trasparenza e partecipazione. Suddivisione delle funzioni di sviluppo, promozione e rivendita turistica ad enti locali distinti per evitare conflitti di interesse e sovrapposizioni di funzioni. Riorganizzazione degli albi regionali in materia turistica affinché si possano determinare percorsi di formazione mirata del personale competente e specializzato nei vari ambiti lavorativi legati alla fruizione turistica.
REINGEGNERIZZARE L’ORGANIGRAMMA REGIONALE. Le responsabilità della Regione in relazione al turismo trova spesso una inadeguata articolazione ed interrelazione a livello di organigrammi. Competenze come i trasporti, il paesaggio, l’ambiente, la produzione enogastronomica, l’artigianato ed altre ancora sono riferite ad aree organizzative diverse e non sempre adeguatamente interagenti. Nel rispetto della necessaria articolazione delle competenze occorre istituire tra esse agili interfacce che ne consentano una visione orizzontale. Occorre sperimentare nuove e più agili formule organizzative (gestione per processi) con l’istituzione di ruoli dotati di autorità trasversali (case manager) che permettano di attivare adeguati flussi informativi e di processo. L’adozione dell’approccio open data, in primo luogo a livello intra-organizzativo, può favorire in maniera decisiva l’evoluzione organizzativa tratteggiata.
PIANIFICAZIONE PARTECIPATA. Occorre inoltre ricordare che il business turistico ha una peculiarità rispetto ad altri settori produttivi: la produzione del turismo risulta dalla collaborazione delle imprese turistiche in senso stretto (hotel, agenzie di viaggi on/off line, tour operator, vettori, ristoranti …) e di soggetti non profit quali istituzioni, associazioni che hanno in carico, con competenze e ruoli diversificati, la gestione del territorio. Questo carattere distingue il business turistico dagli tutti gli altri business e richiede considerazioni specifiche. Dalla precedente considerazione discende una seconda conseguenza chiave: la gestione turistica della destinazione (destination management) richiede la necessaria collaborazione tra i diversi attori del business, ma i ruoli e responsabilità di ciascuno devono risultare ben distinti. Integrazione non significa confusione: ogni attore deve svolgere il proprio ruolo, e non quello degli altri (in primo luogo i soggetti privati), per cui l’ente regionale deve delimitare con precisione il proprio dominio di responsabilità distinguendolo nella maniera più univoca possibile.
TURISMO SOSTENIBILE E CONSAPEVOLE
PER UN TURISMO CON UN APPROCCIO ESPERIENZIALE DI QUALITÀ E DI EQUILIBRIO CON IL TERRITORIO.
FORME DI OSPITALITÀ ECO-COMPATIBILI. Promozione delle forme di ospitalità eco-compatibili tra cui agriturismi, alberghi diffusi, campeggi e aree attrezzate, case vacanze, B&B, baite e rifugi in montagna, provenienti dalla ristrutturazione dell’esistente e disincentivo alla costruzione di nuovi edifici. Sostegno a strutture turistiche eco-sostenibili, totalmente “accessibili”, rivolte ai giovani sotto i 25 anni e che valorizzino l’inclusione sociale.
CICLOTURISMO. Sostegno a nuove forme di fruizione turistica fra cui il cicloturismo, il turismo naturista e quello didattico-creativo.
TRASPORTI
NUOVO PIANO DELLE INFRASTRUTTURE PER L’IMPLEMENTAZIONE E IL MIGLIORAMENTO DELLE STRUTTURE ESISTENTI.
Il Movimento 5 Stelle Umbria, sostiene un investimento economico volto ad ottimizzare le risorse legate ai Trasporti, in modo tale da non gravare ulteriormente sulla spesa pubblica. In quest’ottica le parole migliorare e implementare diventano fondamentali per una risposta adeguata alle esigenze dei cittadini Umbri.
NO AUTOSTRADA E45. Un’opera che è da considerare devastante per il paesaggio regionale e per le già fragili economie familiari e imprenditoriali. Un progetto insostenibile sia dal punto di vista ambientale che economico, con un pedaggio gravoso per famiglie e imprese. La trasformazione della E45 in autostrada significa la privatizzazione della maggiore arteria viaria che attraversa l’Umbria utilizzando il modello del project financing (8.5 miliardi anticipati da investitori privati sommati 1.5 miliardi di defiscalizzazione a carico dello Stato= a carico dei cittadini), cioè privati che devono fare profitto, e della defiscalizzazione al futuro concessionario, modello che avrà non poche ripercussioni sulla nostra regione e su tutto l’assetto stradale umbro, oltre che sulle tasche dei cittadini e degli artigiani del trasporto colpiti dal pedaggio, basterebbe una buona manutenzione della E45. Ci vogliono far credere che noi umbri saremmo esentati dal pedaggio, ma non è credibile: Informare i cittadini sui costi eccessivi di un’opera che cementificherebbe il nostro territorio. Attuando il project financing in ambito ferroviario, invece andremmo incontro sia a vantaggi per i cittadini pendolari, sia per creazioni di nuovi posti di lavoro in aziende di armamento ferroviario. I vantaggi saranno molteplici: -uscita della nostra regione dalla spirale delle cooperative rosse interconnesse alle grandi opere; -promozione degli investimenti privati veramente utili ai cittadini; -uscita dall’isolamento rispetto all’alta velocità; -trasporto ferroviario pendolare efficiente e competitivo rispetto ai tempi superstradali.
CONTENIMENTO DEI COSTI E SNELLIMENTO DELLA BUROCRAZIA, appaltando opere pubbliche con priorità a ditte locali, munite di certificazione anti mafia, facendo appalti trasparenti sviluppando la collaborazione con gli organi dello Stato (Prefettura e Magistratura) per vigilare e contrastare eventuali infiltrazioni mafiose e malavitose nel giro dei grandi appalti pubblici.
COMPLETAMENTO RADDOPPIO CAMPELLO-SPOLETO con continue ricognizioni sul cantiere (10 km di singolo binario il cui cantiere è stato inaugurato nel 2002 costato finora 300 milioni di euro, 30 milioni al km).
NUOVA GALLERIA FERRIVIARIA DI 22 km SPOLETO-TERNI. Verifica fattibilità con esperti geologi e ambientalisti e successiva informazione e sondaggio del gradimento di tale opera presso i cittadini diretti interessati della suddetta.
POTENZIAMENTO E RADDOPPIO DI TUTTE LE LINEE UMBRE. Avvio della ricerca dei fondi (6.3 mld euro, prendendo come riferimento l’attuale cantiere di realizzazione del raddoppio Campello-Spoleto) secondo i seguenti criteri: - minimo impatto ambientale; - minima invasività delle proprietà private; - Informazione e sondaggi alla cittadinanza interessata.
BLOCCO IMMEDIATO DEI FONDI REGIONALI PER IL PROGETTO “FERMATA MEDIO ETRURIA” qualora tali fondi provenissero dall’Unione Europea con l’obbiettivo di potenziare il trasporto regionale parallelamente con quello alta velocità, si valuterà la fattibilità del progetto solo nel caso di un consistente potenziamento in ambito regionale. Per il bilancio della nostra regione sarà molto improbabile destinare una somma di 6.3 miliardi di euro per la costruzione di raddoppi ferroviari; tali fondi proverranno dal Governo e dall’Europa; la fermata ‘’MEDIO ETRURIA’’ quindi sarà considerata come un ‘’trampolino di lancio’’ per nuovi investimenti basati sull’andamento del mercato dei trasporti, che ormai ha come colonna portante l’alta velocità. Gli utenti umbri che cominceranno ad affacciarsi su di essa avranno una grande occasione di attrarre investimenti per rivoluzionare l’infrastruttura ferroviaria esistente.
ASCOLTO E PARTECIPAZIONE DIRETTA DEI PENDOLARI. Introduzione di un forum ufficiale online nel quale i pendolari potranno inserire le fasce orarie interessate dall’inizio e fine del proprio turno di lavoro per migliorare l’efficienza dei trasporti definita intorno alle esigenze dei lavoratori e studenti. Parallelamente studio e analisi per coincidenze arrivi e partenze treni regionali con autobus per i centri storici, luoghi di maggiore destinazione; in maniera specifica studio annuale delle esigenze orarie e di traffico degli studenti e delle esigenze delle scuole per favorire una fruibilità di trasporto locale e di scelta formativa. Revisione delle linee autobus al fine di creare una reale rete di connessione gomma- ferro sfruttando i punti di arrivo (parcheggi) esistenti nelle periferie dei centri storici e nelle stazioni. Sarà data possibilità agli utenti di tale forum di inserire anche segnalazioni di lamentele e migliorie riguardanti il trasporto pubblico locale.
SVILUPPO DEI SERVIZI TRAM-TRENO. Il tram-treno è un sistema di trasporto pubblico effettuato o con veicoli tranviari i quali percorrono anche i percorsi ferroviari locali (grazie ad accorgimenti tecnologici) per ottenere maggiore flessibilità e convenienza adattando la velocità al tipo di percorso. I sistemi di trasporto pubblico effettuato con veicoli ferroviari i quali percorrono anche i percorsi tranviari cittadini. È già presente una proposta su Perugia ed interland; dopo una prima sperimentazione nel capoluogo umbro, studio di fattibilità su altre città umbre, favorendo ulteriormente quei territori che attualmente sono maggiormente isolati ed hanno maggiori difficoltà a raggiungere i principali centri umbri. Il progetto sarà comunque a lungo termine per notevole inadeguatezza dell’infrastruttura esistente. Solo dopo il raddoppio di tutte le linee umbre sarà realizzabile.
SFAVORIRE PRIVATIZZAZIONE DEL TRASPORTO PUBBLICO E PROGRESSIVA RIPUBBLICIZZAZIONE. Sfavorire la privatizzazione del T.P.L. data la scarsa remuneratività del settore. Privatizzando un tale settore si ottiene solo un peggioramento del servizio pagato sempre con soldi pubblici. Ove gli investitori privati fossero attratti dal suddetto settore si intende attuare strumenti di controllo sui gestori affidatari.
RIDUZIONE DEI BIGLIETTI per le tratte brevi sviluppando tariffe differenziate, e facilitare l’introduzione di biglietti integrati per viaggi rete ferroviaria locale e autobus cittadini su tutto il territorio regionale.
POTENZIAMENTO DELLE TRATTE AEREE DA E PER L’AEREOPORTO DI SANT’EGIDIO favorendo sia incremento turistico che di collegamento per le aziende locali con possibili clienti e partner esteri.
MIGLIORAMENTO E COMPLETAMENTO DELLA RETE STRADALE REGIONALE. Implementazione a livello manutentivo dell’esistente risulta attualmente sufficiente al traffico e alla densità demografica umbra per l’intera rete regionale.
MOBILITÀ SOSTENIBILE
PER L’IMPLEMENTAZIONE E IL MIGLIORAMENTO DELLE STRUTTURE ESISTENTI.
L’Umbria è una regione caratterizzata per la prevalenza da territorio collinare e montuoso, quindi con un territorio difficile da collegare al suo interno ed anche con le regioni limitrofe. Alcune delle aree umbre presentano tali difficoltà in modo peculiare, alcuni esempi sono le aree della Valnerina, la zona dello Spoletino, la zona Orvietana, l’area dell’alto Tevere, la zona del lago Trasimeno e la zona appenninica. Le altre zone della Regione hanno difficoltà ad ottimizzare i collegamenti presenti.
DIROTTAMENTO DEI FONDI DESTINATI ALLE INFRASTRUTTURE NELLA MOBILITÀ DOLCE settore ferroviario e T.P.L. con alimentazioni a metano eo elettriche, disincentivando la cementificazione ex-novo di suolo pubblico.
POTENZIAMENTO DELLA MOBILITÀ PUBBLICA disincentivando la focalizzazione sulle reti stradali per uso privato dell’automobile e trasporto su gomme, riducendo così inquinamento atmosferico e abbattendo costi che gravano ulteriormente sui cittadini.
PISTE CICLABILI URBANE ED EXTRAURBANE. Sviluppo, ove il territorio locale lo consente, di piste ciclabili, integrabili con trasporti locali, e con parcheggi dedicati. Incremento della mobilità eco- sostenibile e l’aumento della sicurezza stradale, attraverso il miglioramento dell’efficienza della viabilità e rendendo accessibili in sicurezza le strade extraurbane con mezzi non motorizzati. Promozione di un coordinamento regionale come nodo essenziale per la presentazione della richiesta di fondi comunitari e per massimizzare lo stanziamento dei fondi europei per il ciclismo, dovrà essere redatto il Piano Regionale della Mobilità Ciclistica (PRMC). Completamento della pista ciclabile Terni- Spoleto-Assisi. per il completamento del tratto umbro del progetto Europeo Eurovelo7 Capo Nord-Malta, che attraversa l’Umbria da Città della Pieve a Giove). Promozione e sostenere le strutture dedicate, i cosiddetti bike-hotel e tutte le altre realtà turistico-sportive con alberghi che offrono dei servizi dedicati al cicloturista, come un’officina attrezzata per le riparazioni a disposizione dei clienti, o informazioni. Promozione ed incentivazione dell’uso della bicicletta come mezzo di trasporto anche coinvolgendo il mondo delle scuole attraverso specifici percorsi didattici, come ad esempio corsi di educazione stradale ed educazione alla mobilità. Promozione del trasporto combinato BICI-TRENO per superare parte di percorsi più impegnativi per le famiglie o per i bambini.
CAR SHARING E CAR POOLING. Favorire lo sviluppo, nei punti di snodo dei trasporti pubblici, di car sharing (impiego di autovetture in condivisione e a tempo), con vetture ecologiche e implementazione di mobilità alternativa elettrica.
RETE DELLE COLONNINE PER RICARICA VELOCE AUTO ELETTRICHE. Favorire l’implementazione e lo sviluppo in tutto il territorio umbro di colonnine per la ricarica veloce per auto elettriche multistandard, sostenendo così una mobilità urbana ed extraurbana sostenibile.
REGIONE DELLA CULTURA
CULTURA COME IDENTITÀ
PIANO PER UNA CULTURA INTESA COME RISORSA DI CRESCITA PER LE PERSONE E LE COMUNITÀ.
Secondo la lista del patrimonio mondiale elaborata dall’Unesco (Organizzazione delle Nazioni Unite per l’educazione, la scienza e la cultura) l’Italia sembra essere il paese con il maggior patrimonio culturale del mondo in termini quantitativi ma soprattutto qualitativi. E tra le diverse regioni, l’Umbria risulta essere un’area ad altissima percentuale di siti di interesse storico-culturale e paesaggistico, in relazione al territorio e al numero dei suoi abitanti. Di 92 Comuni più di 60 possiedono un museo, un sito archeologico o un monumento aperto al pubblico, per un totale di circa 150 punti di interesse censiti.
Nonostante questo elevato potenziale siamo testimoni delle pesanti conseguenze dell’ erosione dell’identità culturale attraverso il consumo e la commercializzazione indiscriminata del paesaggio che finisce col trasformare i luoghi e le comunità in vere e proprie “città invisibili”. Il M5S intende tornare a considerare il paesaggio e il patrimonio storico culturale dell’Umbria come risorsa inalienabile della Regione, come possibilità di incremento dell’occupazione e della prosperità del territorio, come volano per una crescita sostenibile e armoniosa della sua popolazione. A questo proposito sarebbe opportuno:
Aggiornare l’archivio delle strutture urbane e periurbane di interesse storico e fare una ricognizione finalizzata alla valorizzazione di luoghi e attività significativi nella tradizione delle comunità (frantoi dismessi, botteghe, ex fabbriche abbandonate, strumenti, luoghi di ritrovo, itinerari, ecc.).
Realizzare un censimento dei luoghi deputati alle attività culturali (biblioteche, teatri, musei, gallerie, spazi per eventi, ecc.). Per ogni luogo verrà approntata una scheda relativa allo stato di fruibilità e alle potenzialità d’impiego.
Condurre una ricognizione degli enti, degli operatori culturali e delle associazioni di settore al fine di verificare i criteri, la funzionalità amministrativa e la distribuzione delle cariche, monitorando le gestioni presenti e future per assicurare all’area culturale le adeguate basi di trasparenza e circolarità.
Individuare le risorse umane sul territorio: artisti, artigiani, maestri d’opera, studiosi e intellettuali. Comprenderne le esigenze e metterli nella condizione di diventare un’opportunità di crescita e arricchimento per la comunità.
Valorizzare il patrimonio storico e culturale attraverso la conservazione o la creazione di nuove modalità di fruizione.
Tornare al mecenatismo – da sempre fonte prima di produzione artistica e culturale – attraverso lo sgravio fiscale per artisti, operatori culturali, enti e privati finanziatori o azioni di crowdfunding. Il M5S intende elaborare un piano d’intervento che permetta a innovazione e tradizione di convivere e dialogare in modo armonico.
PAESAGGIO E PATRIMONIO
UN VALORE DISPONIBILE IMMEDIATAMENTE.
L’Italia è fra i pochi paesi al mondo ad avere la tutela del paesaggio e del patrimonio culturale iscritta nella propria Costituzione. L’intrigo normativo tuttavia contribuisce alla labirintica frammentazione delle competenze tra stato, regioni, provincie e comuni, situazione che contribuisce a ostacolare una corretta tutela del paesaggio e del patrimonio.
“Nascondendosi dietro la facile foglia di fico di una normativa più o meno ben fatta, anzi sbandierandola ad ogni occasione, amministratori e politici perpetrano manovre e accordi sotto banco, trasformando il paesaggio e le città, corpo vivo della nostra memoria storica e della nostra identità, in merce di scambio elettoralistica” (cit. Salvatore Settis, Paesaggio costituzione e cemento).
Occorre che si completi la stesura del Piano Paesaggistico Regionale. Con D.G.R. n. 55 del 24 gennaio 2011 è stato costituito il Comitato Tecnico Paritetico al quale affidare la definizione dei contenuti del Piano e il coordinamento delle azioni necessarie alla sua redazione. Il Comitato Tecnico Paritetico ha stabilito che il Piano fosse articolato in due distinti Volumi: “Volume 1 – Per una maggiore consapevolezza del valore del paesaggio. Conoscenze e convergenze cognitive” e “Volume 2 – Per un miglior governo del paesaggio: tutele, prescrizioni e regole”. Ad oggi i lavori del Comitato Tecnico Paritetico – impegnato nell’elaborazione del secondo Volume – sono ancora inconclusi.
E’ necessario direzionare gli stanziamenti regionali a garanzia della conservazione dell’ingente patrimonio culturale. Assistiamo ogni anno all’erogazione di enormi stanziamenti per la conservazione e la valorizzazione del patrimonio ma nonostante esista un codice dei beni culturali con articoli e normative adeguate, queste risorse vengono distolte/disperse – a volte fino a scomparire – o impiegate in “stralci funzionali” che nulla hanno a che vedere con i progetti di conservazione e valorizzazione.
Occorre rispettare le competenze specifiche e sostenere le sovraintendenze regionali con uno stretto coordinamento fra gli enti di diverso livello. Spesso nei cantieri non si rispettano le normative di competenza. Progettisti e direttori dei lavori appartengono a categorie altre (ingegneri, geometri, ecc.) che secondo l’Art. 52 del RD2537/1925 non risultano adeguate ad un corretto intervento sui Beni Culturali. E’ inoltre sempre più diffuso l’intervento di imprese edili non specializzate che impiegano manovalanza generica nel restauro e nella conservazione.
Trasparenza e regolarità delle gare d’appalto e instaurazione di metodi tracciabili e trasparenti nell’erogazione dei fondi. Un metodo capace di valorizzare il rinnovamento generazionale e artistico- culturale, e non solo, intercettando quelle realtà che da sole mostrano capacità di autofinanziamento, di strutturazione e di crescita.
Sviluppo del know how per l’accesso ai finanziamenti europei: gran parte dei finanziamenti provenienti dall’UE va disperso a causa di una gestione chiusa delle risorse disponibili. Trascurare e non incentivare la formazione all’accesso e alla compilazione di progetti/bandi/gare/ecc, può comportare un vero e proprio monopolio delle risorse collettive in seguito al quale, cittadini, associazioni ed imprese, risultano esclusi dalla possibilità di realizzare i propri progetti.
Rivitalizzazione di musei, biblioteche, gallerie e parchi, attraverso eventi, laboratori, conferenze, happenings: un antidoto alle “stanze vuote della memoria” può arrivare da creativi e artisti contemporanei, potenzialmente in grado di realizzare un’auspicabile sinergia tra tradizione e modernità, passato, presente e futuro.
TRADIZIONI
OLTRE LE SAGRE
L’Umbria è terra di tradizioni e alcune di queste rappresentano un tessuto culturalmente ancora vivo. E’ necessario investire in risorse umane e finanziarie finalizzate al recupero di un patrimonio che è Memoria e Identità collettive. Una parte importante di questa offerta culturale è rappresentata dalle sagre, che hanno sul territorio un fortissimo potere di aggregazione e meritano quindi una cura speciale.
Rendere aperta, trasparente e fluida l’organizzazione delle sagre e degli eventi ad esse correlati. Le sagre a cui gli Umbri non intendono rinunciare, si stanno progressivamente “commercializzando” a scapito della qualità e dello spirito originari. Da eventi rituali e aggregativi in cui le famiglie ritrovavano uno spazio per stare insieme al di là della fatica del lavoro – tenendo in tal modo coeso il tessuto di comunità e frazioni – appaiono oggi sempre di più massificati e costretti dentro a dei format rigidamente definiti e impermeabili al cambiamento.
Sarebbe opportuno stanziare finanziamenti per progetti volti alla conservazione, ricognizione e catalogazione della cultura cosiddetta “minore” che oltre ad essere valore in sé fondante l’identità culturale del territorio, ha da sempre ha costituito l’humus per qualsiasi altra forma di arte.
Sostegno della filiera agroalimentare e dei prodotti di nicchia attraverso la creazione di eventi in grado di rispondere alla crescente domanda di qualità, genuinità e tipicità. Sono necessarie normative e incentivi che proteggano il chilometro zero, la vendita diretta e la micro imprenditoria impegnata in questo ambito, anche se in controtendenza con le politiche europee. Non dimentichiamo che in Umbria il territorio agricolo a disposizione degli agricoltori diretti è in media di tre-quattro ettari pro capite. Sono loro la nostra risorsa e il nostro futuro.
ARTIGIANATO
LE MANI SANNO: SAPERE PER FARE E FARE PER SAPERE. LA CULTURA DELLE COSE.
Sempre più, passeggiando per gli antichi centri storici dei paesi e delle città umbre, troviamo negozi e botteghe chiuse. Quegli spazi che un tempo vitalizzavano i borghi e che costituivano l’identità di valore del nostro tessuto sociale, oggi non esistono più. E’ necessario un drastico piano di intervento che consenta alle antiche e alle nuove maestranze di accedere agli spazi abbandonati e in essi esprimersi, lavorare e dare un contributo di formazione ad una nuova imprenditoria altamente qualificata. “E’ necessario il riconoscimento del valore e della dignità dell’opera umana” (cit. ”Manifesto del libero artigiano”).
Sollecitiamo l’assegnazione di spazi vuoti e non utilizzati nei centri storici attraverso la selezione di maestranze locali realizzata con criteri di qualità, professionalità e innovazione. I centri storici devono essere ripopolati da mestieri antichi e nuovi in un’ottica di utilizzo virtuoso e lungimiranza urbanistica incrementando così anche il flusso turistico, oltre che la circolarità dell’economia.
Sgravi fiscali per le attività suddette e aiuti attraverso il microcredito. Prendere spunto dalle normative fiscali e dalla regolamentazione vigente negli altri paesi europei per sostenere le locali attività artigianali.
Riconoscimento del valore e sostegno della figura dell’autoimprenditore. Nel resto dell’Europa questa figura – la figura di chi lavora per se stesso come artigiano – è nettamente differenziata dalla piccola imprenditoria. In Francia, per esempio, l’autoimprenditore dipende direttamente dai distretti e non dallo Stato in quanto considerato bene per l’identità del territorio. Versa ogni anno il 14% del proprio fatturato per la sua prestazione d’opera (ben altra cosa dal regime dei minimi cui sono costretti i nostri autoimprenditori). Ricordiamo che il pesante regime fiscale a cui sono sottoposti gli artigiani in Italia li porta a risparmiare sulla qualità dei materiali e quindi ad abbassare il livello della loro produzione.
Alleggerimento burocratico per le esperienze di apprendistato e tirocinio e istituzione delle botteghe come cantieri aperti. Il trasferimento di sapienze ed esperienze deve essere perseguito attraverso modalità semplificate che diano concretezza e continuità alle attività manuali.
Incentivazione di seminari, incontri e collaborazioni interregionali e internazionali. Workshop tra artigiani dello stesso settore o di settori diversi, rappresentano sinergie importanti che non solo arricchiscono le competenze ma apportano innovazione e nello stesso tempo sono di grande stimolo per i flussi turistici.
ARTE
CREATIVITA’ COME RISVEGLIO
Un numero sempre maggiore di artisti, musicisti, letterati, teatranti, cineasti e studiosi di fama anche internazionale, hanno scelto le terre d’Umbria per vivere e dare corpo ai loro talenti. Dobbiamo però constatare che l’attenzione del territorio rispetto a queste illustri presenze risulta gravemente inadeguata. L’assenza di un loro reale coinvolgimento nella vita culturale locale da parte delle istituzioni, costituisce una ingiustificata penalità a carico sia dei cittadini residenti che di quanti volentieri coglierebbero l’occasione di avvicinare tali significative personalità, provenendo anche da molto lontano.
Arte pubblica: parchi d’artista e installazioni site specific sia come valorizzazione di centri storici, sia come recupero di zone urbane e periurbane degradate; riconversione e utilizzo delle opere incompiute e di edifici dismessi con l’istituzione di bandi trasparenti che prevedano l’intervento di artisti, accademie e istituti d’arte. Le città – tanto i centri urbani quanto le periferie – potrebbero qualificarsi di un’ulteriore bellezza e di una nuova fruibilità, in modo da divenire ennesime tappe di percorsi turistici dedicati all’arte contemporanea.
Festival Multidisciplinari: anche in forme contenute ma più frequenti rispetto ad altri Istituti già consolidati e a tutt’oggi di prestigio internazionale (Spoleto Festival, Umbria Jazz, Festival di Todi, ecc.), permetterebbero una maggiore agilità organizzativa, dando modo anche alle amministrazioni dei centri minori di farsene carico.
TURISMO
PER LA RISCOPERTA DEL VIAGGIO.
Secondo il rapporto 2013 “Io sono cultura – l’Italia della qualità e della bellezza sfida” elaborato da fondazione Symbola e Union Camere, nel suo complesso il settore culturale in Italia ha prodotto un valore aggiunto di 80,8 miliardi di euro, il 5,8 % dell’economia nazionale. Il dato dell’Italia risulta comunque più basso rispetto ad altre regioni italiane. Il problema vero è che per la cultura si investe molto meno di quello che in media investe il resto dell’Europa. E l’Umbria non fa eccezione a questa tendenza. La regione quindi dovrebbe assumersi l’impegno di reperire maggiori finanziamenti europei per la cultura e direzionare il governo centrale negli stanziamenti per la fruizione e la promozione dei beni culturali sul territorio.
Valorizzazione dei musei, monumenti, siti storici già esistenti attraverso la lotta senza quartiere alle convenzioni indiscriminate tra regione, comuni e aziende, grandi gruppi o cooperative di gestione degli stessi contro il monopolio e la conseguente omologazione dei beni archeologici e artistici.
Creazione di una rete di strutture ricettive capace di offrire accoglienza per target differenziati: dalla dimora storica agli alberghi diffusi, passando per il piccolo B&B o agriturismo.
Individuazione, proposta e manutenzione dei percorsi e dei sentieri naturalistici e storici. Una fitta rete di vie alternative alle grandi arterie del traffico per ri-disegnare una mappa di traiettorie che colleghino grandi e piccoli centri o che, semplicemente, permettano di godere del paesaggio umbro, unico nel suo genere e ricco di storia e bellezza.
Promozione sistematica delle eccellenze umbre, delle tecniche tradizionali e dei prodotti di nicchia attraverso itinerari enogastronomici che possano offrirli in maniera diretta nei luoghi stessi da cui provengono.
Creazione di eventi stagionali legati alla promozione della cultura alimentare per diffondere la consapevolezza di quanto la nutrizione sia un passaggio fondamentale nella prevenzione e nella cura delle malattie.
FORMAZIONE
A SCUOLA DI PAESAGGI.
Nonostante oggi la formazione sia di competenza e quasi monopolio del Ministero della Pubblica Istruzione ci prefiggiamo di impegnarci nello sforzo di reperire qualsiasi disponibilità e risorsa in ambito regionale che possa colmare le lacune dell’attuale offerta formativa, sia a livello scolastico che professionale. I diversi paesaggi (naturale, urbano, storico, interiore) saranno motivo di sviluppo e approfondimento attraverso l’attivazione e la gestione di progetti sul tema portante e necessario della relazione tra la responsabilità individuale e il diritto ai beni comuni nell’ottica di formare cittadini consapevoli, attivi e appagati.
Sollecitare l’inserimento nei programmi ministeriali per tutti i livelli scolastici di corsi e attività para-didattiche (dalla materna alla scuola secondaria) volte a sviluppare nei giovani una più sensibile e acuta autocoscienza rispetto alla propria persona e al contesto d’appartenenza ovvero partiamo dalle fondamenta per creare una società più sana e armoniosa.
Affidare a professionalità esperte, che affianchino il corpo docenti, l’educazione a nuove materie sociali quali: acqua bene comune, tecnologie ecocompatibili, riciclo/riuso/rifiuti zero, utilizzo consapevole della rete, integrazione e inter-cultura, nutrizione e cura di sé, autocoscienza, creatività come strumento di scoperta e affermazione della propria personalità, baratto e banca del tempo come sperimentazione di tecniche di sopravvivenza sociale al di là del denaro, decrescita territoriale e sostenibilità delle attività produttive.
Verificare e monitorare la qualità e la pertinenza degli attuali corsi di formazione professionale per i quali la Regione stanza attualmente fondi considerevoli.
Attivare corsi di alta formazione (biennali, triennali, post diploma e post laurea), anche a gestione privata, che abbiano lo scopo di specializzare professionalità competitive a livello europeo.
Dare vita a una rete di workshop volti a implementare le competenze della piccola imprenditoria creando anche contatti con le industrie di produzione dei materiali e dei manufatti.
Potenziare gli scambi tra la piccola imprenditoria regionale e le realtà internazionali attraverso l’informatizzazione e la compartecipazione.
ISTRUZIONE E UNIVERSITA’
L’UNIVERSITÀ COME ECCELLENZA LIBERA E TRASPARENTE
UNA NUOVA VITA PER L’UNIVERSITÀ UMBRA. LIBERI DAI CLIENTELISMI E DAI BARONATI VERSO L’ECCELLENZA DELL’OFFERTA FORMATIVA E DELLA RICERCA.
Lo sviluppo di interi territori e delle province di Terni e Perugia sono state per lungo tempo legate a questa punta di diamante della cultura scientifica ed economica dell’Umbria. Sedi come Assisi, Foligno, Terni e Narni, insieme a Perugia hanno per lungo tempo rappresentato dei poli fondamentali di eccellenza a livello nazionale nella cultura, ricerca e conoscenza, nel reale senso del termine. Negli ultimi anni però scelte spesso improntate al peggiore conservatorismo ed autoreferenzialità provinciale hanno prodotto danni all’intero comparto e, dunque, a tutte le attività economiche e culturali. Quando si parlava di Perugia ad esempio si aveva l’orgoglio di dichiarare di studiare presso questa blasonata ed antica Università, la più antica in assoluto nel mondo dopo Bologna e Padova.
Ad un anno dall’insediamento del nuovo Rettore, si è assistito ad una presa di coscienza di questa problematica e sono iniziate faticosamente azioni tese ad invertire questo declino economico e sociale. Occorre però fare molto di più. Occorre che tutte le Istituzioni ed in primis la Regione si ponga come supporto tecnico, istituzionale ed anche finanziario nella pianificazione, definizione ed attuazione di un piano organico pluriennale di rilancio del settore e accompagni queste nel percorso. Ricostituire una sinergia e collaborazione che permetta di costruire anche in Umbria una realtà simile a quella che si riscontra in città universitarie come HeidelBerg o Tubingen, Oxford o Warwick (Università quest’ultima meno conosciuta, ma tra le prime nel ranking internazionale da pochi anni).
Certo è che occorre come Regione stimolare una razionalizzazione dei corsi universitari ed evitare replicazioni di corsi che si pongono in concorrenza l’un con l’altro. Questo discorso deve essere affrontato anche tra le due Università statali, essenzialmente perché si vengono a creare corsi di studio concorrenti che spesso hanno poi nel programma didattico ed interventi dei docenti delle “carenze” troppo evidenti che spingono poi gli studenti a scegliere altre Università.
LOTTA AL CLIENTELISMO E AI PRIVILEGI. Superamento dei baronati e fine del familismo amorale, fine dello sfruttamento intellettuale dei ricercatori. Valorizzazione della buona ricerca che premia i risultati e disincentiva il clientelismo universitario.
MAGGIORE SOSTEGNO E PARTECIPAZIONE ALLA PIANIFICAZIONE PLURIENNALE anche in termini di sostegno finanziario ed investimenti, della Regione, in spirito collaborativo e proattivo, con le Alte Istituzioni di Formazione e Ricerca (Università, Accademie e Conservatorio) dando ascolto alle loro esigenze e criticità e nella premessa che tutto il settore pubblico dell’Istruzione deve essere agevolato perché direttamente coinvolto nella missione costituzionale dell’abbattimento delle disuguaglianze sociali.
FINANZIAMENTI REGIONALI PER LA RICERCA SCIENTIFICA da destinare alle Università e, comunque, indirettamente, favorire e sostenere l’azione dell’Università negli investimenti nella Ricerca di base e applicata, individuando nel settore dei Beni Culturali e Paesaggistici e quello legato alla sostenibilità uno dei filoni più importanti perché posto in relazione con le prospettive di sviluppo delle attività economiche connesse alla principale ricchezza e patrimonio dell’Umbria, appunto i suoi beni culturali, paesaggistici ed ambientali.
PIANO DI INTERNAZIONALIZZAZIONE DELL’UNIVERSITÀ ed Istituzioni di Alta formazione, su coordinamento regionale e di concerto con le Istituzioni Universitarie interessate, prestando le opportune e fattive opere di collaborazione tecniche ed istituzionali.
ACCESSIBILITÀ AI FINANZIAMENTI EUROPEI. Agevolare l’accesso a tutte le Istituzioni scolastiche ed universitarie pubbliche ai finanziamenti europei, attraverso una collaborazione diretta tra Enti, mettendo insieme conoscenze, expertise e collaborazione tecnica soprattutto tra gli uffici progettazione europea, al fine di rinvigorire il settore della Scuola pubblica anche attraverso il canale dei Fondi europei.
RETE REGIONALE APERTA E TRASPARENTE DELLA CONDIVISIONE DELLE CONOSCENZE tra le istituzioni locali e le realtà scientifiche, di ricerca, culturali e sociali presenti sul territorio, pubbliche e private, affinché si realizzi quel fattore moltiplicatore proprio del trasferimento della conoscenza e dunque dello sviluppo economico e sociale di tutto il territorio.
CONDIVISIONE E COLLABORAZIONE CON LE IMPRESE. Rafforzamento e coordinamento da parte della Regione, come agente promotore di tutto il tessuto produttivo privato e pubblico dei settori agricolo, industriale, manifatturiero, turistico e culturale del territorio regionale, affinché l’Università e le Alte istituzioni di Formazione tornino ad essere quegli attori principali propulsori del cambiamento e dello sviluppo del territorio stesso. Luoghi di pensiero aperti alla cittadinanza e di discussione ed elaborazione condivisa con il tessuto sociale e produttivo dello sviluppo e benessere di tutta l’Umbria.
VALUTAZIONE DEGLI STUDENTI. Valutazione di corsi ed insegnanti da parte del corpo studentesco, con pubblicazione dei risultati sul sito dell’Università, di modo che i potenziali futuri studenti e le loro famiglie possano valutare obiettivamente la qualità ed il reale merito della sede universitaria prescelta
PORTARE LA TASSAZIONE UNIVERSITARIA A LIVELLI DI SOSTENIBILITÀ ED EQUITÀ. Tetti massimi alle rette annuali delle Università della Regione, insistendo sulla riduzione della quota di contribuzione all’Università, perché all’interno di quelle che vengono comunemente chiamate tasse universitarie bisogna distinguer due voci: i contributi universitari e tasse universitarie. La tassa va versata in quanto controprestazione di un servizio reso dall’Università, mentre i contributi sono prelievi coattivi relativi ad opere di pubblica utilità. Secondo l’articolo 2, secondo comma: “I contributi universitari sono determinati autonomamente dalle Università in relazione ad obiettivi di adeguamento della didattica e dei servizi per gli studenti, nonché sulla base della specificità del percorso formativo”.
UNIVERSITÀ E TERRITORIO
UN NUOVO RAPPORTO CON IL TERRITORIO E UNA PROGRAMMAZIONE CHE VALORIZZI LE IDENTITÀ LOCALI. L’UNIVERSITÀ NEI LUOGHI DEI SAPERI E DELLE COMPETENZE.
L’Università umbra, e le sue città, ciascuna coerentemente con la propria VOCAZIONE e tradizione attraverso una razionalizzazione dei corsi universitari e, dunque, della didattica devono riuscire a fornire chiaramente all’esterno della Regione, delle evidenti differenze e peculiarità, rispetto ad altre Università, tali da determinare una scelta degli studenti a loro favore: così da scegliere Assisi per il Turismo, o Terni per l’Ingegneria industriale, o Comunicazione o Diritto e relazioni internazionali per le sue tradizioni e vocazioni acclarate nei settori, ossia ricostruire una storia che offra ai nuovi iscritti una ragione inequivocabile per scegliere l’Università umbra e l’Umbria.
VALORIZZAZIONE DELLE SEDI TERRITORIALI. Mantenimento, valorizzazione e sviluppo di realtà universitarie presenti nei vari territori e località della Regione anche al fine di garantire una maggiore possibilità di offerta formativa che richiami utenza anche fuori regione e diffusione nella Regione di tali realtà formative; offerta formativa e professionale legata ai territori, valorizzazione delle vocazioni ed identità locali.
RAZIONALIZZAZIONE E INNOVAZIONE. Modernizzazione del sistema universitario attraverso la razionalizzazione e l’aggiornamento dei servizi accademici coerentemente con le vocazioni e specificità, tradizioni culturali e storiche dei territori.
AUTONOMIE DEI TERRITORI. Favorire la possibilità di sviluppare, in base a quanto previsto dalla riforma Gelmini, di fondazioni universitarie in grado di aprire a nuove realtà europee e nazionali, sviluppando un’offerta in grado di migliorare la competitività territoriale.
LA SCUOLA SICURA, PUBBLICA E INCLUSIVA
PERCHÉ DALL’ISTRUZIONE DEI NOSTRI FIGLI NASCE L’UMBRIA DEL DOMANI. UNA SCUOLA AL CENTRO DELLA COMUNITÀ DOVE NESSUNO DEVE ESSERE LASCIATO INDIETRO.
Le dichiarazioni ONU sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza nonché il dettato costituzionale inquadrano il diritto allo studio ed allo sviluppo della personalità umana come diritti inviolabili (Art.2 Cost.). La scuola di ogni ordine e grado deve tornare ad essere il luogo ideale ove qualsiasi bambino e adolescente abbia opportunità di crescita e di integrazione. La scuola pubblica deve rimanere il luogo deputato a garantire tali opportunità nel pieno rispetto del principio di uguaglianza (Art.3 Cost.) e dell’istruzione come servizio pubblico (Art. 33).
RISPETTO DELLA DIGNITÀ E DEI DIRITTI DEI LAVORATORI NEL MONDO DELLA SCUOLA. Verifica e controllo dei finanziamenti pubblici che vengono erogati dallo Stato (legge n.62/2000). La Regione dovrà collaborare, anche attraverso la stipula di protocolli d’intesa, con gli ispettori del Miur, con gli ispettorati del lavoro sul territorio, con l’INPS e con i tecnici dell’Ufficio Scolastico Regionale, nonché con gli USP locali, al fine di garantire che i finanziamenti pubblici vengano erogati agli Istituti solo previa verifica periodica del mantenimento dei requisiti della parità scolastica, comprensiva dell’analisi del rapporto fra istituto e lavoratori dipendenti (controllo del DURC e della contrattazione applicata al personale docente e amministrativo nelle scuole paritarie; proposta di erogazione degli stipendi solo attraverso mezzi che ne permettano la tracciabilità come assegni circolari o bonifici bancari).
CENSIMENTO E CATALOGAZIONE DEGLI EDIFICI SCOLASTICI. Anagrafe degli edifici scolastici sul territorio regionale.
MESSA A NORMA E MANUTENZIONE DELL’ATTUALE PATRIMONIO EDILIZIO con interventi volti all’abbattimento delle barriere architettoniche, all’adeguamento antisismico, riqualificazione, efficentamento, risparmio energetico. Messa in sicurezza degli spazi esterni delle scuole come aree verdi.
PREVENZIONE. Priorità ai progetti su tematiche ambientali, di educazione alimentare, sanitaria, sportiva, attività ricreative artistiche, musicali e performative. Sostegno economico a progetti di bilinguismo ed intercultura. Potenziamento di progetti ed attività di scambio interculturale con paesi europei ed extra europei.
INCLUSIONE. Interventi volti al prolungamento dell’orario scolastico, all’integrazione, all’inclusione con particolare attenzione alla promozione di progettualità per la corretta inclusione delle diversità e di contrasto al bullismo e l’omofobia (studenti stranieri, studenti con disabilità, alunni con Disturbi Specifici dell’Apprendimento e con Bisogni Educativi Speciali).
CONTRO L’ABBANDONO SCOLASTICO. Accordi specifici con MIUR per promuovere di azioni finalizzate a prevenire l’abbandono scolastico, la dispersione, le classi pollaio e la marginalità nelle scuole di ogni ordine e grado, attraverso il coordinamento di tutte le istituzioni regionali e degli enti locali presenti sul territorio. Accordi specifici con le agenzie formative e culturali presenti in Regione per la realizzazione di una rete che realizzi interventi coerenti.
DIFFUSIONE DELLA CULTURA FRA I GIOVANI. Messa allo studio di sgravi fiscali e/o tariffe avvantaggiate per alunni e personale scolastico sui trasporti pubblici, accesso gratuito o agevolato a musei, teatri, cinema, palestre e attività sportive, iniziative letterarie, musicali, beni culturali presenti sul territorio regionale.
ASILI NIDO. Interventi mirati verso gli agli enti locali che investono, mantengono ed ampliano l’offerta di servizi, orari e progetti pedagogici innovativi e di particolare rilievo sociale negli asili nido pubblici presenti nel territorio regionale.
LA FORMAZIONE E L’ISTRUZIONE PROFESSIONALE
BASTA CON LE ATTESE INFINITE E GLI APPUNTAMENTI FISSATI A DISTANZA DI ANNI. I PROBLEMI VANNO RISOLTI QUI ED ORA.
La legge regionale 23 dicembre 2013 , n. 30, che disciplina del sistema regionale di istruzione e formazione professionale, ha messo a regime la fase di sperimentazione iniziata nell’anno scolastico 2011/2012. Il sistema di istruzione e formazione professionale (IeF.P.) si articola in percorsi di durata triennale e quadriennale, finalizzati al conseguimento – rispettivamente – di qualifiche e diplomi professionali. Le qualifiche e i diplomi professionali, di competenza regionale, sono riconosciuti e spendibili a livello nazionale e comunitario. I percorsi IeFP sono realizzati dalle strutture formative accreditate dalle Regione, secondo criteri condivisi a livello nazionale, oppure dagli Istituti Professionali, in regime di sussidiarietà. Le modalità di svolgimento degli esami di qualifica nell’ambito dei percorsi IeFP rientrano tra i Livelli Essenziali delle Prestazioni (LEP) definiti dal D.Lgs. 226/05 presentano fortissime differenze tra regione e regione su aspetti che riguardano la tenuta stessa del sistema nazionale di IeFP. Si assiste nella Regione Umbria, come in altre, a mancanza di adeguati controlli dei soggetti che erogano formazione professionale ed una loro moltiplicazione sul territorio. Eccessivo è il frazionamento delle risorse e dei centri di spesa senza l’opportuna valutazione della ricaduta in termini occupazionali dei corsi svolti e trasparenza in merito a obiettivi, erogazione dei finanziamenti, risultati. Gli investimenti nella formazione professionale hanno la priorità rispondere alle realtà produttive e dare loro professionalità in grado di rilanciare l’economia.
RETE DELLE SCUOLE E DELLA SOCIETÀ. Miglioramento dei livelli di competenze con adeguati sistemi di monitoraggio. Indispensabile condivisione di metodologie, prassi e protocolli di intervento tra tutti gli attori dell’istruzione professionale: associazioni di categoria, agenzie formative, studenti e famiglie affinché la programmazione diventi realmente integrata. Controlli sistematici sulla qualità dell’offerta proposta dai centri accreditati.
RISPETTO DELLA DIGNITÀ E DEI DIRITTI DEI LAVORATORI. Vigilanza sui rapporti fra centri accreditati e dipendenti attraverso la verifica del DURC e della tipologia dei contratti applicati agli insegnanti i quali devono essere idonei ai compiti svolti dagli stessi e in linea con le mansioni che essi ricoprono.
REPERTORIO REGIONALE DELLE QUALIFICAZIONI PROFESSIONALI. Messa a punto di un repertorio regionale delle qualificazioni professionali. Definizione di nuove regole sull’accreditamento delle strutture formative. Trasparenza nella erogazione dei finanziamenti, nella rendicontazione e nei processi decisionali. Coordinamento territoriale dell’offerta formativa per il lavoro in coerenza con l’istruzione e formazione tecnico-professionale
PIANO RIFIUTI PER UN’ECONOMIA CIRCOLARE
PER UN PIANO DEI RIFIUTI UMBRO CHE VADA OLTRE RIFIUTI ZERO, PENSANDO A NUOVI POSTI DI LAVORO E RISPARMI PER GLI UTENTI.
L’Earth Overshoot Day è il giorno in cui, calcolando le risorse disponibili sulla terra in un anno, il consumo umano termina il capitale disponibile. Il giorno in cui si terminano le risorse è apparso per la prima volta nel 1985 quando al 31 Dicembre si è arrivati a ZERO risorse. Nel 1995 la soglia è stata raggiunta il 21 Novembre mentre nel 2014 il 20 agosto abbiamo raggiunto risorse zero. Questo significa che tutte le risorse che abbiamo usato dal 21 agosto 2014 al 31 dicembre le abbiamo “RUBATE” alle nuove generazioni.
Secondo le recenti proiezioni, si calcola che al 2050 la popolazione mondiale potrebbe superare la cifra dei 9 miliardi di persone.
L’estrazione di materie prime è passata da 42 miliardi di tonnellate del 2002 a 60 miliardi di tonnellate del 2011. Considerando i cosiddetti ‘flussi di materia nascosti’ (consumo di suolo, materiali inerti, ecc.) diventano 100 miliardi di tonnellate, per un consumo procapite in media di 14 tonnellate nel mondo. Un prelievo insostenibile delle risorse naturali se si pensa che il tetto massimo dovrebbe essere, secondo molti studiosi, di 6 tonnellate a persona annue.
I rifiuti rappresentano lo specchio dell’insostenibilità ambientale dei nostri comportamenti. Il 57,39% di quelli prodotti in Umbria finisce in discarica, e solo il 42,61% viene riciclato. Come si può pensare di consumare così tanta materia ed energia continuando ad estrarre materie prime per poi sprecarle inutilmente sotterrandole in discariche o bruciandole con costi sociali, economici ed ambientali elevatissimi?
I rifiuti sono troppo preziosi per essere semplicemente buttati via: con una gestione oculata è possibile “re- iniettarne” il valore nell’economia. Bisognerebbe parlare di “economia circolare”, ovvero di un sistema produttivo in cui le stesse risorse vengono utilizzate più volte, facendole girare attraverso il riuso ed il riciclo.
Il M5S vuole scrivere il nuovo piano regionale per la gestione dei rifiuti, perseguendo l’obiettivo “RIFIUTI ZERO”, rispettando la gerarchia di gestione dei rifiuti prevista sia dalla normativa europea che quella italiana, partendo da questi punti:
MENO TASSE PER CITTADINI E IMPRESE con la tariffa puntuale dei rifiuti. Gli scarti sono ricchezza economica, valorizzarli in materie prime seconde è un dovere. Ecco perché vogliamo che i profitti vengano reinvestiti nell’abbassamento delle tariffe e cittadini e imprese paghino solo per i rifiuti indifferenziati prodotti.
NUOVI POSTI DI LAVORO con la Zero Waste Industry e la filiera corta del riciclo. Promuoviamo la creazione di filiere industriali dalle materie prime seconde in veri e propri distretti del riciclo.
RIDURRE GLI IMBALLAGGI attraverso l’adozione di un programma di prevenzione con incentivi e disincentivi. Sosteniamo cioè le imprese che vendono prodotti sfusi ed alla spina, che promuovono la condivisione dei beni all’interno delle comunità anche attraverso il peer to peer (condivisione tra privati).
RIUSARE attraverso i centri di recupero e riuso. Ogni centro può essere una miniera urbana, sperimentiamo il recupero e il riciclo delle materie prime presenti all’interno degli apparecchi elettronici (RAEE) come le terre rare, molto preziose e remunerative. Promuoviamo il baratto e lo scambio per donare una seconda vita ai nostri oggetti.
RICICLARE almeno l’80% dei rifiuti entro il 2020. Estendiamo a tutto il territorio la raccolta porta a porta mirata al riciclo e vietiamo il collocamento in discarica di tutti i rifiuti riciclabili e compostabili entro il 2020. Mettiamo la comunicazione e l’informazione al centro del processo di educazione dei cittadini.
TRATTAMENTO MECCANICO BIOLOGICO per la gestione dei residui indifferenziati minimizzando il ricorso allo smaltimento nelle discariche.
NO INCENERIMENTO in ogni sua forma. L’incenerimento dei rifiuti distrugge materie e prodotti riutilizzabili generando gravi forme di inquinamento;
NO CONFLITTO D’INTERESSI. Le aziende che si occupano di raccolta dei rifiuti, e le aziende a loro collegate o controllate, non potranno gestire impianti di smaltimento.
AMBIENTE E SALUTE
PRINCIPIO DI PRECAUZIONE E VALUTAZIONE DEL RISCHIO. TRASPARENZA E ACCESSIBILITÀ DEI DATI A TUTTI I CITTADINI.
Negli ultimi anni l’informazione medico scientifica ha promosso una nuova coscienza ambientale nella popolazione rendendo inefficaci le frottole della politica di fronte ad un’opinione pubblica sempre più consapevole. Spostare l’attenzione sull’incidenza di alcune patologie dalle cause ambientali a quelle individuali, come il fumo di sigaretta, alcool e consumo di carne non basta più. La nascita di comitati e la sempre più importante attivazione diretta dei cittadini è il motore imprescindibile che ha promosso lo sviluppo di strumenti di difesa anche attraverso l’organizzazione di incontri con medici ed esperti. L’approccio scientifico e metodologico è l’unica strada percorribile per una corretta, condivisa e partecipata gestione delle criticità ambientali e valutazione del rischio:
VALUTAZIONE DI IMPATTO SULLA SALUTE (VIS) attraverso l’introduzione di una legge regionale che ne disciplini l’applicazione per tutti gli impianti industriale e produzione di energia di nuova realizzazione o in caso di rinnovo delle autorizzazioni;
MAPPATURA DELLE CRITICITÀ AMBIENTALI DELLA REGIONE pubblicate sul sito istituzionale della Regione. Ogni cittadino ha il diritto di conoscere i fattori di rischio nel luogo dove vive attraverso il censimento di tutte le fonti di esposizione nelle matrici aria, acqua e suolo, l’elaborazione di una mappa interattiva in cui venga segnalata la presenza dei SIR, delle discariche RSU e industriali.
ACCESSIBILITÀ E TRASPARENZA DEI DATI DEL REGISTRO TUMORI: rendiamo leggibili e fruibili i dati del registro tumori ad ogni cittadino.
STUDI EPIDEMIOLOGICI SUI RESIDENTI ESPOSTI NELLE AREE DI RISCHIO in cui alla luce dei monitoraggi ambientali ci siano evidenti criticità. Rilevamento attraverso centraline mobili allo scopo di ottenere una mappatura degli inquinanti e delle ricadute nelle varie zone del territorio in osservazione al fine di ricondurre gli stessi con le possibili fonti emissive. Due campagne di rilevamento, una estiva e una invernale. Individuazione di indicatori epidemiologici e rappresentazione cartografica tramite sistemi GIS che permetta di legare i livelli di esposizione alle sostanze nocive alla zona di residenza.
SCREENING E PRESIDI SANITARI NEI TERRITORI CON MAGGIORI FATTORI DI RISCHIO in cui siano state riscontrate evidenze epidemiologiche. Pianificare il servizio sanitario al fine di permettere un intervento capillare in cui sia presente il rischio di ammalarsi di specifiche patologie.
ACQUA BENE PUBBLICO
DIFENDIAMO LE NOSTRE RISORSE IDRICHE DALLO SPRECO E DAGLI INTERESSI DELLE LOBBY
“Se le guerre di questo secolo sono state combattute per il petrolio, quelle del secolo prossimo avranno come oggetto del contendere l’acqua. Le guerre dell’acqua non sono una prospettiva lontana nel futuro. Il conflitto è già in corso, anche se non è sempre visibile. Molti conflitti politici di questo tipo sono infatti celati o repressi: chi controlla il potere preferisce mascherare le guerre dell’acqua travestendole da conflitti etnici e religiosi.” Da “Le guerre dell’acqua” (Autore Vandana Shiva Traduttore B. Amato Editore Feltrinelli, 2004)
L’Acqua è un bene comune e un diritto umano, un bene essenziale che appartiene a tutti. Un referendum è stato indetto e vinto, per fermare la privatizzazione dell’acqua (primo quesito), aprire alla ri-pubblicizzazione dell’acqua (secondo quesito) ed eliminare i profitti dal bene comune acqua (terzo quesito).
Il M5S vuole scrivere il nuovo piano regionale per la ricerca, la coltivazione e l’utilizzo delle acque minerali naturali, di sorgente e termali tenendo conto dei seguenti impegni:
ACQUA BENE PUBBLICO: porre la Regione come garante del rispetto dell’esito referendario, ri-pubblicizzare la gestione del servizio idrico, favorendo modalità di gestione favorendo modalità di gestione fuori dalle logiche del mercato e del profitto.
PER LE CONCESSIONI IN USO diminuire il prelievo di acque minerali per l’imbottigliamento abolendo gli emungimenti forzati e aumentando i canoni di prelievo secondo logiche di mercato, i cui profitti devono essere reinvestiti nei territori depauperati. Attuare le normative e le sentenze che regolano la gestione dei territori gravati da usi civici e/o collettivi e applicare la normativa che sospende gli emungimenti in caso di emergenza idrica.
MAGGIORE TRASPARENZA SUI DATI E STOP ALLA CONTAMINAZIONE dando massima pubblicità costantemente delle analisi delle acque potabili e fermando qualsiasi opera di contaminazione delle falde che mette a repentaglio la salute dei cittadini.
MENO ENERGIA CONSUMATA, PIU’ ENERGIA PULITA
M5S PROMUOVE LA RIDUZIONE DEI CONSUMI ENERGETICI IN TUTTI I SETTORI E LE RINNOVABILI (VERE)
La maggior parte dell’energia che si consuma oggi è prodotta ricorrendo alle cosiddette “fonti fossili”: petrolio, gas naturale e simili.
Queste impattano negativamente sull’ambiente, sono infatti responsabili dei principali mutamenti climatici in corso e di gran parte delle emissioni di gas ad effetto serra, e sulla salute umana: secondo Oms una persona su otto muore per cause legate all’inquinamento generato dalla loro combustione.
Oltre ciò sono fonti di energia non rinnovabile e pertanto destinate ad esaurirsi nel volgere di breve tempo.
Nelle linee guida della SEAR (Strategia Energetico Ambientale Regionale) la Regione dell’Umbria punta moltissimo sull’incentivazione all’uso di energia prodotta dalla combustione di biomasse o biogas, materie rinnovabili ma comunque molto inquinanti ed economicamente poco convenienti al di fuori di una logica di incentivazione pubblica, e poco sulla riduzione dei consumi.
Il M5S ritiene invece che, per minimizzare i fenomeni negativi generati dall’uso delle fonti fossili e rinnovabili da combustione occorra, in primo luogo, ridurre al minimo i consumi di energia in tutti i settori: edilizia, industria, trasporti. Sono a tutti noti, infatti, gli sprechi di energia dovuti all’inefficienza di abitazioni e servizi, fabbriche e sistemi di trasporto pubblico e privato.
M5S ritiene inoltre fondamentale produrre energia con sistemi che utilizzino soprattutto le cosiddette “fonti rinnovabili a basso impatto ambientale”: sole, acqua, suolo e vento.
L’uso prevalente di energia prodotta da fonti rinnovabili a basso impatto ambientale, sarà reso possibile dalla riduzione dei consumi conseguente alla strategia di efficientamento di tutti i settori di consumo.
L’efficientamento energetico, sostenuto da politiche di incentivazione adeguate, costituisce sia un’opportunità di ripresa economica in un momento di grave crisi sia, assieme all’incremento della produzione di energia da rinnovabili, un fondamentale strumento di prevenzione primaria e miglioramento della salute.
Per queste ragioni il M5S propone un Piano Energetico Regionale innovativo impegnandosi a sostenere i seguenti punti:
ADERIRE AL “PACCHETTO CLIMA ENERGIA 2030”: nel gennaio 2014 la Commissione Europea ha presentato il “pacchetto clima energia 2030, cui hanno già aderito vari paesi EU, nel quale si prevede di ridurre le emissioni di gas ad effetto serra del 40% rispetto al 1990 entro il 2030, di raggiungere l’obiettivo dell’uso di almeno il 27% di energia prodotta da FER nel mix energetico europeo, di incrementare l’efficienza energetica del 30% entro il 2030.
PROMUOVERE LA RIDUZIONE DEI CONSUMI ENERGETICI in tutti i settori (edilizia, industria e trasporti): promozione dell’efficientamento energetico e degli interventi di riqualificazione energetica degli edifici; sostegno alle aziende che realizzino opere finalizzate all’efficientamento degli edifici ed alla produzione di energia da rinnovabili.
PROMUOVERE L’USO DI FONTI ENERGETICHE RINNOVABILI A BASSO IMPATTO AMBIENTALE: promozione del solare termico e fotovoltaico, dell’idroelettrico (dove possibile), del mini e micro-eolico (per applicazioni a fini di autoproduzione), della geotermia a bassa entalpia e della cogenerazione; promozione dell’uso di sistemi per la produzione di energia da fonti rinnovabili pulite finalizzata all’autoconsumo negli edifici privati; adozione di sistemi per la produzione di energia elettrica e termica da fonti rinnovabili pulite dedicati al soddisfacimento dei consumi degli edifici pubblici; promozione di gruppi di acquisto di impianti per energie rinnovabili pulite.
NON PREVEDERE FORME DI INCENTIVAZIONE DELLE RINNOVABILI TERMICHE E DELLE AGROENERGIE.
previsione di uso di biomasse e biogas ALLA produzione di energia elettrica PER solo autoconsumo, purché alimentate da scarti aziendali propri e con divieto di uso di rifiuti e colture dedicate.
VIETARE L’INSTALLAZIONE DI IMPIANTI DI INCENERIMENTO DI RIFIUTI E CSS.
Incentivare la progressiva sostituzione degli elementi illuminanti della pubblica illuminazione e degli impianti semaforici con elementi a basso consumo e lunga durata e conseguente abbattimento degli elevatissimi costi di gestione.
Garantire l’accesso a finanziamenti agevolati in conto interessi e fondi rotativi per interventi di recupero e riqualificazione energetica.
Realizzare opere sperimentali pubbliche nel campo dell’efficientamento energetico e promuovere la realizzazione di quelle private.
Introdurre la variabile energetica nella pianificazione urbanistica (urbanistica sostenibile).
Introduzione di normativa premiale per incentivare la riqualificazione energetica complessiva (sistema edificio-impianti) del patrimonio edilizio esistente, per mezzo dell’attribuzione di un volume edificabile equivalente al volume riqualificato energeticamente da utilizzare sul posto o in aree di PRG dedicate recuperate all’edificabilità tradizionale. Il nuovo volume dovrà essere a consumo di energia quasi zero secondo la Direttiva 31/2019 EU.
sostenere i processi volontari di miglioramento delle prestazioni energetiche.
Attivare percorsi informativi e formativi per cittadini e studenti all’uso consapevole di edifici e risorse energetiche, istituzione di eventi dimostrativi e giornate di studio.
ADEGUAMENTO DEI CANONI CONCESSORI IDROELETTRICO ai livelli di altre regioni come l’Abruzzo e il Trentino Alto Adige, reinvestendo direttamente sui territori dove sono collocati i siti di produzione. Rimodulazione in base al calcolo della potenza effettiva e non di quella nominale. Possibilità di partecipazione diretta della Regione nella produzione dell’unica energia pulita al 100% e non de localizzabile.
NO GASDOTTO BRINDISI MINERBIO
NO ALLA REALIZZAZIONE DI IMPIANTI EOLICI SUI CRINALI APPENNINICI E AL FOTOVOLTAICO SUI TERRENI AGRICOLI E SUI DORSI DELLE COLLINE a difesa del valore assoluto e imprescindibile che il paesaggio ha sulla qualità della vita delle popolazioni insediate e come ogni sua alterazione sia una ‘perdita di significato’ culturale nella lettura di un territorio.
QUALITÀ DELL’ARIA ESTERNA ED INTERNA
ARIA PULITA DENTRO E FUORI GLI EDIFICI: PREVENZIONE PRIMARIA E MAGGIOR SALUTE
L’inquinamento dell’aria uccide, ben al di sotto dei limiti imposti dalla legge, sia all’esterno come all’interno degli edifici. Lo studio Escape , studiando 360.000 residenti in grandi città di 13 paesi europei, ha evidenziato come ad ogni aumento nella media annuale nelle pm 2,5 di 5 μg/m3 corrisponda un rischio di morte non accidentale del 7%. Molti studi nazionali ed internazionali evidenziano inoltre come esistano relazioni dirette tra l’inquinamento dell’aria indoor e l’insorgenza di patologie legate ad alterazioni dei meccanismi immunitari, a processi infettivi ed a tossicità diretta. Tutto ciò assume particolare gravità e rilievo nel caso di popolazione molto giovane o anziana. Nel Piano Regionale della Qualità dell’Aria, si evidenziano come fonti inquinanti prevalenti il riscaldamento domestico, in particolare la combustione della legna, il trasporto stradale e la produzione di cemento. Il Piano si pone come obiettivo (soprattutto) la riduzione della concentrazione delle polveri sottili nelle aree urbane di Perugia, Terni e Foligno, degli ossidi di azoto nella aree urbane di Perugia e Terni, dell’ozono sull’intero territorio regionale. A tal riguardo si sottolinea come risulti assai poco credibile la considerazione della combustione della legna, come fonte inquinante prevalente nell’ambito della produzione delle polveri sottili, ciò in particolare alla luce della contemporanea indicazione della massima concentrazione di tale fonte nei maggiori centri urbani nei quali, come è ovvio, l’uso di tale combustibile non risulta certamente prevalente. Mentre decisamente sottovalutato appare, in termini comparativi, sia l’apporto del trasporto stradale, sia il comparto industriale e dei grandi impianti di produzione di energia da fonti non rinnovabili o rinnovabili non inquinanti. Gli obiettivi del Piano dovrebbero essere raggiunti attraverso interventi sul sistema dei trasporti urbano ed extra-urbano, sulla logistica del trasporto merci e sul riscaldamento domestico. Per i trasporti è prevista la riduzione e/o la chiusura al traffico della aree urbane principali, per il riscaldamento il passaggio da caminetti e stufe tradizionali a sistemi ad alta efficienza. Pur trattandosi di un Piano non sono previste misure operative per il raggiungimento degli obiettivi previsti, ma solo interventi di chiusura o interdizione al traffico senza il ricorso alla previsione di sistemi di trasporto e mobilità pubblica alternativi (salvo il generico potenziamento della tratta ferroviaria Perugia-Spoleto), o misure atte a favorire concretamente il rinnovamento dei sistemi di riscaldamento. Non un accenno al miglioramento della qualità dell’aria interna agli edifici, nessuna valutazione dell’impatto sanitario della situazione attuale e degli scenari proposti.
Il Movimento 5 Stelle propone un Piano e scenari operativi totalmente alternativi, fondati sui seguenti punti.
VALUTAZIONE DEGLI IMPATTI SANITARI degli scenari di Piano in coerenza con il Programma M5S salute (da verificare).
MISURE ED INTERVENTI DI EFFICIENTAMENTO DEI SISTEMI DI TRASPORTO in coerenza con il Programma M5S trasporti (da verificare).
USO GRATUITO DEI MEZZI PUBBLICI DOPO 3 GIORNI CONSECUTIVI DI SUPERAMENTO DEL LIMITE PM10 rispetto ai 50 μG/m3. Dopo la “svendita” di Umbria Mobilità, che ha sortito effetti devastanti sulle politiche di mobilità alternativa al mezzo privato, l’incentivazione all’uso del trasporto pubblico rimane la migliore strada percorribile per la riduzione delle emissioni, in particolare per sopperire alle emergenze invernali. In situazioni di emergenza ambientale quindi, il ricorso all’uso di mezzi gratuiti costituisce una misura concreta, operativa e non punitiva. È inoltre necessaria una comunicazione diretta e capillare tesa a far comprendere le reali entità del problema ed i danni potenziali cagionati alla salute umana.
ISTITUZIONE DI ZONE 30 NELLE NOSTRE CITTÀ: aumentiamo le aree di percorrenza a 30 Km/ora, partendo dalle quelle in prossimità dei complessi scolastici. Programmiamo una progressiva disincentivazione alla circolazione dei veicoli altamente inquinanti (norme EURO 0), adottando una strategia di supporto con mobilità pubblica alternativa e sostenibile.
ISTITUZIONE DI UN RIGIDO PIANO DI CONTROLLO DELLE EMISSIONI INDUSTRIALI ed immediata apertura di tavoli di confronto per stabilire strategie al fine di abbattere le emissioni e la produzione di polveri. Indirizziamo la nostra azione verso una STRATEGIA ad IMPATTO ZERO.
MISURE ED INTERVENTI DI EFFICIENTAMENTO DEI SISTEMI EDILIZI E DI PRODUZIONE DI ENERGIA DA FONTI ENERGETICHE RINNOVABILI NON INQUINANTI in coerenza con il Programma M5S energia (verificato).
PROMOZIONE dell’installazione di impianti di ventilazione meccanica, con funzione di approvvigionamento e ricambio continuo dell’aria interna, del tipo a temperatura controllata per ridurre i consumi energetici.
RADON. Adozione delle linee guida per la prevenzione dell’esposizione al gas radon in ambienti indoor confinati finalizzate a ridurre l’incidenza del tumore polmonare.
PROMOZIONE DI STUDI E RICERCHE in collaborazione con Istituzioni Universitarie ed Istituti di Ricerca, finalizzati alla definizione di livelli qualitativi minimi dell’aria indoor degli edifici distinti per tipologia. Anche al fine della predisposizione di strumenti normativi innovativi dedicati.
BONIFICHE, RICONVERSIONE ED ATTIVITÀ ESTRATTIVE
MESSA IN SICUREZZA E BONIFICA DEI SITI DI INTERESSE REGIONALE (SIR), LEGGE REGIONALE PER IL CENSIMENTO E LA BONIFICA DELL’ETERNIT.
Tutelare il suolo del nostro territorio vuol dire implicitamente difendere le altri matrici ambientali, che in un ottica di reciprocità influiscono direttamente sulla salute umana e degli ecosistemi. L’Umbria è disseminata da siti che hanno la necessità di essere bonificati, oltre alla presenza del SIN Terni-Papigno ci sono decine di siti di interesse regionale che richiedono un pronto intervento della Regione per essere messi in sicurezza. In questo quadro vanno aggiunte le discariche RSU, ormai colme fino all’orlo, che sono dei siti contaminati che dovranno essere bonificati. La presenza di Eternit disseminato in tutto il nostro territorio sarà la piaga dei prossimi anni con un incidenza di mesoteliomi che raggiunge numeri da record nel nostro territorio. Ecco perché il nostro territorio deve essere tutelato e vanno rimediate le ferite ad esso inferte:
SITI DI INTERESSE REGIONALE (SIR). Avviare concretamente il piano regionale di bonifica e messa in sicurezza dei siti avvalendosi degli strumenti di minor impatto ambientale. Favorire prioritariamente gli interventi in loco anche attraverso l’uso della fitorimediazione e del fito-capping e il riuso e il riciclo delle biomasse attraverso l’uso di essenze arboree che danno questa possibilità, come la canapa nel caso dei metalli pesanti.
AMIANTO. La Legge 23 Marzo 2001 n.93 prevede che Regioni e Province Autonome provvedano ad effettuare la mappatura delle zone interessate dalla presenza di amianto. In Umbria tale compito è stato affidato all’Arpa che ha provveduto a censire sia gli edifici pubblici che quelli privati. Purtroppo a questa iniziativa non è stato dato seguito con la bonifica. Il M5S vuole: redigere un Piano Regionale Amianto con l’obiettivo di dare risposte concrete e definitive al problema dell’amianto in Umbria; Censire la presenza di amianto sul territorio regionale, individuando i siti prioritari da bonificare; Semplificare l’azione amministrativa ed gli indirizzi per la rimozione e raccolta di piccole quantità di materiali contenenti amianto, provenienti da utenze civili finalizzate ad evitare pericolosi smaltimenti abusivi a calmierare i prezzi per la rimozione e lo smaltimento di materiali contenenti amianto; Informare , sensibilizzare e formare la sensibilità ambientale dei cittadini chiamandoli a diventare parte integrante del Piano favorendo e promuovendo atteggiamenti corretti e sostenibili. Attraverso un’opportuna azione d’informazione e sensibilizzazione diventano essi stessi controllori dello stato di degrado dei manufatti contenenti amianto. Le singole amministrazioni comunali, anche in virtù delle proprie funzioni di “tutela dell’igiene, della salute, della sicurezza e dell’incolumità pubblica”, dovranno presentare un programma di rimozione dell’amianto partendo dagli edifici adibiti a scuola; censimento delle imprese che svolgono attività di smaltimento e bonifica dall’amianto; Pubblicazione dei listini delle Imprese specializzate ed autorizzate alla rimozione, trattamento e smaltimento di amianto ed eventuali convenzioni.
DISCARICHE SITI DA BONIFICARE. Invertire la tendenza al collasso e all’ampliamento delle discariche attraverso sistemi innovativi di bonifica. Le discariche dei rifiuti solidi urbani e quelli industriali sono miniere urbane colme di materie prime seconde.
ZERO INDUSTRIAL WASTE: stop all’ampliamento delle discariche industriali si a processi di riciclo degli scarti all’interno dei processi di produzione. Attraverso il sostegno a politiche di innovazione ambientale pianifichiamo un intervento su tutti i siti industriali al fine di accompagnare le proprietà ad adottare sistemi circolari che non prevedano la creazione di rifiuti.
ATTIVITÀ ESTRATTIVE E CONSUMO DEL TERRITORIO. Programmare l’estrazione sulla base dell’effettivo bisogno regionale, per limitarne nuove coltivazioni e promuovere il riciclaggio di rifiuti inerti provenienti dalle costruzioni come già accade nella maggior parte dei Paesi europei. Aumentare i canoni di estrazione e definire criteri più restrittivi in materia di controllo in merito al recupero ambientale delle cave. In Umbria ci sono 97 cave attive e 77 cave dismesse o abbandonate. Troppe per una regione piccola come l’Umbria. Purtroppo la disciplina delle attività estrattive in Italia è regolata ancora oggi dal Regio Decreto 29 Luglio 1927 no 1443. Da allora non vi è più stato un intervento normativo nazionale che determini criteri unici per tutto il Paese.
COMITATI E PARTECIPAZIONE
DIAMO VOCE E STRUMENTI AI CITTADINI CHE DIFENDONO I LORO TERRITORI.
Centinaia di comitati sono nati nelle nostre città come forme di autorganizzazione di fronte alla sordità della politica. I meccanismi previsti nei processi decisionali collocano i cittadini a valle delle scelte, attraverso una strategia di gestione del consenso che esula da qualsiasi forma di partecipazione attiva. Difendere la propria terra e poter far valere le proprie ragioni è un diritto che nessuna governance del territorio può escludere. Il M5S vuole mettere i cittadini al centro dei processi decisionali:
CONTROLLO PARTECIPATO DEL TERRITORIO. Dotiamo i cittadini degli strumenti necessari a difendere se stessi e la comunità, istituiamo un numero verde per le denunce e le segnalazioni di crimini e disastri ambientali, elaboriamo un manuale di comportamento in caso di incidenti tutelando i cittadini dal rischio industriale.
APPLICAZIONE DELLA CONVENZIONE DI AARHUS. Diamo concreta possibilità di accesso alle informazioni riguardo richieste ed iter autorizzativi, costruiamo processi decisionali a monte delle scelte politiche sulle tematiche ambientali.
APPLICAZIONE DEL PRINCIPIO DI PRECAUZIONE. Come indicato nella cosiddetta direttiva Seveso nel caso di incidenti o sospetti disastri ambientali il M5S applicherà un criterio precauzionale per difendere la tutela della salute dei cittadini.
URBANISTICA PARTECIPATA E CONSUMO DI SUOLO
DIAMO VOCE E STRUMENTI AI CITTADINI CHE DIFENDONO I LORO TERRITORI.
Negli ultimi 10 anni in Umbria si sono consumati 40.000 ettari di territorio, in una regione con una superficie di 8.456 Kmq di cui circa il 30% sono aree montane quello del consumo di suolo è un dato allarmante. L’abbandono dei centri storici ed il degrado ambientale sono problemi reali della nostra Regione. Bisogna ridare vita ai nostri borghi, fulcro di cultura e tradizione, ed incentivare il ripopolamento di questi, intervenendo in processi finalizzati a garantire la permanenza, il ripristino delle condizioni di vitalità e sostenibilità socio-economica, culturale ed ambientale, e di qualità urbana. Nel corso degli anni sono state lasciate coesistere aree industriali e residenziali o aree industriali e agricole che comportano un notevole rischio per la salute e la sicurezza dei cittadini.
OBBIETTIVO CONSUMO DI SUOLO ZERO. Inserire nella legge Urbanistica l’obiettivo consumo zero di nuovo suolo agricolo e farlo rispettare nei PRGC e Varianti oggetto di Conferenza di co-pianificazione, con riuso e rigenerazione dell’edificato abbandonato nel territorio.
CATASTO DEGLI USI E DELLA QUALITÀ DEL SUOLO. Predisposizione di un “Catasto degli usi e della qualità del suolo”, atto a quantificare e localizzare, oltre alle superfici agricole o comunque con suolo naturale, anche quelle che sono passibili di miglior utilizzo o riuso, in quanto sottoutilizzate o dismesse, tra le aree comunque urbanizzate.
URBANISTICA PARTECIPATA. Rendere il processo decisionale di approvazione degli strumenti Urbanistici realmente democratico e partecipativo.
AGGIORNAMENTO PIANI REGOLATORI. Aggiornare i PRGC sulla base dell’effettivo fabbisogno dei Comuni; ampliamenti della capacità insediativa nei soli casi di effettiva necessità (previo censimento obbligatorio degli immobili inutilizzati). Uguale per varianti parziali per ampliamenti.
RISCHIO IDROGEOLOGICO. Rispetto e tutela del territorio attraverso interventi ed una pianificazione che tenga conto del rischio idrogeologico.
COMPLETAMENTO DEL PROCESSO DI RICOSTRUZIONE DOPO IL SISMA DEL 1997 e successivi a norma della legge 61/98 Fasce “N” e “G”.
DIFESA DEL PATRIMONIO. Aumento dei finanziamenti per il restauro e la valorizzazione del patrimonio di valore storico e culturale.
VALORIZZAZIONE DEGLI EDIFICI PUBBLICI. Recuperare, mettere in sicurezza e ristrutturare edifici pubblici anche come destinazione a edilizia convenzionata.
CO-HOUSING. Istituzione di bandi per incoraggiare il co-housing.
PIANO DI ABBATTIMENTO DELLE BARRIERE ARCHITETTONICHE. Obbligare i comuni ad approvare ed attuare il “piano di abbattimento delle barriere architettoniche”, strumento che ha la finalità di conoscenza delle situazioni di impedimento, rischio ed ostacolo per la fruizione di edifici e spazi pubblici.
RISCHIO SISMICO. Necessità di approfondire le Norme Tecniche delle Costruzioni a scala urbana, con una lettura sistemica del rischio sismico esteso al centro storico.
RICONVERSIONE. Promuovere i concorsi di progettazione, come previsto dal “Disegno di Legge sulla qualità architettonica” approvato dal Consiglio dei Ministri il 19/11/2008, per riqualificare le zone degradate e le aree dismesse attraverso piccoli e grandi interventi.
Già dai primi giorni della campagna elettorale il M5S ha portato alla luce la gigantesca questione morale che attanaglia l’Umbria ormai da decenni. Una vera e propria cappa che impedisce lo sviluppo della nostra Regione preda di interessi privatistici lontani anni luce dal bene comune e dagli interessi dei cittadini. Le operazioni di polizia avvenute nell’ultimo anno hanno certificato incontrovertibilmente la presenza dominante delle organizzazioni criminali della ‘ndrangheta e della camorra, mentre le indagini svolte su Mafia Capitale hanno sottolineato la diretta correlazione fra il malaffare politico- affaristico romano e il nostro territorio.
Impossibile non ricordare inoltre le parole arroganti dell’On. Giulietti “L’on. Ciprini non conosce l’Umbria, pur essendo stata inconsapevolmente ed incolpevolmente eletta in questa regione. L’Umbria non è in mano alle mafie e al narcotraffico” in risposta alla portavoce Tiziana Ciprini, emblema di un approccio superficiale e minatorio che ha reso possibile questo sprofondamento della Regione.
APPROVAZIONE DELLA CARTA DI AVVISO PUBBLICO
CONTRO OGNI CONNIVENZA FRA LA POLITICA E LA CORRUZIONE. CONTRO I CONFLITTI D’INTERESSE E IL CLIENTELISMO. L’EVOLUZIONE DELLA CARTA DI PISA.
La Carta di Avviso Pubblico è un codice etico che va oltre i buoni propositi e impegna concretamente gli amministratori locali ad applicare nella quotidianità i principi di trasparenza, imparzialità, disciplina e onore previsti dagli articoli 54 e 97 della Costituzione. Redatta da un gruppo di lavoro di esperti, giuristi, funzionari pubblici e amministratori locali – coordinato dal Prof. Alberto Vannucci– che hanno rivisitato e aggiornato la Carta di Pisa. www.avvisopubblico.it.
L’UMBRIA LIBERA DALLE MAFIE
LOTTA SENZA QUARTIERE ALLA CRIMINALITÀ ORGANIZZATA E ALLE INFILTRAZIONI MAFIOSE. CACCIAMO I MAFIOSI DALLA NOSTRA REGIONE.
Impediamo che l’Umbria sia il territorio di conquista della criminalità organizzata nazionale ed internazionale. La nostra Regione non è più un’isola felice. Recuperiamo l’integrità del nostro territorio e proteggiamo le nostre imprese, bloccando gli investimenti fatti con denaro riciclato. Piena collaborazione con la magistratura per le azioni di controllo e repressione. Chiudiamo le porte alle ecomafie.
POTENZIAMENTO DELL’OSSERVATORIO REGIONALE PERMANENTE ANTIMAFIA implementato dalla partecipazione dei Prefetti, delle forze dell’ordine, delle autorità giudiziarie e delle associazioni al fine di:
– fornire regole e contrastare il possibile inquinamento delle attività delle amministrazioni locali e quindi il potere che le organizzazioni criminali possono acquisire nelle nostre città;
– indirizzare l’Assemblea Regionale nella predisposizione di idonei e incisivi strumenti per contribuire alla prevenzione e al contrasto del radicamento delle associazioni di tipo mafioso, anche attraverso l’analisi delle modalità di affidamento delle licenze di apertura degli esercizi commerciali e in particolar modo nelle licenze di costruzione;
– dare mandato agli uffici preposti di richiedere il certificato antimafia a tutte le imprese affidatarie e sub affidatarie di appalti, forniture e servizi;
– monitorare puntualmente le attività delle Amministrazioni comunali nel settore dell’edilizia privata, principalmente seguendo l’evoluzione dell’attività del PRGC;
– analizzare le pratiche relative a persone fisiche e giuridiche inquisite in indagini sulle organizzazioni di stampo mafioso e/o di corruzione che hanno o hanno avuto rapporti con la Regione, previa analisi dei contratti pregressi;
– promuovere la cultura della legalità democratica e dell’antimafia come elemento fondamentale per la crescita sociale, civile, economica;
– attivare interventi qualificanti per il contrasto allo spaccio di droga, sfruttamento prostituzione, gioco d’azzardo, abusivismo commerciale ed edilizio; - proporre protocolli d’intesa con Camera di Commercio, pubbliche Amministrazioni, ordini professionali, sindacati, enti e associazioni;
– promuovere percorsi di formazione per amministratori pubblici e favorire iniziative di educazione alla legalità;
– definire indirizzi e proporre eventuali modifiche, nel rispetto delle normative vigenti, riguardanti le procedure di gare d’appalto di opere pubbliche, contratti di servizio e fornitura di beni;
– visionare gli atti di aggiudicazione di gare d’appalto di opere pubbliche, contratti di servizio e fornitura di beni, in modo da segnalare eventuali situazioni non conformi;
– segnalare all’assemblea regionale eventuali violazioni del Codice Etico per gli amministratori locali, sancite nella Carta di Avviso Pubblico.
A SOSTEGNO DELLE IMPRESE E DEI CITTADINI VITTIME DI ESTORSIONE adoperarsi al fine di individuare gli strumenti e i criteri volti a garantire un supporto informativo, psicologico, legale ed economico a vantaggio e tutela di coloro che, direttamente o indirettamente, sono vittime della criminalità organizzata e della delinquenza comune.
LA REGIONE SI COSTITUISCE PARTE CIVILE in eventuali e non auspicabili processi riguardanti delitti di mafia e di criminalità organizzata, previsti dall’art. 416-bis del codice penale, e per i delitti di usura e/o delitti di estorsione, che dovessero interessare il territorio.
PROMOZIONE DELLA CULTURA DELL’ANTIMAFIA all’interno dei percorsi educativi e scolastici ma anche all’interno delle iniziative culturali della Regione. Contattare lo staff della Guzzanti e i presidi di tutti gli istituti scolastici di ogni ordine e grado dell’Umbria, per promuovere la proiezione del film “La Trattativa” e un dibattito aperto, invitando per l’occasione, i componenti della commissione parlamentare antimafia di tutte le forze politiche. Inviare una lettera di solidarietà a nome del Presidente della Giunta Regionale, al P.M. Nino Di Matteo, per le minacce di morte ricevute da Totò Riina e Cosa Nostra e sviluppare azioni per dimostrare la piena vicinanza della nostra comunità alla lotta alla mafia.
UMBRIA SICURA. LOTTA ALLA MICROCRIMINALITÀ
AZIONI MIRATE E STRUMENTI PER LE AMMINISTRAZIONI LOCALI AL FINE DI GARANTIRE LA SICUREZZA E LA VIVIBILITÀ DELLE NOSTRE CITTÀ.
Interi centri e quartieri presi di mira dalla micro-criminalità. I furti sistematici sono la goccia che fa traboccare il vaso. Oltre alla crisi economica e alle tasse salate, noi cittadini, siamo costretti a pagare il dazio alla criminalità dilagante che intacca i nostri beni. Vogliamo costruire una rete fra le forze dell’ordine e la comunità. Vogliamo che le istituzioni vivano sotto casa a difesa del cittadino. Vogliamo che le forze dell’ordine siano supportate al massimo nell’azione di controllo del territorio, nella prevenzione dei reati. Basta lassismo, basta buonismo, chi sbaglia paga e paga il giusto.
VIDEOSORVEGLIANZA. Sostegno economico allo sviluppo e alla ristrutturazione di reti di videosorveglianza nei luoghi sensibili, i parchi pubblici e gli spazi circostanti gli edifici scolastici. Lavoriamo per un controllo permanente nei luoghi dove affidiamo i nostri cari: le strutture geriatriche, gli asili, le strutture per persone svantaggiate.
RAZIONALIZZAZIONE E POTENZIAMENTO DELLE FORZE DI POLIZIA LOCALI. Potenziamento dei corpi delle polizie locali attraverso la riorganizzazione del personale delle province abolite nei comuni con più alto fattore di rischio sicurezza. Trasferimento di risorse ai comuni per l’assunzione di nuovo personale over 30 per favorire il ricambio generazionale, così come già fatto dalla Regione Emilia Romagna.
STRUMENTI DI AUTODIFESA IN DOTAZIONE ALLE FORZE DELL’ORDINE LOCALI. Reale formazione dei vigili nel controllo del territorio potenziando il loro equipaggiamento con lo spray urticante non lesivo, il bastone estendibile, il giubbetto e i guanti antitaglio al fine di garantire una piena sicurezza dei lavoratori e conseguentemente una maggiore efficacia negli interventi.
APP MOBILE SICUREZZA E NUMERO VERDE. Adozione di un numero verde regionale per segnalare situazioni di degrado e di vessazioni della microcriminalità. Sviluppo di una App Mobile gratuita scaricabile sul proprio cellulare in grado di segnalare la propria posizione e chiamate di emergenza veloci in caso di pericolo.
PROTOCOLLO ANAC DEGLI APPALTI
STIPULA DI UN PROTOCOLLO CON L’AUTORITÀ NAZIONALE ANTICORRUZIONE PER LA TRASPARENZA E LA CORRETTA GESTIONE DEGLI APPALTI.
Sulla scia di quanto fatto dalla Regione Lazio con il protocollo “Cantone-Zingaretti” è necessario che la nostra regione approvi delle misure concrete per garantire una pulizia degli appalti che vada oltre gli obblighi di legge.
VIGILANZA PREVENTIVA. La Regione sottoporrà alla valutazione preventiva dell’Autorità Nazionale contro la Corruzione la documentazione relativa a procedure di acquisto di beni, servizi e lavori effettuate da parte della Giunta Regionale e dalle società ed enti da questa controllati. Sulle iniziative a maggiore rilevanza economica, nei settori considerati più a rischio dalla cosiddetta legge Severino e quelle che costituiscono un modello avanzato e innovativo di acquisizione e consumo di servizi nella PA. Determine a contrarre, procedure di affidamento bandi di gara, capitolati, schemi di contratto, nomine dei commissari e di costituzione della commissione giudicatrice.
DIGITALIZZAZIONE DEI PROCESSI AMMINISTRATIVI E DELLA SPESA. Digitalizzazione completa del processo di acquisti di beni e servizi. E attualmente si sta costruendo anche un albo elettronico dei fornitori, che prevede una rotazione delle aziende e una “white list” con cui si privilegiano le aziende virtuose.
TUTELA DEI WHISTEBLOWER. Sarà data la possibilità ai dipendenti che vedono irregolarità di denunciarle all’autorità, con la garanzia della riservatezza.
LOTTA CONTRO LE FRODI E LA CORRUZIONE NELLA GESTIONE DEI FONDI EUROPEI. Introduzione di un sistema di controlli e misure per prevenire fenomeni di corruzione nella gestione e nell’utilizzo delle risorse europee. Messa a sistema di misure per contrastare la corruzione e la frode nel settore dei fondi strutturali e di investimento, in particolare rispetto alla redazione dei bandi e alla scelta dei contraenti.
ROTAZIONE DEI DIRIGENTI E DEI FUNZIONARI. Rotazione progressiva completa dei direttori e dei dirigenti. Rinnovamento completo dei vertici nei settori sensibili e di chi ha funzioni ispettive.
FORMAZIONE DEL PERSONALE. Implementazione e potenziamento dei corsi attraverso la Scuola di Amministrazione Umbra rivolti a tutto il personale in materia di anticorruzione e trasparenza.
LA MERITOCRAZIA AL POTERE
OLTRE LE LOGICHE SPARTITORIE DELLA POLITICA VERSO UNA GESTIONE CONDIVISA DELLA POLITICA E DELLA COSA PUBBLICA.
Invertire e capovolgere la logica delle spartizioni politiche delle poltrone attraverso criteri meritocratici che mettano al centro le competenze e la qualità delle umane risorse. Oltre l’incancrenimento dei partiti e il clientelarismo.
SELEZIONE DEGLI ASSESSORI DELLA GIUNTA REGIONALE M5S TRAMITE CURRICULUM. Sceglieremo gli assessori su principi di meritocrazia e competenza in base ai curricula pervenuti e valutati dal Presidente della Regione Umbria Andrea Liberati. Sarà vincolante per gli assessori l’adesione ai punti programmatici del presente documento.
STOP NOMINE POLITICHE, NOMINA TRAMITE CURRICULUM DELLE CARICHE DELLE AGENZIE E DELLE AZIENDE REGIONALI . Sceglieremo tutte le figure la cui nomina è di competenza della Giunta e dell’Assemblea regionale tramite la scelta pubblica e trasparente successiva ad avvisi pubblici che aprano alla presentazione dei curricula.
DEMOCRAZIA E CONTROLLO SOCIALE DEI CITTADINI
REFERENDUM SENZA QUORUM E MAGGIORE ACCESSIBILITÀ ALLE LEGGI DI INIZIATIVA POPOLARE. VINCOLIAMO LA POLITICA A DISCUTERE SULLE PROPOSTE DEI CITTADINI.
L’unico strumento per difendere la cosa pubblica dagli interessi privatistici è il controllo sociale dei cittadini sull’attività dei propri amministratori politica. La partecipazione diretta deve essere favorita attraverso tutti gli strumenti normativi e tecnologici, al fine di rendere ogni amministratore responsabile del suo operato di fronte ai cittadini.
PIATTAFORMA OPEN REGIONE. Adesione alla piattaforma Openpolis e sviluppo sul modello di Open Parlamento della piattaforma Open Umbria in cui sia possibile monitorare tutte le attività dell’Assemblea legislativa Regionale e dei singoli consiglieri: presenze, proposte di legge presentate, atti, interrogazioni e voti sui singoli atti.
REFERENDUM PROPOSITIVO E QUORUM ZERO. Introduzione agli interno degli istituti di partecipazione dell’ordinamento della Regione del Referendum propositivo ed eliminazione del quorum.